Un’altra sfida per il commissario Tommaso Casabona, che dovrà decifrare un misterioso omicidio nei dintorni di un lago e fare i conti con un nuovo personaggio femminile, l’affascinante giornalista francese Monique, alle prese con il torbido dossier di una strage nazista.
È la ricetta del noir La pietà dell’acqua (Giunti editore), il secondo libro di Antonio Fusco, criminologo e funzionario di polizia, che torna sugli scaffali dedicati al genere thriller dopo il successo dell’opera prima Ogni giorno ha il suo male, pubblicato nel 2014 e adesso – in contemporanea con il secondo romanzo dell’autore – in uscita in versione tascabile.
Napoletano, già capo della squadra mobile di Pistoia dopo varie esperienze a Roma e nel capoluogo campano, Fusco ha sulle spalle oltre vent’anni di carriera in polizia e un grande bagaglio d’esperienze, che traspare nel ritratto del suo alter ego d’inchiostro, che arricchisce il filone del poliziesco mediterraneo.
L’autore inventa un’immaginaria provincia toscana (Valdenza) e attinge ai più oscuri fatti di cronaca, dalla pedofilia alle tragedie familiari e violenze sulle donne, mostrando il lato umano e profondo di ogni indagine: anche per questo molti recensori hanno accostato il cinico e schivo Casabona al lucido poliziotto Fabio Montale, protagonista della trilogia marsigliese di Jean-Claude Izzo.
Ma la storia – come ogni thriller che si rispetti – è soprattutto tensione, che qui si incarna in una lunga catena di delitti da risolvere con pazienza. Un altro caso tutto italiano, in cui il tutore della legge sarà costretto a rientrare dalle ferie, in un Ferragosto rovente, per cimentarsi con il passato del vecchio borgo fantasma di Torre Ghibellina.
Ci sono le casupole di pietra e un antico campanile nel quadro della spietata esecuzione sotto “il castagno dell’impiccato”. Ma ci sarà anche Parigi sullo sfondo della nuova rincorsa all’assassino, che verrà bruscamente interrotta dalla direzione antimafia: un enigma in più per il poliziotto scrittore.