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La tragedia del vendicatore al Piccolo. Declan Donnellan porta in scena il testo di Middleton

La tragedia del vendicatore Piccolo
Ph Masiar Pasquali

 

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La tragedia del vendicatore (la versione italiana è stata curata da Stefano Massini) è innegabilmente uno degli spettacoli più attesi della stagione teatrale 2018/2019, non solo del Piccolo, ma sul piano nazionale e internazionale.
“La stima nei confronti di Declan Donnellan (Leone d’oro alla carriera nel 2016) nacque trent’anni fa quando Giorgio Strehler gli chiese di far parte dei Teatri d’Europa”. Ha voluto esordire così il direttore del Piccolo Teatro Sergio Escobar durante la conferenza stampa di presentazione della pièce, evidenziando subito un punto: “se qualcuno penserà che sia un testo contemporaneo perché fa riferimento a dei fatti contestuali di oggi spreca l’occasione perché coglie l’aspetto evidente. Sarebbe tanto riduttivo pensare che ci sia il riferimento cronachistico a ciò che si è vissuto in questi anni, c’è qualcosa di più profondo che nasce da un giudizio sulla società da parte di Middleton, ma vale sul piano universale. Il testo ha una caratteristica precisa: molti dei personaggi hanno nel loro nome il ruolo di ingranaggi di un meccanismo inesorabile di cui non sono protagonisti, ma vittime. C’è molto dell’entomologo Hitchcock in cui si sa già chi sono il morto e chi l’assassino, non è questo che conto. Pure La tragedia del vendicatore non è un giallo: sei parte di un ingranaggio e svolgerai questa funzione; è una specie di invito al gran ballo della morte [e con ciò non vuole assolutamente spaventare], una schacchiera che si muove inevitabile”.

La tragedia del vendicatore Piccolo
Conferenza stampa di presentazione dello spettacolo

La tragedia del vendicatore è stato rappresentato un’unica volta nel 1970 da Luca Ronconi, scritturando solo donne. Scopriamo ancor più di cosa si tratta attraverso lo sguardo del regista britannico. “Per poter parlare della corruzione e di tutto ciò che veniva bandito dalla censura protestante inglese, facevano in modo che tutte le storie raccontate avessero luogo nella malvagia Italia cattolica. Credo che sia quel genere di opera che non è stata più scritta dal 1660 e che ha ricominciato ad attrarre il pubblico nel XXsecolo. Autori come Jarry e Artaud hanno raccarezzato l’idea che ci fosse qualcosa di attraente nella crudeltà e, al contempo, qualcosa di misterioso nello spettacolo della crudeltà, che ci fa sentire tutti quanti sempre più a disagio”. Da queste parole di Donnellan si intuisce quanto La tragedia del vendicatore possa assurgere alla definizione di classico e toccarci. sempre più a disagio man mano che il tempo scorre.

Il personaggio di Vindice inizia l’opera con una ragione giusta per portare a termine la sua vendetta: la sua amante è stata avvelenata dal duca malvagio e suo fratello, che lavora a corte diventa uno strumento per uccidere il duca in maniera molto elaborata. Vindice utilizzerà il teschio della donna per assassinare il duca stesso. Come punto di partenza è perfetto. Queste grandi opere teatrali riguardano la posizione dello spettatore quando le osserva. Ad esempio un coevo di questo autore, Caravaggio, col suo mistero immortale fa sì che la sua arte riguardi chi la osserva. Ci si può confrontare sul chiaroscuro caravaggesco, ma questo è un compito svolto dall’emisfero analitico del cervello, non riguarda quello carnale. È ciò che provoca a te che conta” ed è proprio con questa chiamata in causa che vogliamo darvi l’appuntamento al Piccolo Teatro di Milano e non solo – ulteriori dettagli preferiamo raccontarveli post visione.

La compagnia è tutta italiana, di cui molti allevati alla scuola del Piccolo, e ci sembra doveroso citare i componenti: (in o.a.) Ivan Alovisio, Alessandro Bandini, Marco Brinzi, Fausto Cabra, Martin Ilunga Chishimba, Christian Di Filippo, Raffaele Esposito, Ruggero Franceschini, Pia Lanciotti, Errico Liguori, Marta Malvestiti, David Meden, Massimiliano Speziani e Beatrice Vecchione.

La tragedia del vendicatore: durata spettacolo, prezzi e orari

La tragedia del vendicatore debutta in prima assoluta al Piccolo Teatro di Milano il 9 ottobre e prosegue fino al 16 novembre. Nel corso di questo periodo sono previste anche delle repliche con sovratitoli in inglese in queste date: 9, 13, 17, 20 e 27 ottobre e 3 e 10 novembre. Lo spettacolo è un atto unico di un’ora e cinquanta minuti e i vari orari previsti dal Piccolo vengono incontro alle esigenze anche di chi viene da fuori e non può fare troppo tardi. Martedì, giovedì e sabato, infatti, la replica inizia alle h 19,30; mentre mercoledì e venerdì alle h 20,30. La domenica è in programma la classica pomeridiana alle h 16. Trattandosi di una produzione internazionale i costi del biglietto intero sono di 40€ per la platea e 32€ per la balconata, ma sul sito ufficiale potete trovare anche delle promozioni.

La tragedia del vendicatore: gli incontri di approfondimento al Piccolo

Com’è abitudine, il Piccolo offre delle opportunità di approfondimento al proprio pubblico. Dopo l’incontro del 5 ottobre con Donnellan, martedì 9 ottobre (h 17) ne è previsto un altro: ‘Thomas Middleton: quattro secoli di silenzio’ con Daniela Guardamagna, docente di Letteratura inglese all’Università di Roma “Tor Vergata”, tra i maggiori studiosi di Thomas Middleton. Introduce Anna Piletti. Si conclude giovedì 18 (sempre h 17) con la preziosa occasione di ascoltare la compagnia dello spettacolo.

Riassumendo

La tragedia del vendicatore, dal 9 ottobre al 16 novembre 2018

Piccolo Teatro Strehler

DURATA: 110′

ORARI: lunedì e 1° novembre riposo; martedì, giovedì e sabato h 19,30; mercoledì e venerdì h 20,30 (salvo mercoledì 7 novembre per cui è prevista una replica per le scuole); domenica h 16

PREZZI: intero platea 40€; balconata 32€

NOTA BENE: dopo il debutto a Milano, lo spettacolo prosegue in tournée toccando Torino (Fonderie Limone 20-25 novembre), Lugano (LuganoInScena 29 e 30 novembre), Pavia (Teatro Fraschini 6-8 dicembre), Firenze (Teatro della Pergola 12-16 dicembre), Bologna (Arena del Sole 10-13 gennaio 2019), Modena (Teatro Storchi 17-20 gennaio), Roma (Teatro Argentina 23 gennaio – 3 febbraio) e infine Pordenone (Teatro Verdi 7-8 febbraio).

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