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Da Museo City alla Photo Week: tutte le novità dell’arte in festa a Milano – Intervista all’assessore Filippo Del Corno

intervista assessore Filippo Del Corno

intervista assessore Filippo Del Corno

Ci attendono due anni di grandi mostre a Milano. L’amministrazione ha giocato d’anticipo e ha voluto lavorare su un calendario a lungo termine che porterà in città nomi come Kandinskji e Frida Khalo, Caravaggio e Picasso, insieme a tante altre esposizioni che animeranno i musei milanesi. Ma non sono solo le mostre a regalare fermento alla vita culturale meneghina. Sta per arrivare per esempio un weekend speciale: si chiamerà Museo City e farà scoprire angoli segreti dei musei milanesi. E gli appassionati di fotografia non dovranno lasciarsi sfuggire la nuova Photo Week.

Quali sono le novità che arriveranno in città nei prossimi mesi e quale il loro filo conduttore? Lo abbiamo chiesto all’assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno, che ci racconta tutto in questa intervista.

MW: C’è stato un filo conduttore che vi ha ispirato nella creazione di questo biennio di mostre?
«Sicuramente abbiamo cercato di garantire la molteplicità della programmazione, mantenendo però un metodo che attraversa tutta l’offerta espositiva. Sono stati quattro gli elementi fondamentali che ci hanno guidato: l’autorevolezza curatoriale, il rigore scientifico delle esposizioni, l’attenzione alla capacità divulgativa, fare cioè in modo che le mostre sappiano parlare e siano accessibili a un pubblico sempre più vasto; e infine la rete di collaborazioni con soggetti sia pubblici che privati, cittadini, nazionali e internazionali».

MW: Verranno realizzate attività particolari ed eventi speciali per dare ancora maggior risalto alle esposizioni?
«A marzo lanceremo Museo City: il primo weekend del mese (dal 3 al 5 marzo, ndr), racconterà la molteplicità e la pluralità delle sedi museali milanesi. Museo City coinciderà con le aperture gratuite della prima domenica del mese, a cui hanno già aderito la gran parte dei musei cittadini. Abbiamo chiesto ad ognuno di loro di costruire il proprio museo segreto. Di esporre cioè un’opera o un percorso che non è mai stato visto, o è stato visitato raramente, o che rappresenta in qualche maniera l’identità segreta di quel museo. E poi organizzeremo un grande convegno che racconterà come le istituzioni museali partecipano alla vita culturale della città.

E poi per ogni mostra realizziamo solitamente un public program che contribuisce ad avvicinare ancora di più il pubblico, sempre in relazione con le istituzioni. Lo abbiamo fatto a esempio con il progetto su Madama Butterly collegato alla mostra Hokusai, Hiroshige e Utamaro a Palazzo Reale».

MW: I numeri ci parlano di mostre e musei milanesi sempre più amati e frequentati da cittadini e turisti. Ma ci sono sedi più in sofferenza di altre e che meritano maggiore spinta?
«La crescita che riscontriamo è abbastanza omogenea, anche se alcune sedi museali raccolgono ovviamente più pubblico e altre meno. Ma sicuramente un museo che i milanesi ancora conoscono poco e che invito a riscoprire, perchè è davvero straordinario, è il Museo del Risorgimento. Coglie un momento della nostra storia in cui Milano ha anche vissuto un ruolo da protagonista, e lo fa con un allestimento e una ricchezza di collezioni che andrebbe approfondita».

MW: Parliamo di fotografia: Palazzo della Ragione è in stand-by, qual è il punto della situazione?
«Stiamo procedendo alle analisi di quali siano gli interventi necessari. Come ricorderete c’è stato il distacco di una parte del cornicione esterno, che ha segnalato un problema strutturale relativo al tetto. Il nostro settore tecnico ha iniziato un’analisi che è molto attenta, accurata e anche delicata. Quando avremo chiaro che tipo di intervento sarà necessario, lo potremo programmare e realizzare e io spero nell’arco di breve di restituire il Palazzo della Ragione alla città».

MW: Nell’attesa state realizzando collaborazioni con altre sedi espositive di fotografia a Milano?
«Diciamo che intorno a Palazzo della Ragione si è creato un vero e proprio distretto, che ha visto Forma in via Meravigli e l’Osservatorio Prada in Galleria Vittorio Emanuele. Lanceremo inoltre il progetto Photo City a giugno, mettendo ancora una volta in rete le gallerie e le istituzioni che si occupano di fotografia. C’è poi la nuova centralità del Mufoco (il Museo di Fotografia contemporanea a Cinisello Balsamo). Ci è dispiaciuto molto quello che è successo a Palazzo della Ragione ma non credo che lasceremo Milano orfana della fotografia».

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