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Un museo permanente del Design in Triennale? Le novità dopo la nomina del Direttore Generale

triennale direttore generale
Foto: Gianluca Di Ioia

“È il momento di fare un salto di qualità, che si allinea a quello faticosamente ma incisivamente che sta facendo la città. Tante le caratteristiche per cui Milano sta andando avanti, a mio giudizio è il carattere internazionale il vero punto di forza”: è con questa dichiarazione programmatica che il sindaco Beppe Sala ha introdotto la conferenza stampa di presentazione della nomina del nuovo Direttore Generale della Triennale di Milano e dei quattro Curatori di settore. In pratica quello che può essere considerato l’incipit del nuovo corso dell’istituzionale culturale di via Alemagna.

E dunque iniziamo subito con i nomi scelti dalla Fondazione: a sostituire Andrea Cancellato al timone della Triennale è Carlo Morfini, mentre i Curatori prescelti sono Umberto Angelini per il settore Teatro, danza, performance, musica, Lorenza Baroncelli per il settore Architettura, rigenerazione urbana, città, con delega al coordinamento artistico, Myriam Ben Salah per il settore Arti visive, new media, fotografia, cinema, televisione e Joseph Grima per il settore Design, moda, artigianato.

Il criterio dietro queste nomine è stato ribadito da Stefano Boeri, da poco Presidente della Triennale: “Un nuovo inizio non può che partire dalla scelta delle persone, dal team di donne e uomini che guiderà la Triennale nei prossimi anni. Abbiamo puntato su profili con competenze differenti ma tutti con esperienze e collaborazioni internazionali.”

Solide competenze manageriali, in ambiti attigui a quelli esplorati dalla Triennale (Fashion, Design e Food) per Morfini, già Ad di Arcardia Spa, Alice Allison SA, Borbonese Spa e Marni: “Abbiamo scelto una figura di grande professionalità che guiderà l’istituzione nel processo di semplificazione e di revisione della governance, portando la Triennale a livelli sempre più alti e competitivi con le altre istituzioni internazionali.”

Le nomine dei Curatori, invece, hanno visto anche una riconfigurazione dei rispettivi settori di competenza: “Abbiamo ridisegnato le aree di curatela a partire dai linguaggi espressivi inscritti nell’articolazione spaziale della Triennale fin dalla sua creazione: il corpo, l’oggetto, lo spazio, l’immagine. I Curatori dei quattro linguaggi espressivi sono dunque stati scelti non solo per la loro esperienza e visione, ma anche per la capacità di gestire i processi creativi”.

Nonostante i presenti siano rimasti alquanto abbottonati in merito a futuri progetti, idee da perseguire e linee guida, l’invito a una maggiore cooperazione internazionale lanciato da Sala è già stato accolto, ha ribadito Boeri, con la progettazione di collaborazioni di prestigio: “In quest’ottica, oltre a Paola Antonelli, curatrice per l’architettura e il design al Museum of Modern Art di New York e curatrice della XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, alcune figure di spicco del mondo del design, dell’arte e della cultura collaboreranno nei prossimi mesi con l’istituzione”.

Quest’ultima ha annunciato il tema dell’anno prossimo, “Broken Nature”, raccontandone sia il carattere di urgenza che di utilità per i cittadini che potranno usufruire di strumenti per vivere in maniera più responsabile. La 22esima edizione si pone come obiettivo quello di diventare una tappa per molti altri progetti a lungo termine in tutto il mondo gravitanti intorno a questi temi.

In un certo modo intimidito dall’occasione ufficiale, il nuovo Direttore Generale Morfini ha confidato con prudenza di voler usare l’abilità acquisita durante i precedenti incarichi nel bilanciare la creatività e il talento con la sistematicità per migliorare le della Triennale.

Qualche indiscrezione anche su un possibile museo della Moda: al momento la Triennale è intenzionata a riprendere un ruolo di narrazione della moda italiana, come accaduto in decenni ormai passati, trattandosi di una realtà molto forte e radicata a Milano. Sala si è detto aperto all’idea, a patto che ci sia un impegno preciso e di lunga durata da parte di partner e operatori del mondo della moda, non potendo essere questa un’iniziativa del Comune.

Al momento però sembra in pole position nelle priorità dell’amministazione la concessione di un nuovo museo permanente del Design (elemento essenziale vista la centralità della Design Week, tra Salone del Mobile e Fuorisalone). Come primo passo c’è la volontà di sistemare in modo permanente – magari utilizzando spazi vuoti della stessa Triennale, o con un’espansione – i 180 pezzi del Triennale Design Museum, più ovviamente l’intera collezione a disposizione.

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