Pubblicato in: Cinema

Quando hai 17 anni: recensione e trailer

Quando hai 17 anni

Quando hai 17 anni

Esce nelle sale italiane il 6 ottobre Quando hai 17 anni film francese del regista André Téchinè, già presente alla 66°edizione della Berlinale.  Damien e Tom sono compagni di scuola. Tom è un ragazzo magrebino figlio adottivo di una coppia di contadini, la sua fattoria è arroccata fra le montagne francesi, Tom è costretto a percorre chilometri al giorno, affondando i piedi nella neve, per raggiungere la fermata del bus diretto a scuola.

Damien convive con la madre Marianne (medico del villaggio) e con l’assenza del padre, militare in missione in Medio Oriente. I due non si sopportano: passano dagli insulti alla rissa fino a quando Tom, a causa dell’inattesa maternità di sua madre, è costretto a trasferirsi dall’odiato compagno. Quando hai 17 anni è un film sulla condivisione forzata, che porta a galla quello che i ragazzi non si erano mai detti, nemmeno a loro stessi.

Il film riesce in ogni aspetto: supportato da dialoghi efficaci, un pathos palpabile e la vicenda decisamente convincente, in cui i drammi interiori sono privati di inutili strepiti forzati a favore di una espressività “muta” ma impetuosa. Téchinè si prende i suoi tempi, calibra, costringe lo spettatore a un esercizio emozionale, introducendolo con dovizia e metodo a seguire la natura umana e lo scontro fra due adolescenti con le loro pulsioni estreme.

Tutto si concentra su due protagonisti, apparentemente diversi, due ragazzi nella loro evoluzione e accettazione che non pretende di evolvere in felicità suprema, ma nella estrema e dura lotta interiore espressione di quelle violente zuffe fra lividi e sangue. In questo combattimento e sofferenza nemmeno Marianne viene dispensata: è una donna che per professione si occupa degli altri, ma una moglie privata della presenza costante del suo uomo. In Quando hai 17 anni, si lavora per sottrazione, eliminando quel diktat in cui la narrazione evolve in favola sulla tolleranza sull’omosessualità e integrazione razziale, presentando la reale natura dell’essere umano.

La pellicola vanta un’ottima interpretazione dei suoi protagonisti, perfetti ed viscerali nei loro ruoli: Kacey Mottet Klein è Damien, Corentin Fila impersona Tom e Sandrine Kiberlain (Marianne) prove attorali convincenti degne della migliore tradizione cinematografica europea. Un film da vedere per la sua qualità e la sua struttura pulita, che non vira su inutili sbavature e su un’ abusata spocchia, ma intende andare al nocciolo della fragilità umana.

Voto per noi: 9+

Etichette: