Duomo di Milano, cinque curiosità che (forse) non conosci

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Duomo di Milano, cinque curiosità che (forse) non conosci

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È impossibile arrivare a Milano e non imbattersi nel monumento per eccellenza, il Duomo. Chiesa più grande d’Italia (la Basilica di San Pietro, più grande, è nel territorio della Città del Vaticano), terza al mondo per superficie, la più grande cattedrale gotica al mondo, il Duomo di Milano è il simbolo della città, da centinaia di anni.

Si è scritto tanto sul Duomo, dal punto di vista storico, artistico e architettonico. Ma una chiesa così grande, dall’immenso fascino, costruita nel corso di mezzo millennio, non è immune da storie, leggende e curiosità.

Ecco dunque 5 curiosità sul Duomo che (forse) non sai

La cattedrale autopulente

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Avete mai guardato qualche foto a colori del Duomo negli anni 70, o magari i polizieschi ambientati a Milano proprio in quegli anni? Bene, la facciata era quasi del tutto nera. In una piazza aperta al traffico dei mezzi pubblici e privati (la pedonalizzazione sarebbe arrivata verso la fine degli anni ’80), era inevitabile che gli effetti dello smog si vedessero sulla cattedrale. Solo negli ultimi dieci anni, però, l’esterno del Duomo è stato rivestito con una finitura di origine naturale che, grazie alla luce solare, riesce ad autopulirsi e depurare l’aria dalle polveri sottili.

La boxe, Mussolini e altre stranezze

Il Duomo è l’edificio con il più alto numero di statue al mondo, ben 3400 disposte tra guglie, terrazze e pareti. Alcune di queste statue raffigurano non solo personalità legate alla cristianità. Vi si possono trovare sculture di Arturo Toscanini, Dante Alighieri, Vittorio Emanuele III. Quasi degli intrusi rispetto alle iconografie sacre che si trovano all’esterno di un edificio sacro.

Tra le guglie, per esempio, negli anni ’30 del 900 sono state scolpite due coppie di pugili in combattimento. Tra questi ci sono i campioni Primo Carnera ed Erminio Spalla. Sul lato che dà verso la Galleria, poi, ci sono le tre teste scolpite di Vittorio Emanuele, Pio IX e Benito Mussolini, a celebrazione dei Patti Lateranensi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il volto del duce è stato camuffato con barba e…turbante.

Non solo, sulla facciata nel 1810 lo scultore Camillo Pacetti scolpì una giovane ragazza con braccio destro alzato e una corona fatta di raggi, del tutto simile alla Statua della Libertà, realizzata però decenni dopo. Non ci sono documenti ufficiali secondo il quale la statua in Duomo abbia ispirato l’opera di Bartholdi.

L’ascensore in chiesa

Sapevate che all’interno della cattedrale c’è…un ascensore? Ebbene sì, all’interno del Duomo c’è una sorta di ascensore sacro detto Nivola realizzato agli inizi del XVII secolo. La Nivola è un grande cesto in lamiera del peso di otto quintali che viene utilizzato una volta l’anno, il 14 settembre, nel Rito della Nivola, per la ricorrenza dell’Esaltazione della Santa Croce.

La Nivola è mossa da un argano elettrico che sale fino a quaranta metri. Una volta in alto, l’Arcivescovo preleva, da una teca sospesa poco sotto il fastigio dell’abside, il Sacro Chiodo.

La prima processione del Sacro Chiodo risale al 1576 quando Carlo Borromeo, durante la peste, portò la reliquia dal Duomo a San Celso per scongiurare la fine dell’epidemia.

Il campanile mai realizzato

Il Duomo di Milano aveva un campanile. Sul suo tetto, infatti, vi era una torretta campanaria, probabilmente risalente all’antica Basilica di Santa Maria Maggiore. Per motivi di sicurezza nel 1866 fu demolita. Qualche anno più tardi si penso alla realizzazione di un campanile esterno alla struttura. Uno dei primi a progettarlo fu Luca Beltrami, da erigersi vicino alla manica lunga del Palazzo Reale (non più esistente). Non se ne fece più nulla.

La questione campanile riemerse negli anni del ventennio fascista. A metà degli anni ’30, infatti, fu indetto un concorso per la realizzazione di una torre littoria. Per l’occasione furono presentati anche progetti riguardanti un possibile campanile. I più noti sono quattro, quelli di Mario Bacciocchi, Ottavio Cabiati (nella foto), Sergio Brusa Pasqué e Adolfo Zacchi. Nessuno, come sappiamo, fu preso in carico.

La meridiana non più funzionante (per ora)

Fino alla fine del XVIII secolo, le 24 ore partivano dall’inizio del tramonto. Ma a causa del movimento variabile della Terra attorno al sole nel corso dell’anno, si è deciso di adottare un nuovo sistema di calcolo, il “mezzogiorno vero”. Il punto massimo del sole sul meridiano in un dato luogo di osservazione, un sistema che tante nazioni all’epoca adottarono.

E così alcuni astronomi dell’Accademia di Brera realizzarono una meridiana all’interno del Duomo. Una lunga striscia di ottone incassata nel pavimento, ancora visibile. Fu posizionata in un punto tale che fosse visibile a tutti e non disturbasse le funzioni religiose. Per la sua precisione, fino alla metà del 1800 regolava gli orologi di tutta la città.

Allo stato attuale la meridiana non è più visibile per i ponteggi in alcune zone del Duomo. Ma, essendo temporanei, si spera che nel prossimo futuro la linea possa ritornarre a illuminarsi e a splendere all’interno della cattedrale.