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WAICF 2024, reportage da Cannes: il futuro dell’AI tra economia, salute e startup

luc julia al WAICF 2024 Cannes

C’è molta Italia nel World Artificial Intelligence Cannes Festival (WAICF) creato dall’ex presidente Apple, l’ingegnere toscano Marco Landi. Dagli anni al fianco di Steve Jobs alla Croisette, il fondatore dell’Istituto EuropIA ha portato startup e scienziati dell’AI sul red carpet in cui di solito sfilano le stelle del cinema. Un’intuizione brillante per colmare il vuoto di una fiera tech internazionale nella cittadina sulla Costa Azzurra: fino al 2005 c’era il Mobile Congress, ma l’anno dopo si spostò a Barcellona. 

Noi di Italia Weekend Network siamo stati alla terza edizione del WAICF al Palais des Festivals con oltre 230 espositori e abbiamo selezionato per voi alcuni spunti sul presente e futuro dell’intelligenza artificiale: dagli investimenti finanziari alla regulation, dalla gestione documentale alle applicazioni industriali, passando per l’impatto su media, entertainment e altri settori, con uno riguardo privilegiato su inclusività, sostenibilità e creatività. Alcuni use case (esempi di applicazioni concrete dell’AI) sono stati presentati nell’Applications Stage; i keynote (interventi principali) nella sezione Tech&Strategy, nella suggestiva sala dalle grandi vetrate sul porto di Cannes, il campanile antico e gli yacht. 

Il futuro dell’AI secondo LeCunn e Julia

L’informatico francese-americano Yann LeCunn, scienziato capo per l’AI di Meta (Facebook, Instagram, WhatsApp, Oculus) era la persona più attesa al WAICF: premio Turing nel 2018, ha avuto un grande impatto su numerosi campi, tra cui le reti neurali e la visione artificiale. Ha portato a Cannes la sua visione favorevole all’approccio JEPA (joint embedding architectures) ma soprattutto la necessità di “superare” l’intelligenza artificiale generativa che ha quali “monopolizzato” il dibattito pubblico nell’ultimo anno e mezzo, grazie al successo di interfacce semplici da usare come ChatGPT. Meta è al lavoro, ha sottolineato LeCunn, per far sì che il suo modello JEPA (rilasciato nell’estate 2023) possa integrare immagini e video. Secondo il guru dell’AI, le macchine devono imparare a capire davvero come funziona il mondo e il machine learning dovrà fare ancora molti passi avanti: le Gen AI che tanto ci aiutano nei compiti linguistici e analisi del testo non sono adatte per il resto. 

Luc Julia, altro protagonista francese nella storia dell’informatica, è giunto sulla Croisette da direttore scientifico di Renault dopo essere stato presidente dell’innovazione in Samsung ed essere stato il co-inventore in Apple di Siri, l’assistente vocale oggi in oltre 500 milioni di device. I punti fermi del suo talk: i “frugal model” saranno indispensabili per non consumare troppa energia, così come i modelli AI specializzati, open source, più facili da usare in “fine tuning” (e in modalità “RAG”) e “ibridi”. 

Medicina: l’AI per predire la vita

La fondazione danese Novo Nordisk ha mostrato come per usare al meglio l’intelligenza artificiale in ambito medico abbiamo bisogno di un Life Model: in sostanza, finché non conosceremo pienamente la biologia umana non saremo in grado di prevedere tutto, quindi può essere molto utile sviluppare un “modello LLM” (per certi versi simile a quello di ChatGpt) per fare previsioni sulla vita delle persone. Ne è esempio un paper pubblicato a gennaio 2024 su Nature Computational Science: usando dati pluriennali del Danish Registry sulla salute, l’istruzione, il lavoro, la residenza e il reddito di migliaia di persone, gli scienziati sono in grado di prevedere la mortalità con accuratezza (attualmente) intorno all’80%. 

Regulation: l’AI contro il “greenwashing”

Nel 2015 una grande azienda UK per soddisfare le varie norme esistenti doveva produrre circa 200 report, oggi oltre 1600: questo ne rende sempre più complessa (anche) l’analisi da parte dei regolatori. Un trend ben illustrato dalla britannica Insig.ai che ha creato cruscotti (dashboard) per indicare visualmente i “greenwashing risk” e “reporting risk” associati a ogni azienda, cercando di individuare termini troppo vaghi, affermazioni fuorvianti, esagerate e incoerenti rispetto alla realtà. Si tratta di uno dei rischi fondamentali correlati a una gestione non etica dell’AI. 

Finanza: l’AI per investimenti migliori

Materia molto complessa ma indicativa delle potenzialità dell’intelligenza artificiale in ambito quantitativo per ottimizzare il rendimento dei portafogli di investimento. Il caso studio presentato da Laurent Carlier, global head of AI per BNP Paribas, ha evidenziato le performance negli anni di un modello AI creato per avere risultati migliori – grazie alla potenza computazionale e alla memoria pari a 25 anni di trend – rispetto a una più “semplice” analisi delle tendenze dei mercati finanziari. Purché si riesca a lavorare a stretto fianco del business per avere input migliori per i propri modelli e a sconfiggere il rischio di “overfitting” dei dati (cosa che si verifica quando un modello statistico si “sovradatta” ai dati con cui è addestrato perché ha troppi parametri rispetto al numero di osservazioni della realtà). 

I talk dell’Istituto EuropIA

Un’occasione di alto livello e gratuita per “fare rete” con speaker e colleghi internazionali: Istituto EuropIA ha portato sul palco, con accesso libero nella sala Alan Turing, relatori di spicco con esperienze diverse a confronto. Tra i panel, quello del tecnologo Massimo Chiriatti (CTO di Lenovo e autore tra gli altri del fortunato saggio Incoscienza Artificiale) che ha dialogato con Enrico Panai (filosofo sardo da molti anni in Francia, presidente dell’associazione AI Ethicists), Barbara Carfagna (giornalista tech per la Rai, conduttrice e docente) e l’avvocato Federico Sartore. E il dibattito sulla Gen AI con Mara Pometti, esperta di AI, data journalism e visualizzazione (oggi in Mc Kinsey) con esperti tra cui il capo del design di SAP, Arin Bhowmick e Uthman Ali, esperto AI per BP e World Economic Forum. 

Contenuti digitali, AI e trust

Un’altra italiana nota nel settore è Alessandra Sala, a capo dell’AI e Data Science di Shutterstock, tra le maggiori banche dati mondiali di contenuti digitali: ha raccontato il modello “TRUST” adottato dall’azienda irlandese per fornire ai propri clienti immagini e video creati con AI in modo più sicuro, grazie a una serie di strumenti (“multilayered safeguards for content control”) per l’uso trasparente della creatività. Shutterstock fa parte della Content Authenticity Initiative una community di aziende media, tech, ONG e università – è stata fondata da Adobe, New York Times e Twitter, ora X – che mira a promuovere lo standard tecnico aperto sviluppato per questo settore (C2PA) e “certificare” l’autenticità dei contenuti. 

Startup e atenei italiani

Secondo i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, il 61% delle grandi imprese italiane ha già avviato almeno un progetto AI. Molte anche quest’anno a Cannes le aziende e università tricolore, nonché i loro spin off come la padovana Audio Innova, nata per valorizzare con mezzi digitali il patrimonio artistico e vincitrice del Cannes Neurons Award dedicato alla creatività nell’AI, peraltro per il secondo anno consecutivo. 

Dalla calabrese Altilia (Intelligent document processing) allo stand Confindustria Trento con varie realtà tra cui Blue Tensor, oggi con focus sull’industria ma esperienza anche in ambito medicale (diagnostica per immagini); diverse aziende portavano al WAICF esperienze in ambito sanitario, tra cui Innova nata a Milazzo, nel messinese. Presenti anche stand dei territori, come quelli della Regione Veneto e del suo sistema camerale, nonché Confindustria Udine con 15 imprese. Otto le startup coinvolte nel WAICF tramite il campus promosso dal Gruppo Lutech di Cinisello Balsamo (Milano).