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Elysium recensione: Neill Blomkamp alle prese con l’eredità di District 9

Valentina Fumo 11 anni fa

Elysium-MovieQuattro anni dopo l’uscita di District 9, il regista sudafricano Neill Blomkamp affronta di nuovo il tema della giustizia sociale e della separazione fra classi attraverso uno spettacolare Sci-Fi distopico, Elysium, in uscita nelle sale italiane giovedì 29 Agosto.

 È il 2154: l’umanità è nettamente divisa in due. I ricchi vivono in una stazione spaziale chiamata Elysium, a soli diciannove minuti di volo dalla Terra, dove è rimasta gran parte della popolazione. Diciannove minuti che fanno la differenza fra un’esistenza felice e la semplice sopravvivenza: infatti, nel lussuoso nuovo mondo persino le malattie non esistono: ogni tipo di cura medica è possibile e immediata grazie a una straordinaria capsula rigenerante presente in ogni abitazione.

Il divario fra chi ha tutto e chi non ha niente è insopportabile: il resto della popolazione, povera e affamata, vive in un ormai sovrappopolato e devastato pianeta Terra, in baracche polverose, tra disoccupazione, criminalità e inquinamento. Il sogno di chiunque è scappare e raggiungere Elysium, ma dure leggi anti immigrazione fatte rispettare dalla cinica Segretaria Delacourt (Jodie Foster) rendono i confini della stazione invalicabili, pena la morte. Sarà un operaio disperato con un passato da delinquente, Max da Costa (Matt Damon), a cercare, suo malgrado, un modo per aprire le porte di Elysium all’intera umanità.

Autore anche della interessante sceneggiatura in cui sono chiari i riferimenti all’ apartheid e all’immigrazione clandestina, il regista “enfant prodige” stavolta ha avuto a disposizione un budget decisamente più consistente rispetto a quello di District 9: 100 milioni di dollari sapientemente utilizzati, data la straordinaria qualità degli spettacolari effetti speciali.

Eppure paiono non bastare, qualcosa non convince: siamo ben lontani dallo stupore suscitato da District 9, film da 30 milioni di dollari e ben quattro nomination all’Oscar.

Nonostante l’ottima prova attoriale di Damon, la trama eccessivamente affollata, nell’urgenza di raccontare, manca di approfondire la caratterizzazione di personaggi interessanti come quello della Foster; il finale scontato, accresce la piccola delusione.

Il nostro voto: 6+

Una frase: “Nel giro di cinque giorni lei morirà. Grazie per il suo servizio.” (droide)

Per chi: ama gli eroi per caso