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Villa Arconati, la piccola Versailles alle porte di Milano

villa arconati

Con i suoi dodici ettari di giardino, Villa Arconati è vera e propria scoperta, a due passi da Milano. Famosa anche per i suoi deliziosi giochi d’acqua, la piccola Versailles italiana, nota anche come Castellazzo, mostra ancora un fascino senza tempo, intatto da quattro secoli.

Villa Arconati: la storia e il progetto di recupero

Precedentemente appartenuta al Marchese Guido Cusani, la villa passa nel Seicento a Galeazzo Arconati, cugino del cardinale Federico Borromeo, per divenire un vero e proprio scrigno d’arte e cultura. Per molto tempo rimasta inaccessibile al pubblico, è divenuta oggetto di un importante  lavoro di recupero, studio e valorizzazione da parte della Fondazione Augusto Rancilio che dal 2000 si sta occupando del restauro e messa in sicurezza dell’intero complesso e restituire Villa Arconati alla collettività.

Divenuto una dei più illustri esempi di villa di delizia a Nord di Milano, l’edificio è circondato da un monumentale giardino con giochi d’acqua e complessi statuari di grande pregio. Il palazzo ospita settanta sale, tra cui una meravigliosa sala da ballo ricca di stucchi e dorature, la sala dei ricevimenti con gli affreschi dei Fratelli Galliari e la scultura classica originale di Tiberio sotto la quale la leggenda vuole essere stato pugnalato Giulio Cesare.

Con l’estinzione della famiglia Arconati, a partire dal 1772 la proprietà della villa passa ai cugini Busca, e successivamente, verso la metà del Novecento, arriva in eredità a Beatrice Crivelli. Dopo una serie di interventi decorativi la porzione ancora abitata del palazzo viene ristruttura negli anni ‘70, ma nel 1989 tutti i beni di pregio vengono venduti all’asta. Dal 1990 la villa è stata acquisita da Palladium Group, e dal 2011 è sede della Fondazione Augusto Rancilio, che ha ufficialmente riaperto il complesso al pubblico nel 2015.

Villa Arconati: le sale interne

L’alberato Viale dei Leoni dà accesso a Villa Arconati, elegante esempio di barocchetto lombardo, costruita come luogo di svago ma anche come avamposto per controllare i possedimenti terrieri circostanti, in cui i nobili praticavano anche attività di caccia. La struttura architettonica attuale rispetta il progetto originario voluto dalla famiglia Arconati nel Seicento, sull’impianto del precedente edificio cinquecentesco. 

Al piano terra si trovano il Salone del Museo, con la statua originale del I secolo d.C. dell’imperatore Tiberio; le Sale degli Ovali con i loro affreschi; il gabinetto per il monumento di Gaston de Foix del Bambaja (oggi l’opera è al Castello Sforzesco di Milano, mentre in villa è ospitata una copia in gesso); la Biblioteca, che prima conservava i fogli del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci (donati nel 1637 alla Biblioteca Ambrosiana di Milano); la Sala Rossa, utilizzata originariamente come sala da gioco, con affaccio sul portico e sul parterre settecentesco alla francese delle Ballerine, e poi le scuderie e il deposito delle carrozze.

Dallo Scalone d’onore, dove troneggia la copia in terracotta policroma della statua di Laocoonte, si accede al piano nobile della villa, con gli appartamenti delle donne, il Salone della Musica (o “galleria degli stucchi”), la Biblioteca Busca, l’unica libreria ancora esistente al piano nobile, con 675 volumi, perlopiù ottocenteschi, catalogati per la Contessa Luisa Sormani Busca. Al piano nobile si trovano anche gli appartamenti da parata di Giuseppe Antonio Arconati, tra i quali spicca per eleganza e opulenza la Stanza Rosa che, con il retrostante Studiolo Turchino, è forse l’ambiente meglio conservato e più rappresentativo dell’ospitalità aristocratica degli Arconati. Di grande interesse anche la sua Sala da Ballo, ricamata di stucchi e dorature a barocchetto lombardo, e l’imponente trompe l’oeil della Sala di Fetonte, affrescata dai Fratelli Galliari, conosciuti come i maggiori scenografi del Teatro Ducale di Milano.

Villa Arconati: il giardino e i giochi d’acqua

Villa Arconati è famosa per il suo monumentale giardino, costruito seguendo gli studi del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. Dodici ettari di verde, tra teatri, sculture e giochi d’acqua, vera attrazione del complesso fin dal Seicento. Da non perdere quelli Teatro di Andromeda con la sua pavimentazione a mosaico che nascondeva tanti piccoli zampilli, e quelli del Teatro di Diana, dotato di originali meccanismi idraulici.
Un sistema di piccole cascate si trova vicino alla Scalinata dei Draghi, che prende il suo nome dalle figure in pietra che accompagnano il passaggio dei visitatori dal Teatro Grande, detto anche “delle Quattro Stagioni”, al parterre settecentesco. Da ciascuna delle statue sgorga acqua attraverso un gioco di vasi comunicanti, mentre i gradoni della scalinata hanno una studiata decorazione a mosaico con sassolini bianchi e neri.
L’acqua alle fontane e dei numerosi giochi d’acqua presenti nel giardino viene alimentata dalla Torre delle acque, opera di ingegneria idraulica d’avanguardia ad opera di Giovanni Gianda. La torre sovrasta la Limonaia che collega la villa agli altri corpi del Giardino. I parterre e i portici verdi creavano all’interno del giardino quinte teatrali, veri e propri palcoscenici deputati alla rappresentazione di spettacoli, feste e balli. La zona sud del giardino ospitava in passato anche un Casino di Caccia, oggi andato perduto, mentre è ancora possibile vedere la Voliera dove gli Arconati tenevano uccelli esotici e altre specie.
Ancora oggi il giardino di Villa Arconati è luogo di svago e cultura. Qui vengono allestiti alcune tra le più seguite kermesse della Lombardia, come Villa Arconati Music Festival e Terraforma, appuntamenti gastronomici come Birra in Villa e Delizie in Villa, e molti altri eventi culturali e didattici.

Quando visitare Villa Arconati

L’apertura ufficiale della stagione di visite a Villa Arconati è segnata da un colpo sparato da uno dei quattro cannoni del Marchese Antonio Busca, ancora splendidamente conservati e regolarmente funzionanti. Riaperto ufficialmente dal 2015, il complesso è visitabile senza prenotazione da aprile a ottobre durante le aperture domenicali, dalle 10.30 alle 18.30 (ultimo accesso alle ore 18). È possibile partecipare anche a visite guidate del piano nobile con turni fissi alle ore 11, 14.30, 16 e 17.30  (in caso di grande affluenza sono previsti turni di visita aggiuntivi). Villa Arconati è aperta anche a Ferragosto con le stesse modalità della domenica.

Il costo dell’ingresso è di 5 euro (4 euro ridotto), mentre il costo dell’ingresso con visita guidata è di 8 euro (7 euro il ridotto; gratuito per i minori di 6 anni 6 e gli accompagnatori di persone diversamente abili).

Come arrivare a Villa Arconati

Villa Arconati si trova in Via Madonna Fametta, 1 a Castellazzo di Bollate, a 5 chilometri da Milano. Villa Arconati è raggiungibile in auto dalla Strada Statale Varesina, in treno con la linea Milano-Saronno di Trenord, fermate Bollate Nord o Garbagnate Groane, e anche in bici: Villa Arconati si trova infatti all’interno dei percorsi cicloturistici che la collegano ad alcuni dei maggiori punti di interesse dell’area Nord di Milano.

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