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Palazzo Anguissola Traversi: da ex orfanotrofio a polo museale

palazzo anguissola Traversi

Sono tantissimi i palazzi  che affollano il centro storico di Milano e tutti hanno da raccontare storie di un antico passato fatto di feste, dimore sfarzose e aneddoti bellici. Oggi la maggior parte sono adibiti a uffici, dimore private o pubbliche e musei.

Uno di questi è Palazzo Anguissola Traversi, sito al civico 10 di via Manzoni.

Palazzo Anguissola Traversi: dai Martinitt alle Gallerie d’Italia

Prima che venisse edificato l’attuale edificio che possiamo ammirare oggi, in questa zona sorgeva un orfanotrofio maschile dei Martinitt. Il nome degli orfanelli milanesi deriva da una delle prime sedi della struttura, un tempo un ospedale chiamato San Martino e collocato in via Morone.

Nel 1772, con le riforme apportate dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria sull’urbanistica della città, l’orfanotrofio venne spostato e pochi anni più tardi il Conte Antonio Anguissola fece costruire da Felice Soave il palazzo.

Nell’Ottocento un ricco esponente della borghesia milanese, Giovanni Battista Traversi, acquistò il palazzo che da allora prese il nome di Palazzo Anguissola Traversi. In seguito l’edificio subì delle modifiche sostanziali per l’intervento dell’architetto Luigi Canonica.

Nel Novecento il palazzo fu la dimora di Raffaele Mattioli, importante figura nel panorama economico milanese. Dal 2011 Palazzo Anguissola Traversi è diventato, insieme ai vicini Palazzo Greppi e al Palazzo della Banca Commerciale Italiana, sede delle Gallerie d’Italia di Intesa San Paolo. Al suo interno è possibile ammirare notevoli collezioni artistiche della Fondazione Cariplo e Banca Intesa.

I due cortili di Palazzo Anguissola Traversi

Palazzo Anguissola Traversi si compone di due cortili completamente diversi tra loro. Il bel cortile romantico che ancora oggi è visibile fu realizzato in principio dall’architetto Felice Soave.

Quello in stile neoclassico e dal cortile quadrato con angoli smussati fu invece realizzato nell’Ottocento dal Canonica. Oggi è chiuso e interamente vetrato per permettere la vista della scultura di Arnaldo Pomodoro posta al centro.