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Drifet il coraggio il cambiare, la recensione

Meron Getnet (Meaza Ashenafi)

Difret in etiope vuol dire “avere coraggio”, osare cambiare le cose. In Italia correva l’anno 1965 e Franca Viola, una diciottenne siciliana veniva sequestrata e violentata da Filippo Melodia, suo spasimante. Franca denunciò Melodia per sequestro di persona, sconquassando il mondo culturale italiano.

Etiopia 1996, a soli 31 anni di distanza la quattordicenne Hirut, secondo la consueta tradizione etiope della “Telefa”, viene prelevata con la forza da uomini a cavallo al cui comando c’è Tadele, suo aspirante e futuro sposo, il quale le userà violenza. Hirut decide di scappare e nel farlo, spara a Tadele. Al suo fianco la ragazzina si troverà una giovane donna avvocato: Meaza Ashenafi che offre assistenza a donne in difficoltà attraverso l’associazione Andenet. Meaza dovrà lottare contro i consigli tradizionali popolari e le loro regole ancestrali, la vendetta dei parenti di Tadele e le autorità locali affinché venga rispettata la legge ufficiale, dimostrando che Hirut ha agito per legittima difesa.

Questa è la storia alla base del film dal titolo Drifet il coraggio per cambiare del regista etiope Zeresenay Berhane Mehari in uscita nelle sale il 22 gennaio 2015. Basato sulla reale vicenda della piccola Hirut, egregiamente interpretata da Tizita Hagere e della coraggiosa Meaza (Meron Getnet) la pellicola è stata premiata dal pubblico al Sundance Film Festival e al Festival Internazionale del Cinema di Berlino.

DIFRET Trailer Ufficiale Italiano (2015) – Zeresenay Mehari Movie HD

Drifet il coraggio per cambiare – girato con un metodo semplice che ne esalta la forte attinenza ai fatti reali – è un dramma che porta alla ribalta il tema delle ingiustizie sociali, in un paese come l’Etiopia che tenta la sua “evoluzione” ma che è diviso fra tradizione (il patriarcato feroce delle campagne) e i primi deboli segnali nel raggiungimento di pari diritti fra uomo e donna.

Un tema importante che ha colpito anche una star del calibro di Angelina Jolie, qui nelle vesti di produttrice: “Il film racconta il coraggio di una ragazza etiope e l’empatia nei suoi confronti da parte di una donna avvocato: è una storia di coscienza che dovrebbe ispirare tutti noi”. Il film è girato senza particolari “virtuosismi”, ma in modo diretto che intende scavare fra le pieghe della cruda realtà esaltando i valori universali di uguaglianza e coscienza collettiva.

Voto per noi: 7+