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Da Ben is Back a Bumblebee: i film a Milano a dicembre 2018

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Foto tratta da 'Ben is Back'
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Avete voglia di cinema e non sapete per cosa optare? Cercate una serata di puro divertimento grazie al grande schermo o un film che riesca a unire più anime?  Come ogni giovedì, Milano Weekend vi segnala nuove uscite in sala: un nuovo appuntamento con lo #spiegonecinema.

Ecco cosa vedere al cinema a Milano durante l’autunno

Alcuni consigli sui film di dicembre

— Ben is Back di Peter Hedges

Non è possibile non commuoversi di fronte al film del regista americano, noto per il romanzo ‘What’s Eating Gilbert Grape’.
“La mattina della vigilia di Natale, il diciannovenne Ben Burns (Lucas Hedges) torna inaspettatamente dalla sua famiglia nella loro accogliente casa di periferia. Sua madre Holly (Julia Roberts) è entusiasta che la famiglia si sia riunita, anche se dubita del fatto che Ben riesca a rimanere pulito, mentre Ivy, la diffidente sorella di Ben (Kathryn Newton) e il saggio patrigno Neal (Courtney B. Vance) temono che possa devastare le loro vite come ha fatto tante volte in passato.
Holly accetta di lasciarlo rimanere a casa ad una condizione: per le successive 24 ore, lei controllerà personalmente ogni sua mossa. Quella sera la famiglia ritorna da una festa di Natale in chiesa e trova la loro casa saccheggiata. Peggio ancora, manca il loro amato cane. È un chiaro messaggio che il passato di Ben si è ripresentato e qualcuno ha voluto saldare i debiti in sospeso. Durante la notte, Ben e sua madre cercano di ritrovare il cane. Lungo la strada, mentre lui cerca di sistemare le cose e lei impara delle verità sconvolgenti sulla vita di suo figlio, Holly fa tutto ciò che è in suo potere per tenere al sicuro Ben” (dalla sinossi).

Un mix di sofferenza e speranza che riesce a toccare le giuste corde dello spettatore. “Vengo da una famiglia che è stata profondamente colpita dalla dipendenza, dall’alcool e dalla droga”, ha raccontato Hedges. “Alcuni membri nella mia famiglia si sono ripresi, alcuni non ce l’hanno fatta e alcuni stanno ancora lottando. Così, dopo aver subito la perdita di qualcuno vicino a me e avendo conosciuto un’altra persona in fase di riabilitazione, volevo fare un film che esplorasse come una persona ferita potesse avere un impatto su tutti gli altri membri della sua famiglia”. Questa implicazione personale la si avverte tutta (seppur con la giusta distanza) per il tatto e il realismo con cui viene trattato l’argomento.

Potentissima l’interpretazione regalata dalla Roberts.

— Bumblebee di Travis Knight

Riprendiamo le fila della storia dell’Autobot, conosciuto nei precedenti film dei Transformers.
“Il film è ambientato nel 1987 quando, in fuga dal pianeta Cybertron dove impera la guerra con i Decepticon, Bumblebee trova rifugio in una discarica in una piccola città balneare della California. Charlie (Hailee Steinfeld), alla soglia dei 18 anni e alla ricerca del suo posto nel mondo, scopre Bumblebee sfregiato dalle battaglie e inutilizzabile, ma ancora sotto forma di un grazioso Maggiolino giallo.
La ragazza non ha alcuna idea che sta portando nel garage di casa sua un robot alieno. Quando Bumblebee si rivela, tra loro nasce un’inaspettata amicizia che sarà messa a dura prova dall’Agente Burns (John Cena) e dal governo americano, alleatosi con i Decepticons per rintracciare questo Autobot giallo che apparentemente rappresenta una minaccia per tutti. Il film è sia uno spin-off della saga dei Transformers sia un prequel che ci permette di scoprire come Bumblebee abbia perso la voce e sia costretto a esprimersi captando le trasmissioni satellitari. Il look anni 80 richiama direttamente i Transformers così come li abbiamo conosciuti all’epoca, con la serie animata e i giocattoli” (dalla nota di presentazione).

Si tratta di un ottimo fanta-action per tutta la famiglia, che vi strapperà anche sorrisi vista anche la componente umoristica.

Curiosità: è toccato allo Zar Ivan Zaytzen, l’opposto della nazionale italiana di volley, dar voce a Bumblebee.

— La donna elettrica di Benedikt Erlingsson

«Accolto con entusiasmo all’ultimo Festival di Cannes, La donna elettrica è una commedia travolgente e fuori dagli schemi, capace di unire emozione, impegno e divertimento. La protagonista, Halla, sembra una donna come le altre, ma dietro la routine di ogni giorno nasconde una vita segreta: armata di tutto punto compie spericolate azioni di sabotaggio contro le multinazionali che stanno devastando la sua terra, la splendida Islanda. Quando però una sua vecchia richiesta d’adozione va a buon fine e una bambina si affaccia a sorpresa nella sua vita, Halla dovrà affrontare la sua sfida più grande… Già regista dell’acclamato ‘Storie di cavalli e di uomini’, Benedikt Erlingsson colpisce al cuore con un ritratto di donna memorabile e un omaggio al paesaggio islandese di struggente bellezza» (dalla nota sul film).

Si parla spesso di ambiente, ma ci sono lavori che riescono a essere più incisivi di altri e La donna elettrica ha proprio questo merito. “I “diritti della Natura” dovrebbero essere di fatto considerati allo stesso livello dei “diritti umani”. I diritti della Natura dovrebbero essere protetti con forza in ogni costituzione e difesi da leggi internazionali. Tutti noi dobbiamo capire che la natura incontaminata ha un diritto intrinseco a esistere, una necessità che va al di là dei bisogni dell’uomo e del nostro sistema economico. A volte succede invece che lo stesso Stato, che nei paesi democratici si dà per scontato che sia uno strumento creato dal popolo per il popolo, possa essere facilmente manipolato da interessi particolari contro il bene comune. Quando guardiamo alle grandi sfide che dobbiamo affrontare sulle questioni ambientali, questo ci appare perfettamente chiaro. Ne La donna elettrica questo tema diventa terreno fertile per una commedia, ma nella realtà, in alcuni paesi, è piuttosto l’argomento per una tragedia”, ha specificato il regista.

Grande merito per l’ottima riuscita di questa perla che non potete perdervi va dato alla protagonista, Halldóra Geirharðsdóttir.

— La prima pietra di Rolando Ravello

L’ultimo lavoro del regista di ‘Tutti contro tutti’ si regge in primis su un cast d’eccezione e non meramente per i nomi noti, ma per come questi siano aderenti ai personaggi archetipici che rappresentano. Ne ‘La profezia dell’armadillo‘ avevamo evidenziato la voce di Valerio Aprea, che anche in questo caso dà sfoggio delle sue capacità comunicative, a partire dalla mimica facciale.
Tocca a lui interpretare una delle due parti offese – sorte condivisa con la moglie (una Iaia Forte ,come sempre, brava); ma facciamo un salto indietro. “È un normalissimo giorno di scuola, poco prima delle vacanze di Natale, e tutti sono in fermento per la recita imminente. Un bambino, intento a giocare con gli altri nel cortile della scuola, lancia una pietra rompendo una finestra e ferendo lievemente il bidello. Si tratta di un bimbo musulmano e l’accaduto darà vita ad un dibattito, ricco di colpi di scena, che vedrà protagonisti il preside (l’ottimo Corrado Guzzanti), la maestra (Lucia Mascino, che volutamente gioca con l’idea di donna sopra le nuvole), il bidello e sua moglie (Aprea e Forte) e naturalmente la mamma del bambino, insieme a sua suocera (Kasia Smutniak e la serafica Serra Yılmaz)” (dalla sinossi). La prima pietra è tratto da un testo teatrale di Stefano Massini (autore, tra gli altri, di ‘Lehman Trilogy’) e si vede eccome (e lo diciamo in un’accezione positiva), non solo per l’impianto, ma anche perché è giocato sull’importanza delle parole, oltre che dei dettagli. Su quest’elemento entra in campo la macchina da presa, che contribuisce a costruire l’idea di sfida che si instaura tra le due parti.

Si ride e di gusto, con un ribaltamento dei ruoli (torna ancora una volta in mente ciò che troppo spesso ci dimentichiamo: i bambini ci guardano) e un epilogo che non vuole strizzare l’occhio allo spettatore, ma fa ben guardare in faccia quanto si possano superare i limiti e sia più semplice fuggire dalle responsabilità. “La vita è una farsa dove tutti abbiamo una parte”, diceva Rimbaud e proprio con tono farsesco, in cui si toccano punte estreme, post visione ci si ritrova a pensare che non ci può essere catarsi perché non c’è scampo, ancor più se la cattiveria non fa sconti.

— Lontano da qui di Sara Colangelo

Lisa (impeccabile Maggie Gyllenhaal) è una maestra d’asilo di Staten Island che frequenta un corso di poesia, sua grande passione, che a poco a poco la sta allontanando dal marito e dai figli. Un giorno Lisa rimane incantata dal talento innato di un suo giovane allievo di 5 anni, Jimmy, capace di comporre con incredibile disinvoltura le poesie che lei ha sempre sognato di scrivere.
Lisa decide così di coltivare il talento del bambino, trascurato dalla famiglia, e di proteggerlo dall’indifferenza della società, spingendosi però oltre i limiti della sua professione” (dalla trama).

Con sensibilità la Colangelo dirige i bravi interpreti, tratteggiando una storia non affatto semplice e molto delicata. “Il film è stato un progetto emozionante per me perché, principalmente, è la storia di una donna. Mi ha dato l’opportunità di approfondire l’affascinante psicologia di Lisa…
per esplorare i meccanismi interiori, le buone intenzioni che prendono una strada sbagliata e il desiderio della donna di arricchire intellettualmente la propria vita.
La storia dà modo di interpretare quello che penso sia un ruolo da protagonista complesso e sfaccettato per una donna quarantenne, una rarità sia per l’industria hollywoodiana che per quella indipendente. Infine, è stata un’occasione unica per discutere del ruolo, se ne esiste uno, della poesia nella moderna vita americana. C’è ancora spazio per la bellezza, per il significato e l’espressione umana nell’attuale Amministrazione e in un mondo di smartphone, videogiochi, pistole e lontane guerre d’oltreoceano? È una questione vitale e per cui vale la pena discutere con il pubblico
americano”, ha raccontato la regista.

—Santiago, Italia di Nanni Moretti

Dopo esser stato il film di chiusura della 36esima edizione del Torino Film Festival, il documentario diretto dal regista romano è uscito subito nelle nostre sale e vi assicuriamo che vi capiterà anche di commuovervi.

“Il film-documentario racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende, e si concentra in particolare sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l’Italia” (dalla scheda).

Alcuni consigli sui film di novembre

— A Private War di Matthew Heineman

Dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2018, il biopic sulla reporter di guerra Marie Colvin arriva in sala grazie a Notorius Pictures.

La donna (interpretata ottimamente da Rosamund Pike) ha lavorato per il “settimanale britannico The Sunday Times dal 1985 al 2012. Il film racconta il suo intrepido impegno presso i luoghi distrutti dalla guerra, Iraq, Afghanistan e Libia, fino a quando all’età di 56 anni, inviata ad Homs per seguire la guerra in Siria, venne tragicamente uccisa insieme al fotografo francese Rémi Ochlik durante un’offensiva dell’esercito locale” (dalla trama).

“Colvin era uno spirito assolutamente senza paura e ribelle, pronta a correre enormi rischi per ottenere una storia”, ha raccontato il regista che esordisce con questo lavoro nel lungometraggio e di cui ricordiamo il documentario ‘City of Ghosts’. “Era costantemente sotto attacco, ma ciò che la distingueva davvero, più di ogni altra cosa, era il suo profondo desiderio di mostrare la vera sofferenza
umana causata dalla guerra. La sua missione, con le sue stesse parole, era di “alzare la testa contro il potere”. Voleva che il mondo si preoccupasse di quelle atrocità indicibili – che sono così spesso tenute a debita distanza – tanto quanto lei.
Ma, nel farlo, è stata profondamente colpita dagli orrori che ha documentato, e ha cominciato lentamente a perdere il controllo sulla sua vita privata. Alcuni dicono che i reporter di guerra diventano dipendenti dalla guerra – e lei non ha fatto eccezione. Era una droga a cui non poteva sfuggire. La guerra, paradossalmente, era spesso il suo rifugio”. Non solo dalle sue parole, ma anche dal risultato finale si coglie una grande onestà nel ritrarre questa donna, restituendoci il suo valore giornalistico, ma anche l’aspetto umano. A Private War è un film dal forte impatto emotivo.

Curiosità importante: la Colvin è stata la prima giornalista straniera a riuscire ad entrare nello Sri Lanka occupato dalle Tigri Tamil. Ignorando un vecchio divieto per i giornalisti, attraversò il Vanni e scoprì una ben celata crisi umanitaria per i 500.000 civili che vivevano lì.

— Black Tide di Érick Zonca

Il regista francese, di cui ricorderete, ‘La vita sognata degli angeli’, è stato da poco premiato al ‘Profondo giallo Piacenza noir festival’, dove ha presentato proprio questo ultimo lavoro tratto dal best seller ‘Un caso di scomparsa’ di Dror Mishani.

“Il giovane Dany scompare nel nulla, sulle sue tracce si mettono in due. Il primo è François Visconti (Vincent Cassel), un detective stanco e disilluso, da poco abbandonato dalla moglie. Sarà lui a prendere le redini del caso e organizzare le ricerche del sedicenne. Mentre da un lato dedicherà tutte le sue energie al ritrovamento di Dany, dall’altro non riuscirà a prendersi cura di Denis, il figlio adolescente, che sembra essere coinvolto in un traffico di droga. Il secondo è Yann Bellaile (Romain Duris), il professore del ragazzo scomparso che cercherà anche lui di rintracciarlo. I due si troveranno uniti dalla determinazione di scoprire la verità, una verità che sfugge, che si camuffa sotto molteplici ambigue sembianze” (dalla trama).

Non è semplice mettere a tema un grande classico come il rapporto genitori-figli e questo thriller riesce a farlo con originalità e la giusta dose di tensione. Black Tide è un film che “affronta la complessità delle emozioni, ma anche il peggiore dei temi: la sparizione e il delitto.
Nel cast accanto a Vincent Cassel, Romain Duris e Sandrine Kiberlain anche Elodie Bouchez, Charles Berling, Hafsia Herzi e Jérome Pouly” (dalla nota di presentazione).

— Conversazione su Tiresia

In sala solo dal 5 al 7 novembre, per poi ritornare il 22 novembre dopo il grande successo al botteghino. Inoltre vi segnaliamo che alla Cineteca di Milano è in programmazione fino al 2 dicembre. Se volete saperne di più leggete il nostro articolo.

— In guerra di Stéphane Brizé

“Colui che lotta può perdere, colui che non lotta ha già perso”. Questa frase di Bertol Brecht è posta all’inizio di In guerra, quasi a voler dichiarare sin da subito la morale (senza retorica) non della favola, ma di una storia sì di fiction, ma così realistica da far tremare i polsi.
Nell’ultimo lavoro di Brizé a fare la parte da leone è senza dubbio Vincent Lindon, che dà corpo, voce e silenzi al protagonista con una prova d’attore da applausi.

“Nonostante i sacrifici finanziari dei dipendenti e l’aumento dei profitti dell’ultimo anno, i dirigenti della Perrin Industries decidono improvvisamente di chiudere una fabbrica. I 1100 dipendenti, rappresentati dal loro portavoce Laurent Amédéo, decidono di opporsi a questa drastica decisione, pronti a qualsiasi cosa pur di non perdere il posto di lavoro” (dalla sinossi). Il lungometraggio, però, mostra benissimo come si possa arrivare a essere “in guerra” all’interno dei vari sindacati degli operai e quanto sia difficile perseguire un obiettivo per il bene comune e in una prospettiva di lunga durata. Lo scontro tra l’azienda e i lavoratori è durissimo e Lindon trasmette perfettamente tutta la rabbia di chi ha lavorato sodo e osserva i “potenti” venir meno alle promesse.

Non si può mancare a questo appuntamento di visione che ci ricorda quanto sono importanti i diritti dei lavoratori, battersi per farli rispettare e non far vincere la cosiddetta legge del mercato. La storia e il modo di raccontarla (vedi la macchina a mano e l’uso dei media) sono talmente realistici che sembra un documentario su una delle tante vicende che, forse, ascoltiamo distrattamente vedendo i tg, dimenticandoci che ci riguarda in prima persona. La fabbrica e le dinamiche annesse sono esemplificative di una logica datore di lavoro e dipendenti che vige in ogni settore. “È una situazione talmente frequente che ne sentiamo parlare ogni giorno nei notiziari, ma forse senza comprenderne veramente la posta in gioco e i meccanismi in atto. L’esempio di Perrin Industries mostrato nel film, è lo stesso di Goodyear, Continental, Allia, Ecopla, Whirlpool, Seb, Seita e così via. In tutti questi casi, esperti analisti hanno evidenziato l’assenza di difficoltà economiche delle aziende o di una minaccia sul piano concorrenziale”, ha dichiarato il regista.

—  Isabelle di Mirko Locatelli

Questo nuovo lavoro del regista milanese si regge innegabilmente sulla protagonista (una perfetta Ariane Ascaride), la quale riesce a comunicare – anche la sua aurea di mistero in quei silenzi che riempiono letteralmente lo schermo.

“Isabelle vive in una grande villa circondata da vigneti, in prossimità di Trieste. Il paesaggio è un vero paradiso: da un lato la campagna illuminata dal sole, dall’altro il mare che si infrange contro la scogliera a pochi chilometri di distanza.
Come ogni estate suo figlio, Jérôme (Robinson Stévenin), va a trovarla in questo piccolo locus amoenus per trascorrere un po’ di tempo con la madre. In realtà si intuisce sin da subito che qualcosa è accaduto in quella “calma apparente”” (dalla scheda). Lo spettatore assiste al tentativo della donna di trovare una via di riscatto, ma, come il più delle volte accade, nulla è calcolabile a tavolino.

Il lungometraggio fa riflettere, tra gli altri, sul senso di colpa, cercando di trattarlo con una cifra personale e un’evoluzione non scontata.

— Ötzi e il mistero del tempo di Gabriele Pignotta

“Seguiamo sin da subito le vicende di Kip (Diego Delpiano), un ragazzo come tanti, intelligente e sensibile, per cui il tempo dell’infanzia sta finendo. Negli ultimi giorni prima di lasciare per sempre Bolzano e gli amici del cuore, Kip vive con loro un’esperienza straordinaria. Quando si reca al museo a salutare la mummia Ötzi (Michael Smiley) per l’ultima volta, accade qualcosa di magico: Ötzi si risveglia, cominciando a rigenerarsi. Mentre Ötzi, in incognito, incontrerà il ventunesimo secolo, Kip apprenderà da lui i segreti dell’età del rame: scoprirà così che il tempo che credeva tiranno può essere un magico e sconvolgente alleato. Inseguiti per i boschi e le montagne dell’Alto Adige, Ötzi e gli amici vivranno un’avventura giocosa e spericolata, arrivando a confrontarsi coraggiosamente con le proprie paure e fragilità” (dalla scheda). Va ammirata la volontà di cimentarsi con un genere da troppo poco tempo frequentato in Italia. A malincuore dobbiamo rilevare dei problemi nel doppiaggio (è stato girato in inglese).
Vi consigliamo di vederlo coi vostri ragazzi (figli o nipoti) perché potrebbe essere una piacevole “avventura” da condividere. Tra gli interpreti anche Vinicio Marchioni e Alessandra Mastronardi.

—  Ride di Valerio Mastandrea

A breve vi racconteremo perché vale la pena vedere l’esordio dietro la macchina da presa dell’attore romano.

— Troppa grazia di Gianni Zanasi

Dopo averci conquistato, in particolare, con la commedia amara ‘Non pensarci’, il regista emiliano non si smentisce neanche con l’ultimo lavoro.

“Lucia (Alba Rohrwacher) è una geometra che vive da sola con sua figlia. Mentre si arrangia tra mille difficoltà, economiche e sentimentali, il Comune le affida un controllo su un terreno scelto per costruire una grande opera architettonica. Lucia nota che nelle mappe del Comune qualcosa non va, ma per paura di perdere l’incarico decide di non dire nulla. Il giorno dopo, mentre continua il suo lavoro, viene interrotta da quella che le sembra una giovane “profuga” (Hadas Yaron). Lucia le offre 5 euro e riprende a lavorare. Ma la sera, nella cucina di casa sua, la rivede all’improvviso, davanti a lei. La “profuga” la fissa e le dice: «Vai dagli uomini e dì loro di costruire una chiesa là dove ti sono apparsa…»” (dalla sinossi).

“Questo non è, evidentemente, un film di tema religioso”, ha specificato Zanasi. “Perché non è un film sulla capacità di credere in Dio oppure no. Ma è sulla capacità di Credere Ancora, nonostante il nostro non essere più bambini. Di sentire, di immaginare. La Madonna del film non è quella del racconto religioso, ma la “Madonna di Lucia”, semplicemente. L’espressione schizofrenica di quella capacità di credere che è propria dell’infanzia, che Lucia ha soffocato per tanto tempo e che torna da lei giustamente molto arrabbiata. per impedirle di disfarsi completamente della sua parte vivente”. Con grazia e la giusta misura, la Rohrwacher dà spessore a tutto questo, restituendo anche scene divertenti (vedi, ad esempio, l’apparizione durante la conferenza stampa di presentazione del progetto. Troppa grazia si perde un po’ nel finale, per quanto (senza svelarvelo) voglia suggerire un atto di fiducia di un uomo (Elio Germano) verso la donna che ama.

Nel cast anche Giuseppe Battiston, Carlotta Natoli, Thomas Trabacchi.

PER I MILANESI: venerdì 23 novembre, presso l’Anteo Palazzo del Cinema, Zanasi presenta il suo film introducendo la proiezione delle h 20,30 in Sala Astra.

— Tutti lo sanno di Asghar Farhadi

“In occasione del matrimonio della sorella, Laura torna con i figli nel proprio paese natale, nel cuore di un vigneto spagnolo. Ma alcuni avvenimenti inaspettati turberanno il suo soggiorno facendo riaffiorare un passato rimasto troppo a lungo sepolto”. Il regista iraniano torna a realizzare un lungometraggio con cui riesce a creare ancora una volta una suspense non indifferente e lo fa servendosi di attori che non sono solo stars, ma in primis giusti e generosi nelle loro interpretazioni. Ci riferiamo a Penélope Cruz, Javier Bardem e Ricardo Darín.

“I due personaggi principali sono stati scritti per Penélope e Javier. Erano quattro anni che parlavamo della sceneggiatura e avevano già accettato di fare il film. Quindi ho scritto il copione pensando a loro. Ma gli altri li ho scelti tutti dopo aver scritto il copione”, ha dichiarato il regista di ‘Una separazione’. “Quello che cerco durante la stesura di una sceneggiatura e la lavorazione di un film, e che domina il mio spirito, si può riassumere in una parola: empatia. Non mi interessa necessariamente trasmettere un messaggio. Se alcuni spettatori di una qualsiasi parte del mondo, qualunque siano la loro lingua, la loro cultura o il loro carattere, riescono a provare un sentimento di empatia per uno dei miei personaggi, a immedesimarsi in uno di loro, allora ho raggiunto il mio scopo. È questo che metto al primo posto quando faccio un film, la cosa di cui io stesso ho bisogno e di cui il mondo intero ha bisogno oggi : la comprensione per gli esseri umani al di là delle frontiere e delle culture…” ed è proprio ciò che avviene assistendo a Tutti lo sanno in cui ci si sente coinvolti in prima persona nel cercare di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle.

Eventi cinematografici

 

Rassegne cinematografiche

— Cinema in Battello

sui Navigli 15 ottobre – 31 dicembre

Dopo la stagione estiva, si torna sui navigli e i primi titoli sono già sold-out.

Giovedì 18 si è cominciato con un cult ‘Divorzio all’italiana’, mentre domenica 21 non poteva mancare all’appello un capolavoro della commedia all’italiana ‘I soliti ignoti’. Ultimi posti anche per ‘Amici miei’. Qui potete consultare l’intero programma.

ORARI: h 19,50

PREZZI: 14€ navigazione in battello+film; bambini gratis

NOTA BENE: la prenotazione è obbligatoria. L’imbarco avviene da via Ascanio Sforza, 41.

— Cinemamme

Anteo Palazzo del Cinema 13 dicembre 2018 – 21 febbraio 2019

Volume basso, luci soffuse, area nursery, scalda-biberon sono gli elementi che contraddistinguono le proiezioni di Cinemamme, in un ambiente accogliente per la mamma (o il papà, o i nonni o gli zii) e il neonato.
Ancora una volta la nostra città dimostra delle attenzioni non scontate.

Qui l’intero programma.

ORARIO: h 11

PREZZI: intero 4€; ridotto 3€. Abbonamento 4 ingressi 10€

Alcuni consigli sui film usciti a ottobre

— A Star is Born di Bradley Cooper

L’attore candidato Oscar, tra gli altri, per ‘American Hustle’ ha deciso di un cimentarsi con un cult per esordire dietro la macchina da presa, assolvendo anche al ruolo di co-protagonista. “Jackson Maine (Cooper), un famoso musicista nel momento più basso della sua carriera, si innamora di una talentuosa attrice di nome Ally e si offre di farle da pigmalione nel mondo dello spettacolo. Nei panni dell’astro nascente della musica country, la stella del pop Lady Gaga (accreditata come Stefani Germanotta) raccoglie l’eredità di Janet Gaynor, Judy Garland e Barbra Streisand. La relazione passionale tra Jackson e Ally si incrina quando la carriera in ascesa della donna oscura definitivamente quella già in declino del compagno, al quale non resta che rinunciare alla ragazza e avviarsi lungo il viale del tramonto” (dal plot ufficiale).

Anche se avete visto le tre precedenti trasposizioni cinematografiche, siamo sicuri che questa – tanto più se siete emotivi – vi conquisterà. Lady Gaga è molto convincente, non solo nei momenti canori che più le sono congeniali, ma complessivamente nel ruolo di questa donna acqua e sapone, innamorata di un uomo che ha creduto in lei. I due si completano a vicenda, con Cooper che, dal canto suo, mostra un’ottima presenza scenica nei panni del protagonista-cantante.

Quando avrete finito di vederlo, avrete voglia immediatamente di riascoltare l’ottima colonna sonora.

— Conversazione su Tiresia

Sarà in sala solo dal 5 al 7 novembre per cui è un’occasione da cogliere al volo. Se volete saperne di più leggete il nostro articolo.

— Euforia di Valeria Golino

“Matteo (Riccardo Scamarcio) è un giovane imprenditore di successo, spregiudicato, affascinante e dinamico. Suo fratello Ettore (Valerio Mastandrea) vive ancora nella piccola cittadina di provincia dove entrambi sono nati e insegna alle scuole medie. È un uomo cauto, integro, che per non sbagliare si è sempre tenuto un passo indietro, nell’ombra. Sono due persone all’apparenza lontanissime. La vita però li obbliga a riavvicinarsi e una situazione difficile diventa per i due fratelli l’occasione per conoscersi e scoprirsi, in un vortice di fragilità ed euforia” (dalla trama).

“Le loro reciproche certezze entrano in crisi quando Matteo scopre che il fratello è malato e decide di nascondergli la verità. Mentre Ettore sceglie di lasciarsi andare, di farsi guidare, di credere al fratello e alla sua hybris che lo spinge a pensare di poter controllare, vincere ogni cosa. Ispirandomi a fatti accaduti a persone a me care, mi sono avvicinata, insieme alle sceneggiatrici Francesca Marciano, Valia Santella e con la collaborazione di Walter Siti, a questa storia come ad un oggetto fragile e prezioso, nel tentativo di tratteggiare, insieme ai protagonisti, anche la nostra contemporaneità”, ha raccontato la Golino, dimostrando ancora una volta una sensibilità di sguardo non scontata e coraggio nell’affrontare temi che spesso corrispondono a ferite che ci portiamo dentro.

La malattia è, invece, proprio il luogo della fragilità, della caducità, ci mette di fronte ai limiti della nostra esperienza umana ma anche a quanto di più profondo e prezioso essa custodisce. E in questo senso porta i protagonisti a fare i conti con le proprie ipocrisie e a riconoscersi. Ettore e Matteo scelgono di non rimandare più il momento della consapevolezza, scelgono di tornare in superficie”. Completano il cast Isabella Ferrari, Valentina Cervi, Andrea Germani, Marzia Ubaldi, Jasmine Trinca.

— First Man di Damien Chazelle

Un film che va ben oltre l’impresa eroica dello sbarco sulla luna, mostrandoci tutti i risvolti umani. “Il film si concentra sulla figura di Neil Armstrong (il bravissimo e credibile Ryan Gosling) e sugli anni tra il 1961 e il 1969. Resoconto viscerale in prima persona, basato sul libro di James R. Hansen, il film esplorerà i sacrifici e il costo che avrà per Armstrong e per l’intera nazione, una delle missioni più pericolose della storia”.

— Il bene mio di Pippo Mezzapesa

“Quella di Elia è una storia drammaticamente paradossale, che ha inizio nell’istante stesso in cui rimane l’ultimo abitante di Provvidenza, in cui è di fronte ad un bivio, che sradica la sua fermezza: scendere o rimanere. Drammatici sono il terremoto e il lutto, paradossale ed estrema è la reazione eremitica. Strambi sono i personaggi che ascendono e scandiscono la narrazione del film, eppure profonda è la ferita che lacera il loro animo. Una vicenda in cui tutti hanno le proprie ragioni, in cui tutti sono tasselli di una comunità perduta che cerca come può di esorcizzare il dolore”, ha dichiarato il regista pugliese.

Anche chi non ha vissuto direttamente il terremoto, può arrivare a comprendere quello stato d’animo che ben tratteggia Sergio Rubini con la sua interpretazione, ma uno degli aspetti positivi de Il bene mio risiede proprio in ciò che sottolineava Mezzapesa: tutti hanno le proprie ragioni. Oltre all’ultimo abitante di Provvidenza (Elia), c’è la comunità che ha voluto rimuovere e riversarsi in Nuova Provvidenza, il sindaco così come Noor (Sonya Mellah), colei che farà fare i conti al protagonista più di tutti.

“Il film ha i toni di una poesia semplice, ma estremamente evocativa. Un film che si fa portavoce di novità, di disperazione e allo stesso tempo di felicità e speranza. Dal primo istante è stato un film da farsi, per la sua forma diversa, poetica, saggia, commovente”, ha evidenziato il produttore Cesare Fragnelli ed è proprio per queste caratteristiche che ve lo consigliamo.

— In viaggio con Adele di Alessandro Capitani

Il regista di ‘Bellissima’ (premiato come miglio corto ai David di Donatello nel 2016), ha scelto una storia intensa e delicata per il suo lungometraggio di esordio (il soggetto è stato ideato dallo stesso Haber con Nicola Guaglianone e Tonino Zangardi – scomparso di recente). “Adele (Sara Serraiocco) è una ragazza speciale. Libera da freni e inibizioni, indossa solo un pigiama rosa con le orecchie da coniglio, non si separa mai da un gatto immaginario e colora il suo mondo di Post-it, dove scrive tutto quello che le passa per la testa.
Cinico e ipocondriaco, Aldo (Alessandro Haber) è un attore di teatro che, appoggiato da Carla (Isabella Ferrari) – sua agente, amica e occasionale compagna di letto – si trova alla vigilia della sua ultima grande opportunità nel mondo del cinema. L’improvvisa morte della mamma di Adele sconvolge i piani di Aldo che scopre solo ora di essere il papà della ragazza” (dalla sinossi). Non era semplice non (s)cadere in facili soluzioni, ma il film riesce a evitare certi rischi grazie a un’onestà di intenti e alla semplicità e profondità di sentimenti ben espressi innanzitutto dal perfetto connubio tra Haber e la Serraiocco e dalle loro singole interpretazioni. Merito va dato anche alla delicatezza di sguardo registico e agli altri attori che costituiscono il cast, dalla sempre in parte Anna Ferruzzo alla Ferrari, senza dimenticare la partecipazione straordinaria di Patrice Leconte.

“Tu mica hai paura di morire, tu tieni paura di vivere” asserisce la ragazza rivolgendosi ad Aldo, dimostrando una sensibilità e una capacità di ascolto e osservazione che la maggior parte di noi ha dimenticato. “Alla fine, in questo viaggio con Adele, Aldo capirà una cosa molto semplice ma nello stesso molto profonda: che non serve a nulla condannare tutto ciò che non è “normale”. Bisogna celebrare l’unicità (di Adele) ed essere felici ogni volta che qualcuno libera la propria immaginazione”, ha dichiarato Capitani.
Dopo esser stato scelto come film di preapertura della Festa del Cinema di Roma, il lungometraggio è al cinema distribuito da VisionDistribution.

— Quasi nemici di Yvan Attal

In questo film Daniel Auteuil offre l’ennesima prova d’attore da non perdersi. A breve vi forniremo maggiori dettagli in un approfondimento.

— Soldado di Stefano Sollima

Quando si legge il nome di questo regista non si può non pensare a come egli sia una garanzia, tanto più nel maneggiare certi generi ed è così che il sequel di ‘Sicario’ non delude le aspettative. “Nella guerra alla droga non ci sono regole. La lotta della CIA al narcotraffico fra Messico e Stati Uniti si è inasprita da quando i cartelli della droga hanno iniziato a infiltrare terroristi oltre il confine americano. Per combattere i narcos l’agente federale Matt Graver (Josh Brolin) dovrà assoldare il misterioso e impenetrabile Alejandro (Benicio Del Toro), la cui famiglia è stata sterminata da un boss del cartello. Alejandro scatenerà una vera e propria, incontrollabile guerra tra bande in una missione che lo coinvolgerà in modo molto personale” (dalla trama). Per chi ama gli action-thriller.

— The Wife – Vivere nell’ombra di Björn Runge

Glenn Close e Jonathan Pryce sono i protagonisti di un’opera che dà corpo all’idea di come dietro a un grande uomo ci sia una grande donna.
“Joan Castleman (la Close) è una donna estremamente intelligente e ancora molto bella, la perfetta moglie devota. Quarant’anni passati a sacrificare il suo talento, i suoi sogni e le sue ambizioni per incoraggiare e sostenere la carriera letteraria del carismatico marito Joe (Pryce), sopportando e giustificando con pazienza le sue numerose scappatelle.
Un tacito patto su cui è stato basato il loro matrimonio fatto di compromessi che la sola Joan deve sopportare. Ma dopo tanti anni ha finalmente raggiunto il punto di rottura. Alla vigilia del Premio Nobel, conferito a Joe per la sua apprezzata produzione letteraria, Joan si trova a confrontarsi con il più grande sacrificio della sua vita” (dal plot). Tanto più in questo periodo si sta riflettendo sul ruolo della donna, sui compromessi e questa è una storia che centra in pieno il focus.

Vale la pena vederlo anche per le prove d’attore che ci offrono questi due “mostri sacri”. “Per me”, ha raccontato il regista, “questo film è come la musica; il modo in cui Glenn Close e Jonathan Pryce recitano mi fa pensare a due strumenti solisti che suonano insieme. Durante il montaggio è stato impossibile per me separare la storia dalla loro interpretazione, avevano la capacità di incorporare la sceneggiatura nella loro recitazione in un modo profondamente affascinante”.

— Up & Down – Un film normale di Paolo Ruffini e Francesco Pacini

Ci sono film che lasciano il segno e questo documentario è tra questi, permettendoci di conoscere degli artisti che colpiscono per il percorso compiuto e per le emozioni che sanno restituire, anche nei piccoli gesti.

“Che cosa significa essere normali? Quali caratteristiche esattamente dovremmo avere per definirci così? Cinque attori con Sindrome di Down e uno autistico sono accompagnati in un viaggio lungo un anno intero dall’amico Paolo Ruffini. La loro è la storia di un sogno che si trasforma in un’avventura, la storia di una compagnia teatrale che vuole compiere un’impresa “normale”: realizzare un grande spettacolo – scorretto, esilarante, irriverente – e portarlo in tournée nei più prestigiosi teatri d’Italia. Federico, Andrea, Erika, Giacomo, Simone e David sono i protagonisti di questa impresa, sono i super eroi “sbagliati” con il poter inconsapevole di compiere l’impossibile” (dalla sinossi).

“Ho iniziato a girare questo film con l’intenzione di raccontare nella maniera più autentica possibile la meraviglia che ho scoperto lavorando con questi attori. Quando ho finito di girare mi sono accorto che avevo invece appena iniziato ad imparare”, ha confessato Ruffini. Ci permettiamo di immaginare che ciascun spettatore potrebbe vivere, in piccolo, questa sensazione assistendo al film perché – fuor di retorica – c’è davvero da imparare da loro, a partire dal dato di fatto che nessuno è normale.

Il film esce in poche copie – per ora – e ci si augura che il passaparola possa aiutare nel far conoscere questo lavoro e, di conseguenza, gli artisti della compagnia Mayor von Frinzius diretta da Lamberto Giannini. A Milano lo trovate in programmazione all’UCI Cinema Bicocca.

Alcuni consigli sui film usciti a settembre

— A voce alta – La forza della parola di Stéphane De Freitas e Ladj Ly

“Ogni anno all’Università di Saint-Denis, nella periferia nord di Parigi, si svolge Eloquentia, una gara di oratoria che premia “Il miglior oratore del 93”, dove 93 rappresenta il distretto di Seine-Saint-Denis. Gli studenti, provenienti da diversi contesti sociali, si preparano ad affrontare la competizione con l’aiuto di consulenti professionisti che insegnano loro la raffinata arte del parlare in pubblico. Durante le settimane, i giovani imparano i sottili meccanismi della retorica, si raccontano rivelando agli altri, ma soprattutto a loro stessi, i propri talenti”. Posta così potrebbe apparire un film per pochi e si potrebbe pensare anche che sia pesante, invece si tratta di un documentario che potrebbe riservarvi delle sorprese, coinvolgendovi in questa riscoperta della parola e del dialogo.

“Spero che vedere il documentario al cinema faccia riflettere e apra una finestra di dialogo. Spero che le persone possano supportare l’idea della convivenza pacifica e rendersi conto che possiamo avere opinioni diverse sulla vita e riuscire lo stesso a parlare e a capirci. Non credo sia un’idea utopica. Al di là di questa speranza, vorrei dimostrare che nelle periferie ci sono ragazzi disposti a fare uno sforzo reale per acquisire competenze, vivere i loro sogni e avere una voce che conta nella nostra società”, hanno dichiarato gli ideatori. In sala con Wanted Cinema.

— BlacKkKlansman di Spike Lee

“Sono gli anni ’70 e Ron Stallworth (John David Washington) è il primo agente afro-americano che lavora nel Dipartimento di Polizia di Colorado Springs. Determinato a farsi un nome, Stallworth si imbarca coraggiosamente in una missione pericolosa: infiltrarsi e smascherare il Ku Klux Klan. Per l’importantissima indagine sotto copertura, Il giovane agente presto recluta un collega di maggiore esperienza, Flip Zimmerman (Adam Driver). Insieme i due fanno squadra per abbattere l’estremistico Gruppo dell’Odio mentre l’organizzazione si prefigge di dare una ripulita alla sua violenta retorica per conquistare la massa” (dalla sinossi).

Con un umorismo e un sarcasmo che non hanno peli sulla lingua, il regista di ‘Lola Darling‘, affronta ancora una volta e a suo modo il tasto annoso del razzismo. “Il tema è senza tempo”, ha dichiarato Washington. “Oggi lottiamo ancora per le stesse cose. Immagino che questo sia il motivo per cui è stato un sollievo, una sorpresa e una gioia vedere che gli uomini e le donne di tutti i colori e di tutti i dipartimenti hanno lavorato con Ron per aiutarlo a raggiungere il suo traguardo. Se lo facevano a Colorado Springs a metà degli anni ’70, allora possiamo farlo anche noi oggi, adesso. Questi siamo noi; quello che vediamo è il comportamento umano. Non è finzione”.
Il co-produttore Peele ha aggiunto: “A me sembra che stiamo vivendo in un tempo in cui pezzi di questa nazione hanno perso la consapevolezza di chi siano i Buoni e chi i Cattivi. Nazismo, Supremazia dei Bianchi, il Klan sono i Cattivi. Sono gruppi di odio. E noi sembriamo essere arrivati al punto in cui il Presidente degli Stati Uniti critica i Buoni di entrambi gli schieramenti di quella che dovrebbe essere una netta polarità. Questo film non è solo un intrattenimento per la folla, è un’esperienza che dovremmo fare tutti e che ci aiuta a ritarare la nostra bussola morale su temi come il razzismo e la supremazia bianca in questa nazione”.

BlacKkKlansman è stato insignito del Grand Prix a Cannes 2018.

— Girl di Lukas Dhont

“Hai il corpo di una donna, sei già tutto quello che diventerai” è una delle frasi più significative di quest’opera prima, in cui a parlare sono molto anche i gesti e le espressioni, in particolare della protagonista (Victor Polster è straordinario in questo ruolo sia per l’impegno fisico che nel creare spessore al personaggio, instaurando un legame empatico con lo spettatore di turno).

Lara è un’adolescente con la passione della danza classica: “insieme al padre e al fratellino si è trasferita in un’altra città per frequentare una prestigiosa scuola di balletto, a cui dedica tutta se stessa. Ma la sfida più grande è riuscire a fare i conti con il proprio corpo, perché Lara è nata ragazzo…” (dalla scheda). In Girl si tocca con mano la sofferenza della protagonista, fino a che punto si possa arrivare a provare dolore e a procurarselo a causa di quella sensazione di sentirsi in un corpo non proprio.
Il lungometraggio è frutto del “desiderio di raccontare la storia di un personaggio giovanissimo, capace di sfidare una società in cui genere e sesso sono ancora inevitabilmente connessi, e dal bisogno di dire qualcosa su come percepiamo il genere, sulla femminilità e la mascolinità. Ma soprattutto sulla lotta interiore di una giovane eroina che mette a rischio il proprio corpo per diventare la persona che vuole essere. Qualcuno che sceglie di essere se stesso all’età di 15 anni, quando a molte persone occorre una vita intera”, ha dichiarato il giovane regista, coraggioso nello scegliere un tema così per esordire dietro la macchina da presa.

Curiosità: all’ultimo Festival di Cannes, ha conquistato ben 4 premi da 4 diverse giurie: Caméra d’or come migliore opera prima, Premio alla migliore interpretazione della sezione Un Certain Regard, Premio Fipresci e Queer Palm.

— La profezia dell’armadillo

Leggete la nostra recensione per saperne di più.

— La ragazza dei tulipani di Justin Chadwick

Qui ulteriori dettagli su un film per chi ama le opere in costume e le storie d’amore.

— L’uomo che uccise Don Chisciotte di Terry Gilliam

Altro titolo proveniente dall’ultima edizione del Festival di Cannes e soprattutto un lavoro su cui il cineasta era in ballo da tanto tempo. “Ci abbiamo lavorato così tanto che l’idea di finire davvero le riprese di questo film ‘clandestino’ è quasi surreale’, ha confessato il regista. Qualsiasi persona di buon senso ci avrebbe rinunciato anni fa, ma a volte, i sognatori incalliti alla fine ce la fanno. Per questo voglio ringraziare tutti i sostenitori visionari e malpagati che mi sono stati vicini per trasformare questo sogno in realtà’’.

Non è un’opera perfetta, presenta dei momenti di visionarietà a cui Gilliam ci ha abituati, ma altri in cui perde il bandolo della matassa per strada. “Toby, cinico regista pubblicitario, si ritrova intrappolato nelle bizzarre illusioni di un vecchio calzolaio spagnolo che crede di essere Don Chisciotte. Nel corso delle loro avventure comiche e sempre più surreali, Toby è costretto ad affrontare le tragiche ripercussioni del film realizzato quando era un giovane idealista, che ha inciso in modo indelebile sulle aspettative e sui sogni di un piccolo villaggio spagnolo. Riuscirà Toby a farsi perdonare e a ritrovare la sua umanità? Riuscirà Don Chisciotte a sopravvivere alla sua follia e a salvarsi dalla morte che incombe? Riuscirà l’amore a trionfare su tutto?” (dalla trama). La risposta è sul grande schermo con un cast d’eccezione Adam Driver, Jonathan Pryce, Stellan Skarsgård, Olga Kurylenko, Joana Ribeir, Óscar Jaenada, Jordi Mollà, Rossy De Palma, Jason Watkins, Sergi López.

— Mamma mia – Ci risiamo! di Ol Parker

Gli amanti degli Abba e del musical ‘Mamma mia’ non staranno di certo attendendo i nostri consigli per correre in sala e gustarsi il ritorno e si torna sull’isola a cui Donna (Meryl Streep) era tanto legata. Tocca a Sophie (la brava e dolce Amanda Seyfried) avere in “custodia” la location creata dalla madre. Si viaggia tra passato e presente, scoprendo le avventure di Donna e delle migliori amiche Tanya (Christine Baranski) e Rosie (Julie Walters) e quanto il passato abbia condizionato il presente. Ci si diverte e, se si vi lasciate trasportare, potrete anche ritrovarvi a commuovervi, oltre a provare una voglia irrefrenabile di cantare e ballare.

“Quando vedi Mamma Mia!, ci sono storie delle quali pensi: questa potrebbe essere elaborata un po’”, hanno raccontato gli ideatori. “Abbiamo pensato che fosse una
buona idea mostrare i nostri amati personaggi quando erano più giovani, quando la storia del film in realtà è cominciata. Con questo abbiamo una narrazione che è tutta sui personaggi del primo film e su quello che è accaduto nelle loro vite”
Nel cast, oltre ai già citati, troviamo Pierce Brosnan, Dominic Cooper, Colin Firth, Andy Garcia, Lily James, Stellan Skarsgård, Cher, Jeremy Irvine.

Non vogliamo raccontarvi troppo la trama per farvelo gustare anche nel colpo di scena e in un dono che viene fatto alla platea di turno, ma non aggiungiamo altro.

— Ride di Jacopo Rondinelli

Adrenalina allo stato puro e un forte senso di angoscia, queste sono solo due delle sensazioni che restituisce Ride, esordio dietro la macchina da presa di Jacopo Rondinelli. Max (un Lorenzo Richelmy di cui già avevamo notato la bravura e qui la conferma offrendo un’ottima prova attoriale) e Kyle (Ludovic Hughes è molto credibile) sono due riders acrobatici, amano il rischio e chissà forse anche la paura ad esso annessa.  “Quando ricevono l’invito a partecipare a una misteriosa gara di downhill con in palio 250.000$, accettano senza esitazione per poi scoprire – ormai troppo tardi – di doversi spingere oltre i limiti delle loro possibilità fisiche e psicologiche. Quella che affronteranno sarà così una corsa estrema per la sopravvivenza” (dalla sinossi). Grazie alla potenzialità delle telecamere go pro, si ha una restituzione molto fedele dello sport estremo. Lo spettacolo è assicurato, ma dietro c’è una solida drammaturgia, in cui ogni passo mosso dai riders è credibile, trascinando lo spettatore in un vortice fino all’epilogo finale che spiazza.

Esiste un limite nel mettere a rischio la propria vita – e non solo? Quanto ci condizionano i social network? sono alcuni interrogativi ben lanciati da un film che potrebbe sembrare di “intrattenimento”, ma ha in sé diversi substrati.

— Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio

Dopo la presentazione al settantunesimo Festival di Locarno, l’ultimo lavoro dell’attenta e sensibile Costanza Quatriglio arriva in sala grazie ad I Wonder Pictures. “Sfuggito alle persecuzioni in Afghanistan quando era ancora bambino, Ismail vive in Europa con il fratello Hassan. La madre, che non ha mai smesso di attendere notizie dei suoi figli, oggi non lo riconosce. Dopo diverse e inquiete telefonate, Ismail andrà incontro al destino della sua famiglia facendo i conti con l’insensatezza della guerra e con la storia del suo popolo, il popolo Hazara” (dalla scheda).

“Il corpo di Ismail, la mitezza del suo viso, la sua voce sospesa tra gli angoli più angusti dell’Europa, ci conducono in un altrove che ci appartiene molto di più di quanto siamo disposti a immaginare: dall’evocazione di posti lontani nel tempo e nello spazio a una concretezza fatta di carne e sangue, il film viaggia alla ricerca di risposte che non esistono; ad esistere è la possibilità, per Ismail, di prendersi la parola, quella parola negata perché nessuno, fino a quel momento, l’ha ascoltata” (dalle note di regia). È “curioso” come sia questo film che ‘A voce alta‘ pongano al centro, a modo proprio, la parola, inducendoci a riflettere.

— Sulla mia pelle di Alessio Cremonini

Non bisogna aver timore di vedere questo film perché è un “dono” che ci viene fatto per aprire gli occhi su una vicenda che ci riguarda come cittadini ed esseri umani. Uno dei pregi di questo lavoro – scritto con garbo insieme a Lisa Nur Sultan dallo stesso regista – consiste nello sguardo quasi documentaristico che adotta, non si punta il dito contro, ma si seguono gli ultimi sette giorni di vita di Stefano Cucchi con lucidità, senza voler assolutamente tratteggiare il ragazzo come un “santino”.

Chapeau ad Alessandro Borghi che ridà voce, corpo e silenzi a una Persona. Completano il cast Milvia Marigliano, Max Tortora, Jasmine Trinca.

Ci sarebbe ancora tanto da scrivere a riguardo, ma il consiglio che più ci sentiamo di fare è quello di recarvi al cinema (distribuito da Lucky Red) e qualora foste impossibilitati di sfruttare l’occasione di visione su Netflix.

— Un affare di famiglia di Kore-eda Hirokazu

Il regista e sceneggiatore giapponese ci ha dimostrato più volte di saper affrontare la famiglia, mettendone in discussione anche l’idea canonica. Con quest’ultimo lungometraggio (premiato a Cannes con la Palma d’Oro) torna a commuoverci quasi come avvenne con ‘Father and son‘.

“Dopo una delle loro sessioni di furtarelli nei negozi, Osamu (Lily Franky) e suo figlio s’imbattono in una ragazzina esposta al freddo e al gelo. Inizialmente riluttante a prenderla in casa, la moglie di Osamu accetta di prendersi cura di lei dopo essere stata messa a parte delle difficoltà che è stata costretta ad affrontare. Anche se la famiglia è povera, riuscendo a malapena a fare abbastanza soldi per sopravvivere attraverso i loro piccoli crimini, sembra che tutti riescano a vivere assieme sereni, fino a quando un incidente imprevisto rivela dei segreti che metteranno a dura prova il legame che li unisce” (dalla trama). Non tutti i legami sono come appaiono, la verità è meglio apprenderla al cinema.

Eventi cinematografici conclusi

— Alessio Boni presenta il doc ‘Lo sguardo dell’altro’

Mondadori Megastore di Piazza Duomo 2 dicembre

Da sempre Alessio Boni ha manifestato una sensibilità verso certe cause umanitarie (è stato anche Ambasciatore Unicef) e da diverso tempo è accanto al Cesvi, un’organizzazione umanitaria laica e indipendente. Domenica l’attore racconterà la sua esperienza in Africa con la propria testimonianza e presentando un documentario dall’evocativo titolo ‘Lo sguardo dell’altro’.

Durante l’evento Cesvi metterà a disposizione dei partecipanti un’esperienza virtuale che permetterà di visitare le Case del Sorriso e di conoscere le storie di Tadiwanashe e Privilege, un bambino di strada e una ragazza madre che hanno trovato supporto e accoglienza nella Casa del Sorriso di Harare.

In più Natale si avvicina e questa è un’opportunità per prendere in libreria dei pensieri per i vostri cari. “I volontari Cesvi saranno presenti in 80 Mondadori Store delle principali città italiane per realizzare pacchetti regalo. Un’iniziativa che prosegue per il quarto anno consecutivo, dopo l’ottima accoglienza ricevuta lo scorso Natale. Con una piccola offerta si potrà dare un contributo per i bambini accolti nella Casa del Sorriso di Cesvi ad Harare, in Zimbabwe” (dalla nota ufficiale).

ORARI: h 17,30

INGRESSO LIBERO

— Film-doc su Chet Baker

Spazio Oberdan 26 novembre

Nell’ambito del ciclo di presentazioni di libri e proiezioni di film a tema promosso da Skira e Fondazione Cineteca italiana allo Spazio Oberdan a Milano (piazza Oberdan), sarà presentato il libro di Roberto Manfredi ‘Artisti in galera’. Si tratta di “un percorso nel “braccio” della musica e nel “braccio del cinema”, epoche e esperienze diverse, di artisti diversi, ma in qualche modo collegati tra loro: vite percorse su un filo di lana, molte volte in opposizione allo stesso sistema che li ha eletti a icone per intere generazioni.
I fatti, i dati e le testimonianze raccolte sono il risultato di lunghe ricerche iconografiche dell’autore, Roberto Manfredi, appassionato biografo e autore televisivo” (dalla nota ufficiale).

A seguire proiezione di Let’s get lost (1988) splendido film-documentario in cui il fotografo e regista americano Bruce Weber aveva ripreso, senza saperlo, quello che si sarebbe rivelato l’ultimo anno di musica e vita di Chet Baker, uno dei più grandi trombettisti bianchi della storia del jazz.

ORARIO: h 18,30

PREZZI: per la visione del film: biglietto intero € 7,50€; ridotto con *Cinetessera 6€; gratuito per ragazzi dai 16 ai 19 anni
*Cinetessera annuale 10€

— Wilma Labate presenta ‘Arrivederci Saigon’

Cinema Palestrina 12 novembre

Dopo la presentazione alla 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il documentario della regista romana arriva in sala. Lunedì 12 Wilma Labate presenterà il film al Cinema Palestrina di Milano, dove continuerà a essere in programmazione.
Arrivederci Saigon è l’incredibile storia de Le Stars (Viviana Tacchella, Rossella Canaccini, Daniela Santerini e Franca Deni), la giovanissima band italiana che dalla provincia toscana viene spedita inaspettatamente in Vietnam, a suonare nella base militare americana.
Sono giovanissime con la voglia di successo e di lasciare la provincia industriale dove vivono, così diversa dalla famose colline del Chianti: vengono dalle acciaierie di Piombino, dal porto di Livorno e dalle fabbriche Piaggio di Pontedera. È la provincia rossa delle case del popolo e del PCI e uscire da quella provincia è il loro sogno. Siamo nel ’68 e ogni sogno sembra possibile. Ricevono un’offerta che non possono rifiutare: una tournée in estremo oriente, Manila, Hong Kong, Singapore… Armate di strumenti musicali e voglia di cantare, partono sognando il successo ma si ritrovano in guerra, e la guerra è quella vera del Vietnam…

Dopo cinquant’anni Le Stars raccontano la loro avventura vissuta per tre mesi nelle basi sperdute nella giungla, tra i soldati americani e la musica soul” (dalla nota ufficiale). “Fu proprio una manifestazione contro la guerra in Vietnam la mia prima esperienza in piazza. Ero solo una ragazzina però mi sentivo parte di un’onda che stava travolgendo il mondo, la certezza di stare nel posto giusto. Non mi sono mai sentita sola nel ’68, e nemmeno infelice perché credevo di poter cambiare il mondo. Mentre in Italia i giovani occupano le scuole, rinnegano l’autorità di una famiglia patriarcale, rivoluzionano i costumi governati dalla chiesa cattolica e decidono di essere soggetti politici, cinque ragazzine della provincia toscana imparano il Soul insieme ai soldati afroamericani in Vietnam.
Ho voluto raccontare queste cinque donne da donna, con uno sguardo che cerca di cogliere la complessità dell’identità femminile e il fascino di un’esperienza tanto ricca di emozioni, e uno stile privo di retorica che sceglie il racconto della dimensione umana”, ha dichiarato la regista della ‘Signorina Effe’.

ORARI: h 21 presentazione del 12 novembre; per gli altri orari vi consigliamo di consultare il sito ufficiale

PREZZI: intero pomeridiano 6€; ridotto pomeridiano bambini fino ai 10anni e over65 4€; intero serale e festivi 7€; ridotto pomeridiano bambini fino ai 10anni e over65 5€

— Icaros: a Vision

Palazzina – Bagni Misteriosi 3 ottobre

All’interno della programmazione dell’autunno ai Bagni Misteriosi, un’occasione cinematografica da cogliere, ‘Icaros: a Vision‘ con Filippo Timi. Qui tutte le info.

ORARIO: h 19

PREZZI: 7€

— ‘Il teatro al lavoro’ sullo spettacolo ‘Elvira’

Cinema Mexico 11 dicembre

Forse avete già visto al Grassi Elvira o ne avete programmato la visione proprio per martedì 11 dicembre. Se vi ha conquistato, potreste proseguire recandovi al cinema per approfondire con questo documentario di Massimiliano Pacifico, che racconta le tappe di creazione dello spettacolo. Si tratta di un’occasione preziosa per chi vuole vedere cosa c’è dietro il risultato finale. Inoltre, “il film è abbinato al cortometraggio ‘L’unica lezione’ di Peter Marcias, dedicato ad Abbas Kiarostami, maestro iraniano del cinema mondiale.
I due film, hanno una distribuzione congiunta con laKio Film di Valentina Del Buono, a partire da un ideale minimo comune denominatore: la parola che arriva al cuore di chi ascolta e diventa in qualche modo messaggio o piccola grande ‘lezione’ pedagogica, necessaria a guardare il mondo con occhi cambiati” (dalla nota di presentazione).

A impreziosire il tutto è previsto un incontro con Toni Servillo e il cast, in collaborazione con Ciak Magazine così come sarà presente Marcias.

ORARIO: h 21,15

PREZZI: intero 7,50€; ridotto studenti e under18 5,50€

—  La mia casa e i miei coinquilini

Cinema Beltrade 13 dicembre

Marcella Piccinini ci dà l’opportunità di riscoprire una figura poco nota, soprattutto ai giovanissimi.
“Scrittrice, attivista politica, femminista, nonché moglie e compagna di lotte di Emilio Lussu. A darle voce è Maya Sansa. Punto di partenza è la casa di Joyce Lussu a Fermo, una casa che testimonia un’esistenza drammatica ma piena di poesia, e racconta dell’esilio in Francia con il marito Emilio, delle lotte femministe in Sardegna, dell’impegno come scrittrice e traduttrice di autori militanti come Nazim Hikmeth, turco, e Agostinho
Neto, il futuro presidente dell’Angola. Ogni passione e ogni viaggio sono tappe di un percorso più lungo: l’impegno di una vita per un’umanità più pacifica e più giusta”.

La regista presenterà il film insieme alla scrittrice Silvia Ballestra e alla regista Alina Marazzi, sempre attenta all’universo femminile.

ORARIO: h 20

— L’arte della parola

International Cinema Academy 1 dicembre

Per chi vuole toccare con mano l’arte della recitazione o acquisire più sicurezza, è “nata a Milano, in via G. Silva 36, la International Cinema Academy, ICA Milano, la prima scuola in Italia dedicata alle esigenze di formazione attoriale, per la recitazione cinetelevisiva e le arti sceniche in generale, con pratica sul set, orientamento finale e reali contatti con il mondo del lavoro.

Un’Accademia per i giovani che intendono acquisire le competenze professionali per diventare attori, per i professionisti dei più svariati settori che intendono sviluppare un eloquio brillante, affinare l’arte oratoria e di public speaking o anche semplicemente per coloro che desiderano rafforzare la propria personalità.

Il 1 dicembre sarà possibile partecipare al primo workshop gratuito: L’arte della parola. Sarà come assistere a un’anatomia del provino, dove ogni battuta, ogni sguardo e ogni respiro, devono essere funzionali al racconto del personaggio. Il workshop, i cui posti sono limitati, è rivolto a professionisti e non professionisti che vogliono migliorare la capacità di parlare in pubblico o a coloro che desiderano rafforzare la propria personalità” (dalla nota di presentazione).

ORARIO: dalle 14 alle 20

Per prenotazioni: 02.80012356 o inviare una mail a: info@internationalcinemaacademy.it.

— Lezione di cinema con Valerio Mastandrea

Anteo Palazzo del Cinema 28 novembre

Il 29 novembre sarà distribuito da 01 l’esordio dietro la macchina da presa dell’attore romano, Ride. I milanesi hanno occasione di vederlo in anteprima e di assistere, a seguire, alla lezione di cinema di Mastandrea, intervistato da Mattia Carzaniga.

ORARI: h 17 proiezione; h 18,30 lezione di cinema

PREZZI: biglietto per film e incontro intero 6€; ridotto 5,50€

NOTA BENE: ingresso previo acquisto online o in cassa del biglietto per la proiezione del film.

— L’uomo che uccise Don Chisciotte presentato da Terry Gilliam

CityLife Anteo e Colosseo 27 settembre 

In occasione dell’uscita in sala del suo ultimo film il regista Terry Gilliam sarà presente in sala per salutare il pubblico e introdurre la pellicola.

L’appuntamento è fissato per giovedì 27 settembre alle 17,50 al Colosseo e al cinema CityLife Anteo per le proiezioni delle h 20 e h 20,20. Al CityLife Anteo, dopo il saluto del regista, gli spettatori potranno vedere il film proiettato in lingua originale con sottotitoli italiani.

— ‘Sulle sue spalle’ di Alexandria Bombach

Cinema Colosseo 4 dicembre

Nuovo appuntamento per Sala Biografilm con l’anteprima in versione originale sottotitolata del film che “racconta l’impegno di Nadia Murad per portare al mondo la sua testimonianza della tragedia del popolo Yazidi, sterminato dall’Isis.

L’anteprima sarà introdotta da Marina Calloni, professoressa ordinaria in Filosofia politica e sociale presso Università degli Studi di Milano-Bicocca, e Danilo De Biasio, Direttore del Festival dei Diritti Umani.

Nadia, sopravvissuta al genocidio del 2014 e scappata fortunosamente ai carcerieri che l’avevano ridotta in schiavitù, ha 23 anni e gira il mondo per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto accaduto. Per l’importanza del suo operato e per celebrare il suo coraggio, il 10 dicembre di quest’anno le sarà conferito il premio Nobel per la pace. Proprio in occasione della consegna del Premio, e precisamente dal 6 al 12 dicembre, Sulle sue spalle sarà al cinema, distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, per un evento speciale I Wonder Stories realizzato grazie all’impegno e alla collaborazione di Unipol Gruppo” (dalla nota ufficiale).

ORARIO: h 21

PREZZI: inserendo il codice SS42PR sul sito www.biografilm.it/nadia sarà possibile ottenere una riduzione sul costo dell’ingresso, da 9 a 6€

— ‘Suspiria’ evento speciale

The Space Odeon 11 dicembre 2018

Hot Corn ha deciso di impegnarsi nel restauro per riportare in sala un vero e proprio cult, ‘Suspiria’ di Dario Argento.
“All’evento parteciperà un ospite speciale, Luciano Tovoli, il leggendario direttore della fotografia che Dario Argento volle nel 1977 per il film, già a fianco di Michelangelo Antonioni e Marco Ferreri. Tovoli ha personalmente curato la nuova versione di ‘Suspiria’ e la sera dell’11 dicembre, all’Odeon di Milano – a partire dalle h 20.,30, intervistato da Andrea Morandi, direttore di HotCorn – racconterà al pubblico il percorso di restauro che ha portato alla nuova versione di Suspiria. E non solo: grazie a un accordo con Videa, per tutti coloro che non potranno essere a Milano il film sarà disponibile dalla sera stessa in esclusiva assoluta su CHILI, realtà europea di intrattenimento digitale nonché editore di Hot Corn” (dalla nota ufficiale).

ORARIO: h 20,30

— This is Maneskin di YouNuts

24 ottobre

Un evento unico che ancor più i fans del gruppo non possono perdere. “Måneskin raccontano i Måneskin: un film a quattro voci e otto mani in cui i ragazzi, non ancora ventenni, si presentano, si rivelano, si mettono in scena per raccontare la propria personalità, tra esperienze, sogni, conflitti e la spasmodica voglia di esprimersi attraverso la musica per dimostrare chi sono. Hanno scelto di farlo in un periodo cruciale della loro ancora breve carriera, durante la genesi del primo disco d’inediti.
Un collage mai realizzato prima d’ora, con un montato unico nel suo genere che ripercorre la vita artistica dei Måneskin, per comprenderne le emozioni, le tensioni e il talento in modo inedito e sorprendente” (dalla nota ufficiale).

Rassegne cinematografiche concluse

— Cinechiostro

Piazza San Materno  (Casoretto) 20 e 22 settembre

Nel chiostro dell’Abbazia di Casoretto, dopo ‘Sing Street‘ il 18, c’è ancora la possibilità di godere dell’opportunità del cinema all’aperto giovedì 20 e sabato 22, in cui sono previsti rispettivamente: ‘Io, Daniel Blake‘ di Ken Loach e ‘Il vegetale‘ di Gennaro Nunziante. Due titoli che denotano come si voglia attrarre diversi pubblici, accontentando vari gusti.

ORARI: h 21,15

INGRESSO GRATUITO

— Cinema sui tetti

Highline Galleria 11 maggio – 30 settembre 2018

Leggendo la nostra presentazione potrete scoprire tutte le novità di questa nuova edizione.

ORARIO: h 21

PREZZO: 12€ (visita HighLine Galleria+film)

— Fashion Film Festival

Anteo Palazzo del Cinema 20 – 25 settembre

Nell’articolo tutti i dettagli di questa quinta edizione.

— Filmmaker Festival

Spazio Oberdan e Arcobaleno Film Center 16 – 24 novembre

Leggendo il nostro articolo potrete farvi un’idea più precisa sul festival e su quest’edizione.

PREZZI: biglietto intero 7,50€. Abbonamento intero 30€; ridotto 25€

— Gran Festival del Cinema Muto

varie location 29 settembre – 5 dicembre

Per la serata di apertura della nona edizione una vera e propria chicca: ‘Assunta Spina‘ diretto da Gustavo Serena del 1915. “La pellicola, restaurata dalla Cineteca Sarda, presenta in anteprima assoluta la partitura originale composta da Rossella Spinosa. La direzione musicale è affidata al M° Alessandro Calcagnile, bacchetta esperta del cinema muto, che guiderà per l’evento l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali. Al pianoforte solista, la stessa compositrice”. A questo link il nostro articolo con il programma completo.

ORARIO: h21

PREZZI: intero 10€; ridotto 5,50 €; ridotto studenti 3€

— I film di Federico Fellini

Spazio Oberdan 20 agosto – 23 settembre 2018

Gli amanti di Fellini non possono perdere questo appuntamento per vedere un titolo che manca all’appello o semplicemente riassaporarne il lungometraggio preferito sul grande schermo. Al nostro articolo tutto il programma.

PREZZI: intero 7,50€; ridotto con *Cinetessera € 6; gratuito per ragazzi dai 16 ai 19 anni. *Cinetessera annuale € 10

— I film dello Studio Ghibli

spazio Tenoha 7 ottobre – 4 novembre

Non mancate a questo appuntamento, sono delle vere e proprie perle dell’animazione. Qui tutte le info.

ORARIO: h 19

INGRESSO GRATUITO

— Le vie del cinema

Varie location 19 – 27 settembre

Puntuale come non mai torna la rassegna che ci offre alcuni titoli appena passati alla Mostra del Cinema di Venezia e non solo. All’articolo tutte le info.

— Milano Film Festival

Varie location 28 settembre – 7 ottobre

Una delle chicche di quest’edizione è la masterclass con Matteo Garrone, il cui ultimo lavoro, ‘Dogman‘, è stato scelto come candidato italiano per la corsa agli Oscar. Nel nostro articolo tutti i dettagli del programma.

PREZZI: intero da venerdì a domenica 7,5€; intero da lunedì a giovedì 5€; biglietto per una singola esperienza di Ultra Reality 5€; my Screen 5€; maratona animazione 8€; milano film festivalino 5€; immigration Day 5€.

I biglietti saranno acquistabili alle biglietterie delle singole sale. Per card e maggiori info vi rimandiamo al sito ufficiale.

— Milano Montagna Festival

BASE Milano 22 – 28 ottobre

Nel nostro articolo la presentazione di questo festival dedicato agli sport invernali, alla montagna e alla cinematografia a tema.

— Milano Movie Week

Varie location 14 – 21 settembre

Prima edizione per la Milano Movie Week in cui c’è letteralmente l’imbarazzo della scelta. Qui i dettagli.

— Omaggio a Ingmar Bergman

Spazio Oberdan 24 – 28 settembre

La Cineteca sfrutta l’anniversario dei cento anni dalla nascita per omaggiare il grande cineasta. Qui il programma.

ORARI: variano a seconda della proiezione

PREZZI: intero 7,50€; ridotto con Cinetessera 6€. Gratuito per ragazzi dai 16 ai 19 anni. Cinetessera annuale 10€

— Omaggio a Mauro Bolognini

MIC 3 – 27 ottobre

Sono ancora troppo poche le persone che conoscono Mauro Bolognini, il quale è stato davvero molto prolifico e questo omaggio, col ricco programma, ne è la prova e un’occasione per (ri)scoprirlo. All’articolo tutti i dettagli.

ORARI: variano a seconda della proiezione

PREZZI: intero 6,50€; ridotto con Cinetessera 5€. Gratuito per ragazzi dai 16 ai 19 anni. Cinetessera valida fino al 31 dicembre 2018 5€

— Piccolo Grande Cinema

varie location 31 ottobre – 10 novembre

Nel nostro articolo potete leggere tutti i dettagli sul programma.

PREZZI: intero 5€. Per gli eventi speciali vi consigliamo di prendere visione di tutte le info nel pezzo.

— SOUQ Film Festival

Chiostro Nina Vinchi 16 – 18 novembre

Nel nostro articolo potete leggere tutti i dettagli del programma.

INGRESSO LIBERO fino a esaurimento posti

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