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Gianni Morandi: “D’amore e d’autore” con Ligabue e la nuova generazione di cantautori

gianni morandi intervista
Foto: da profilo Facebook "Gianni Morandi- giannimorandiofficial"

Il 17 novembre 2017 è uscito il nuovo album di Gianni Morandi, il 40esimo della sua carriera: “D’amore d’autore”.

È un nuovo viaggio nell’universo dell’amore, che il cantante ha voluto intraprendere con gli occhi di altri, senza però mettere da parte quella che è la sua visione e la sua interpretazione.

Per alcuni brani è stato più facile, per altri meno, ma alla fine è questa la sfida di chi sceglie questo ruolo, come ha dichiarato lo stesso Morandi.

Questo album è stato anche un po’ una sfida, un mettersi ancora di più alla prova e a confronto, rapportandosi con quelli che lui stesso ha definito la nuova generazione del cantautorato italiano.

Siete curiosi di conoscere la storia di questo album?

Milano Weekend vi racconta cosa ci ha detto l’eterno ragazzo della canzone italiana, durante la conferenza stampa al Teatro Gerolamo di Milano del 16 novembre 2017.

“Non potevo cominciare questa presentazione senza ricordare Bacalov”

Prima di iniziare la presentazione, l’artista ha ricordato e ringraziato Luis Bacalov, scomparso il 15 novembre, condividendo con noi un ricordo:

“Sono arrivato a Roma a 16/17 anni, e tra le persone che ho incontrato subito c’era Luis Bacalov… e lui ha scritto canzoni importanti per me, come “Se non avessi più te” “La fisarmonica”…ma soprattutto ha scritto la canzone più famose di tutte “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte”. Un straordinario musicista, concertista.”

 Ha proseguito raccontando la storia del compositore argentino: il suo arrivo in Italia, il suo ruolo come arrangiatore per la RCA italiana, i premi Oscar.

Ha sottolineato più volte e più volte l’importanza che ha avuto nella sua vita e nella sua carriera, facendo trasparire tutta l’emozione e la gratitudine per Luis Bacalov.

“Ho ancora voglia di cantare”

 Dopo il tour con Claudio Baglioni, che ha definito un’esperienza fantastica, l’eterno ragazzo ha ancora voglia di cantare e di affrontare un tour.

Morandi non vuole cantare solo le “vecchie” canzoni, desidera confrontarsi con qualcosa di nuovo per questa tournee, ma ha solo un dubbio: Come? Da dove ricominciare?

La risposta arriva da una proposta: cantare l’amore con gli occhi degli autori con cui non ha mai collaborato prima.

Ed è così che Luciano Ligabue, Giuliano Sangiorgi, Elisa, Ermal Meta, Levante, Paolo Simoni, Tommaso Paradiso e l’immancabile Ivano Fossati hanno messo su carta e in musica la loro visione del sentimento universale, quello più importante per Gianni.

Morandi ci invita così ad un ascolto commentato di “D’amore d’autore”, raccontando aneddoti su ogni brano, iniziando dall’unico autore con cui aveva già collaborato.

Ivano Fossati: Ultraleggero

 “Ivano è l’unico tra gli autori di questo album con il quale ho già lavorato”

Gianni intona le prime strofe del brano, poi si ferma e ci racconta: “Ho chiamato Ivano e hi ho chiesto se queste metriche strane, così, io faccio un po’ fatica…e lui mi ha risposto di provare perché sarebbero venute bene”.

Così è stato, come ha ammesso lo stesso Morandi, a volte per un interprete è difficile “metterci del suo” in pezzi, musiche, melodie non scritte dall’ esecutore stesso.

Nonostante le precedenti collaborazioni, per il cantante è stato un mettersi in gioco e capire in quale chiave rapportarsi con questo brano, un brano che esprime, come possiamo dedurre dal titolo, la leggerezza.

È questa la chiave di lettura dell’amore: “…via leggeri così…lascia perdere gli anni dei ricordi passati…”

Ligabue: Dobbiamo fare luce

  “Abbiamo fatto un provino nel suo studio, di Luciano, e la canzone ci è piaciuta”.

Il brano ha in sé le caratteristiche dello stesso Ligabue: il riferimento alla quotidianità e il modo che ha suo di cantare; scherzando Gianni si rivolge a Maioli, manager di Luciano Ligabue: “ce la farò a cantare questo pezzo”?

Questo brano nasce nello studio di Ligabue ed è proprio qui che avviene l’incontro anche con chi produrrà il disco.

All’inizio del progetto Morandi non aveva ancora deciso chi sarebbe stato il produttore e i mesi in studio sono stati la risposta; lavorare fianco a fianco, ha maturato il desiderio e la consapevolezza di voler proprio lui in questo nuovo progetto.

Ed ecco che presenta Luciano Luisi: “Sono una serie di eventi che combaciano, in modo semplice e naturale a dar vita a questo progetto, e, credo, si senta anche”.

Questa è stata la definizione di questa collaborazione per Luisi e Morandi.

Tommaso Paradiso: È una vita che ti sogno

“Ho incontrato Tommaso Paradiso un paio di anni a fa a Roma…ho ascoltato il suo pezzo alla radio, l’ho chiamato e gli ho chiesto se scriveva una canzone per me”.

Morandi prosegue con il racconto, sempre con molta ironia, di un primo brano troppo giovane per lui che ha ormai 70 anni.

E poi arriva “È una vita che ti sogno”, per Morandi è il brano più bello che Tommaso Paradiso ha scritto.

La canzone esprime tutte le emozioni positive dell’innamoramento, come la voglia di stare con la persona amata, di correre insieme (azione che Gianni sente molto sua, scherza sul fatto che gli autori hanno usato spesso questo verbo scrivendo per lui).

Sono sensazioni che durano nel tempo: “…è una vita che ti sento…la voglia di chiamarti “amore” come non te l’avessi mai detto…di proteggerti ancora”.

Levante: Mediterraneo

 “Io credo che in Italia ci sia una nuova generazioni di cantautori, bravi, che non escono dai talent, da Sanremo. Sono i cantautori che mi fanno venire in mente il periodo degli anni ’70, tra cui Levante: una bella ventata per la musica italiana”.

Inizialmente sorpresa dalla richiesta di Morandi, Levante invia in poco tempo il pezzo “Mediterraneo”, in cui predomina la sua chitarra, la sua sensualità da donna del sud.

Uno dei pezzi che ha messo in difficoltà la vocalità di Morandi, con i giochi metrici delle parole, che scherzosamente definisce “scioglilingua”.

In questa canzone viene mostrato un altro aspetto dell’amore: “Non basterà una vita intera a farmi risvegliare dal sogno in cui sono finito e tu hai finito me”.

Un amore velato con il nome Mediterraneo, fatto di ricordi e mancanze e del rendersi conto di queste ultime, ma senza dimenticare tutto mare di emozioni, sia nel bene che nel male.

Giuliano Sangiorgi: Che meraviglia sei

“Scrivi d’amore, Giuliano!”

È l’invito che l’eterno ragazzo fa a Giuliano Sangiorgi, frontman del gruppo Negramaro e autore di alcune fra le più belle canzoni degli ultimi anni, dopo l’ascolto di un primo pezzo mandato dal cantautore pugliese.

Dopo qualche giorno arriva: Che meraviglia sei.

Gianni dichiara che è uno dei pezzi che sente di più di questo album: l’amore descritto in modo dolce: “…che meraviglia sei io non mi abituo mai”.

Sangiorgi ha saputo trasmettere la sua visione dell’amore pensando anche a come avrebbe potuto interpretarlo Morandi, ed ecco che rende tutto in modo melodico, umano e vero.

Una poesia che elogia i sospiri dell’amore: “quando ripenso a te mi scappa da ridere”; la meraviglia che proviamo nel pensare la persona amata e si stente a credere a tutto questo, ma si “ritorna” guardando gli occhi di chi si ama.

Elisa: Se ti sembra poco

 “Una delle voci più raffinate”.

Il parere su di lei è ben noto e chiaro; Elisa è una delle personalità artistiche più apprezzata, ammirata da Morandi che elogia la sua creatività e la sua intensità motiva.

Tutte caratteristiche che lei ha trasmesso in questo brano scritto per lui, che si sente onorato di poter cantare.

Elisa descrive ancora un’altra faccia dell’amore: il dar coraggio alla persona amata, quando ci si accorge che qualcosa non va: “oggi sembri un mare in burrasca e lo vedo”.

Siamo lì, ad aspettare i consigli del tempo, l’unico che può darli, ma non per questo si deve restare fermi, e solo la persona che ama capisce quando è il momento di “prendere la situazione in mano”: “..e il resto non importa perché io ti amo… sarei uno scemo a non portarti fuori a prenderci la vita a volere la luna”.

In fine, la chiave è prendersi per mano.

Paolo Simoni: Lettera

 “Lettera è completamente diversa dalle altre…è stata scritta a penna, non è un sms di oggi. È una di quelle lettere che si scrivono in certi momenti e mi fa tornare in mente la Romagna, l’Emilia, la gioia di stare insieme, l’amore, però con la tradizione della balera romagnola!”

Paolo Simoni ha scritto un pezzo molto particolare, ma che racchiude in sé una grande intensità, che Gianni Morandi ha apprezzato particolarmente.

L’ha un po’ comparata, per alcuni tratti, proprio al brano “La fisarmonica”, in più Simoni gli ricorda tanto il grande Lucio Dalla, che aveva grande stima per lo stesso Paolo.

Una canzone di “altri tempi”, si sente nella musica, nella scelta dei termini e nella figura di questo giovane innamorato: “ Ti scrivo questa lettera che solo Dio sa cosa vuol dir, per me l’unico modo, l’unica maniera per esprimermi”.

Ermal Meta: Un solo abbraccio

“Ironicamente mi piace pensare che questo titolo gli sia venuto in mente leggendo i commenti sulla mia pagina Facebook, che concludo sempre con “un abbraccio”.

Ha tenuto sempre “sott’occhio” Ermal Meta, da quando era la voce solista del gruppo “la Fame di Camilla”, e ha avuto la conferma del suo talento in particolar modo dal brano “A parte te”.

È stato quasi ovvio, scontato, naturale chiedere a Meta di scrivere una canzone per lui.

Un altro brano in cui domina la dolcezza e il senso dell’infinito di un singolo istante, degli abbracci e del tempo delle promesse.

Un altro richiamo a ciò che ci scatenano gli occhi di chi si ama: “…oggi sorrido perché dentro ho i tuoi occhi”.

Paolo Conte, con la partecipazione di Fiorella Mannoia: Onda su onda

“Questa incisione è stata casuale”.

Dopo che Morandi è stato ospite al programma di Fiorella Mannoia “Uno, due, tre, Fiorella”, in cui hanno cantato due brani, è stato una naturale conseguenza.

La versione che interpretano lui e la Mannoia in modo allegro e spensierato di questo grande classico di Paolo Conte “Onda su onda”.

Morandi ha espresso, anche per lei, una grande ammirazione che c’è sempre stata, sia come artista che come donna.

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