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Cinque mostre da vedere a Milano fino all’1 marzo

mostre milano febbraio 2017

mostre milano febbraio 2017

Ultimo fine settimana di febbraio e mentre le giornate cominciano ad allungarsi (a proposito avete già fatto caso che fa buio più tardi o eravate troppo presi dall’ufficio?) eccoci a consigliarvi, come ogni settimana, le 5 mostre da non perdere.

Il nostro #spiegonemostre, dato quanto se ne è parlato, non poteva che iniziare con Keith Haring vista per voi in anteprima e poi proseguire con 4 mostre in “scadenza”: Rubens, sempre a Palazzo Reale, Basquiat e l’Homo Sapiens al Mudec e infine suggerirvi di addentrarvi dietro le quinte del simbolo di Milano, il Duomo.

Pronti per questo tour nel mondo dell’arte? Partiamo!

Mostre a Palazzo Reale – Keith Haring

Definirlo il centro delle mostre milanesi forse è un po’ troppo, anche se non saremmo molto lontani dal vero e così, dopo Escher che ha attratto tantissimi visitatori, ecco che Palazzo Reale propone un’altra esposizione destinata a fare storia. Parliamo di Keith Haring. About Art che noi di Milano Weekend abbiamo visto in anteprima lunedì 20 febbraio dopo la conferenza stampa.

In molti ci hanno anche detto di averla già visitata in passato, ma che l’abbiate fatto o no, vi consigliamo di prendere il biglietto e investire una manciata di ore per viaggiare nel mondo di questo artista che vi lascerà senza fiato. Troverete infatti 110 sue opere, di cui alcune inedite. Questa esposizione, che è stata curata da Gianni Mercurio, è piuttosto unica nel suo genere: ha infatti l’obiettivo di mettere in luce il rapporto che l’artista, morto a soli 31 anni per AIDS, ebbe con la storia dell’arte e le sue fonti. Potrete vedere per esempio i suoi calchi della Colonna Traiana accostati all’opera da cui Haring trasse ispirazione, così come il calco il calco che Haring fece del “Combattimento di centauri e lapiti” e accanto l’omonima copia da Michelangelo Buonarroti.

Queste solo per citarne alcune; la lettura retrospettiva dell’opera di Haring fornisce dunque una nuova interpretazione del suo stile unico e originale, che compie una vera e propria sintesi narrativa di archetipi della tradizione classica, di arte tribale ed etnografica, di immaginario gotico o di cartoonism, di linguaggi a lui contemporanei, con incursioni finali nell’avanguardia digitale grazie all’utilizzo del computer.

Una nuova interpretazione di un artista che, come è stato detto in conferenza stampa, è stato spesso ridotto a una icona e identificato con parte della sua opera ossia i suoi “omini” quando invece fu eclettico, rivoluzionario e anche tanto moderno e contemporaneo. Se potete, soffermatevi su quella che è l’immagine icona della mostra, una delle poche a cui Haring – che non lo faceva quasi mai – diede un titolo ossia Unfinished Painting che rappresenta il “non finito” del pittore americano che pensava di essere un anello di una catena e che in ogni fine ci fosse sempre un nuovo inizio. Un inno alla vita da parte di chi ne ha potuto vivere solo parte.

Un ulteriore consiglio: anche se quella dedicata alle performance è l’ultima sala e magari sarete già saturi, fermatevi qui per un po’: a guardare i video, a guardare i murales di questo artista che anche nelle sue opere realizzate per strada, in metropolitana, dedicate dunque a tutti, continuava a volere dimostrare il suo amore per la vita. Forse non lo sapete, ma Haring fu particolarmente legato anche all’Italia: la sua ultima opera è infatti il murales Tuttomondo sulla parete del convento di Sant’Antonio a Pisa.

Keith Haring. About Art
21 febbraio – 18 giugno 2017
Palazzo Reale
Per ulteriori informazioni: www.palazzorealemilano.it

Mostre a Palazzo Reale – Rubens

Se non ci siete ancora andati, dopo Haring o prima di pensare a Haring, affrettatevi a vedere la mostra che Milano ha dedicato a Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco. L’ultimo giorno utile è infatti domenica 26 febbraio.

All’interno dei saloni nobili potrete vedere un’altra esposizione che mette in contatto un pittore famoso e conosciuto, come in questo caso è Rubens, con l’arte antica e la statuaria classica e la sua attenzione verso i grandi maestri del Rinascimento come Tintoretto e Correggio.

Ma non finisce qui: l’esposizione mira anche a far conoscere la straordinaria influenza esercitata dal grande Maestro sugli artisti italiani più giovani, protagonisti del Barocco come Pietro da Cortona, Bernini, Lanfranco, fino a Luca Giordano. A Palazzo Reale potrete dunque vedere  75 opere di cui di cui 40 del pittore fiammingo, in arrivo da collezioni internazionali come quelle del Museo Nazionale del Prado o dell’Hermitage di San Pietroburgo, solo per dirne alcune. Tra quelle che vi lasceranno sicuramente a bocca aperta c’è La scoperta di Erittonio fanciullo che proviene da Vienna ed è grande 243,5 x 345,5 cm.

Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco
Palazzo Reale
26 ottobre 2016 – 26 febbraio 2017
Per ulteriori informazioni: www.mostrarubens.it

Mostre al Mudec – Basquiat

Intimamente legato ad Haring è anche Basquiat che rappresenta l’altra faccia del mondo americano e che potrete vedere fino al 26 febbraio, quando la mostra al Mudec chiuderà i battenti. Nella bella struttura di via Tortona – se non ci siete mai stati è arrivato il momento di farlo, a maggior ragione che adesso c’è anche la passerella di Porta Genova – potete infatti ammirare molte opere di questo artista, intimo amico di Andy Warhol.

Pensata in due chiavi di lettura – quella geografica dedicata ai luoghi che hanno segnato il suo percorso e quella cronologica –  questa mostra vi farà fare un salto negli anni ’80 di cui Basquiat riuscì a cogliere quasi tutti gli aspetti, in particolare dei quegli Stati Uniti – dove viveva – attraversati da momenti storici di cui ancora adesso vediamo gli strascichi.

Le differenze sociali e razziali, l’emarginazione, ma anche il modo di intendere e vivere il lavoro. E ancora: il jazz, la passione per i fumetti così come per la scienza e tanto altro. Il tutto filtrato dagli occhi e la sensibilità di un artista che a 18 anni andò via di casa, conobbe la notorietà quando, con l’acronimo SAMO (SAme Old Shit), insieme al suo amico Al Diaz, tempestò New York di graffiti e continuò lasciando questa fase e vivendo la contraddittorietà della fama mescolata alla fragilità del suo animo.

Vedere questa mostra vuol dire “scontrarsi” quasi con il colore e la particolarità delle sue opere, caratterizzate da una varietà di materiali usati (il catrame, la plastica, le fotocopie, la carta, gli evidenziatori) e dal fatto che spesso sono su porte, finestre, tavole, materiali di strada, insomma.

L’ultima stanza è dedicata al sodalizio con Warhol. I due artisti amavano entrambi improvvisare sui temi introdotti l’uno dall’altro e si influenzarono a vicenda: Basquiat riportò Warhol a usare la pittura a pennello dei primi lavori, Warhol lo convinse a usare serigrafie e materiale stampato. Nonostante sia morto molto giovane, Basquiat incarna perfettamente quegli anni ’80 forse a volte fin troppo mitizzati e propone al visitatore un modo diverso di intendere l’arte, sperimentalerabbioso, che parte dalla povertà (dei materiali) per arrivare a creare qualcosa che difficilmente dimenticherete.

Attenzione: visto l’enorme afflusso di questi giorni, la mostra sabato 25 e domenica 26 sarà visitabile fino alle 22.30.

Jean-Michel Basquiat in mostra
28 ottobre 2016 – 26 febbraio 2017
Mudec – Museo delle Culture
Per ulteriori informazioni: www.mudec.it

Mostre al Mudec – Homo Sapiens

Ultimissimi giorni anche per un’altra mostra al Museo delle Culture: è quella dedicata all’Homo Sapiens. Le nuove storie dell’evoluzione umana.

Un viaggio nelle origini dell’umanità che racconta come un mammifero bipede sia diventato cosmopolita e abbia potuto creare un ventaglio meraviglioso di diversità culturali e linguistiche. Da dove veniamo? E come siamo riusciti, di espansione in espansione, a popolare l’intero pianeta, costruendo il caleidoscopico mosaico della diversità umana attuale?

La mostra è organizzata in 5 sezioni tematiche e cronologiche e presenta inoltre delle novità in anteprima per l’Italia: l’homo naledi rinvenuto in una grotta del Sudafrica 3 anni fa e anche alcuni reperti neanderthaliani rinvenuti nella grotta di Fumane, la ricostruzione dello scheletro di Lucy in posizione eretta fino ad arrivare al fossile del cranio rinvenuto nella grotta di Qafzeh in Israele. E ancora: l’uomo di Altamura, uomo di Neanderthal ritrovato in una grotta pugliese e le orme di Homo ergaster scoperte nel corso del mese di giugno 2016. Alla mostra, è poi possibile scoprire quanti e quali oggetti di uso quotidiano hanno un’origine e una storia diversa da quella che immaginiamo con l’installazione interattiva Il mondo in un giorno o rivivere quella che è considerata la prima passeggiata della storia umana: La passeggiata di Laetoli è infatti un’installazione immersiva che racconta, attraverso un paesaggio dinamico, animato da accadimenti, un viaggio indietro nel tempo di quasi 4 milioni di anni quando una famiglia di ominidi lasciò le proprie orme nella cenere di un vulcano.

Good news: sabato 25 e domenica 26 è stato prolungato l’orario quindi la mostra sarà visitabile fino alle 22.30.

Homo Sapiens. Le nuove storie dell’evoluzione umana
30 settembre 2016 – 26 febbraio 2017
Mudec
Per ulteriori informazioni: www.mudec.it

Mostre al Duomo di Milano

Non basta solo ammirarlo da fuori, fino al 28 febbraio potete conoscerne la storia attraverso delle belle fotografie che vi daranno la possibilità di sfogliarne il passato e il presente. Parliamo del Duomo e della mostra fotografica Il Duomo si racconta, che è un omaggio ai milanesi e al loro cammino nella storia vista dagli occhi di una spettatrice molto particolare: la Madonnina che da sette secoli veglia sulla città e dà il benvenuto ai nuovi arrivati ma anche tutte le persone che lavorando alla Veneranda Fabbrica, da centinaia di anni, si impegnano per tramandare il Duomo in perfette condizioni alle generazioni successive.

La mostra  si tiene all’interno delle sale dell’Archivio della Veneranda Fabbrica, che dopo il restauro conferma l’intenzione di aprirsi sempre più alla cittadinanza, e nella Chiesa di San Gottardo in Corte, Cappella Palatina di Palazzo Reale.
Nel percorso espositivo Il Duomo si racconta si vedranno 28 immagini realizzate tra il 1860 e gli anni Settanta: si potrà così scoprire l’antica piazza con il rione del Rebecchino e la ciminiera di via Santa Redegonda, il bar sulle Terrazze del Duomo, le trasformazioni di Milano tra Ottocento e Novecento, i bombardamenti della seconda guerra mondiale ma anche la bellezza infinita della cattedrale. Nella chiesa di San Gottardo invece troverete una selezione di 34 fotografie dedicata alla Veneranda Fabbrica del Duomo e ai suoi cantieri.

Ma non finisce qui: l’esposizione continua nella Chiesa di San Gottardo in Corte, con una sezione di 34 fotografie dedicata alla Fabbrica di oggi e all’infinita vita dei suoi cantieri: dalle Cave di Candoglia al cantiere dei Marmisti, dagli operai rocciatori ai continui restauri.

Il Duomo si racconta
24 novembre 2016 – 28 febbraio 2017
Archivio della Veneranda Fabbrica
Per ulteriori informazioni: www.duomomilano.it

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