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Mostre Milano estate 2024: cosa vedere, dalla grande fotografia all’arte del tatuaggio

Beatrice Curti 2 settimane fa
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Cosa ci riserverà l’estate 2024 in fatto d’arte a Milano? Tante, tantissime mostre! Il Mudec ci incanta con l’arte millenaria del tatuaggio, mentre a Palazzo Reale la bellezza accecante degli abiti di Dolce&Gabbana si affianca alle fotografie di Philippe Halsman. Alle Gallerie d’Italia invece spazio a un artista tanto importante quanto poco noto del Novecento italiano: Felice Carena, mentre la Triennale omaggia la figura di Gae Aulenti, architetta fondamentale della nostra epoca.

Mudec

Martin Parr. Short & Sweet (fino al 28 luglio 2024)

A partire dai primi lavori in bianco e nero fino ai temi più cari a Parr – dalle ‘vite da spiaggia’ al turismo – il progetto espositivo, curato in prima persona dall’artista, espone oltre 60 fotografie selezionate da Parr appositamente per questo progetto e presentate insieme al corpus di immagini della serie che lo ha reso famoso, Common Sense, con oltre 200 fotografie tra le 350 esposte nella mostra omonima del 1999 che esplorano la realtà plastificata e pacchiana del mondo occidentale.

Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo (fino al 28 luglio 2024)

Secondo le ultime ricerche pubblicate, infatti, l’Italia figura al primo posto tra le nazioni con il numero più elevato di persone tatuate, con il 48% della popolazione adulta, seguita dalla Svezia (47%) e dagli Usa (46%). Si tratta di un fenomeno sociale e culturale recente, ma che ci caratterizza significativamente, anche in virtù di una tradizione antica, che pochi conoscono.

Emma et Frank De Burgh, 1886, Charles Lévy (ed.), Musée Carnavalet – Histoire de Paris, Parigi. Gli americani Emma e Frank De Burgh furono tra le più famose coppie coniugali circensi in Europa. Emma aveva tatuata sulla schiena una raffigurazione dell’Ultima cena.

Da queste considerazioni di carattere anche sociale oltre che culturale nasce l’interesse del Mudec, che ha voluto approfondire la conoscenza di pratiche, ritualità, forme ed espressioni che si ritrovano in qualsiasi epoca e in ogni angolo della terra – dall’antichità ad oggi – attraverso un progetto espositivo che affronta il tatuaggio dal punto di vista storico, antropologico e culturale, partendo dai luoghi in cui sono state rinvenute le sue prime inconfutabili testimonianze: il bacino del Mediterraneo.

Palazzo Reale

Philippe Halsman. Lampo di genio (fino al 1° settembre 2024)

L’attrice Audrey Hepburn posa per una copertina di Life, La Vigna, Roma, 1955

Halsman è stato in grado di lavorare sempre tra sguardo e introspezione, intuizione immediata, lampi di genio e tecnica raffinata. Per la sua iconica serie “Jumpology” è riuscito a far saltare di fronte al suo obiettivo teste coronate, scienziati, capi di stato e divi dello schermo e con Salvador Dalí ha inventato immagini come vere performance artistiche.

Questa prima retrospettiva italiana, realizzata in collaborazione con il Philippe Halsman Archive di New York, ne celebra il lavoro presentando oltre 100 stampe fotografiche, arricchite da video e materiali vari.

Dolce&Gabbana. Dal cuore alle mani (fino al 31 luglio 2024)

Una lettera d’amore aperta alla cultura italiana, ispirazione dello spirito di Dolce&Gabbana sin dalle sue origini, a ripercorrere lo straordinario processo creativo di Domenico Dolce e Stefano Gabbana: dal cuore, da cui scaturiscono le idee, alle mani, strumento attraverso cui prendono forma.

La mostra, che verrà inaugurata a Milano per poi toccare diverse tappe internazionali, celebrerà il brand come simbolo dello stile italiano attraverso il sogno dell’Alta Moda, ed esplorerà il suo approccio non convenzionale al mondo del lusso: elegante, sensuale e unico, ma allo stesso tempo divertente, irriverente e rivoluzionario.

L’archivio e le nuove collezioni saranno esposti in un susseguirsi di sezioni tematiche che metteranno in risalto i vari aspetti della cultura italiana che da sempre ispirano il lavoro di Dolce&Gabbana – tra questi, arte, architettura, artigianato, le città e la loro topografia regionale, la musica, l’Opera e il Balletto, le tradizioni popolari, il teatro e la dolce vita.

Valerio Adami. Pittore di idee (fino al 31 luglio 2024)

A Palazzo Reale, un’antologica dell’artista Valerio Adami (Bologna, 1935) celebra i sessantacinque anni di carriera e ricerca di uno dei maggiori artisti italiani del Dopoguerra. Curata da Marco Meneguzzo, con il coordinamento generale di Valeria Cantoni Mamiani, presidente dell’Archivio Valerio Adami, la rassegna presenta oltre settanta grandi quadri e circa cinquanta disegnidal 1957 al 2023, tra i più significativi dell’opera del Maestro. Pittore stimato in tutto il mondo, Valerio Adami incarna perfettamente l’idea dell’artista internazionale e aperto a tutte le suggestioni derivate da altri linguaggi, come la letteratura, la filosofia, la musica.

Fondazione Prada

Pino Pascali (fino al 23 settembre 2024)

Pino Pascali (1935-1968) ha contribuito in modo significativo agli sviluppi della scena artistica italiana e internazionale del secondo dopoguerra. L’intento di questa mostra è approfondire il carattere innovativo della sua opera, specialmente in relazione alla produzione scultorea, che negli ultimi cinquant’anni ha avuto un impatto fondamentale su diverse generazioni di artisti e critici e continua ad attirare l’attenzione del pubblico internazionale.

Il progetto espositivo si divide in quattro sezioni, ciascuna delle quali propone una precisa prospettiva sulla produzione di Pascali, e si sviluppa in tre edifici della sede di Milano: il Podium, la galleria Nord e la galleria Sud. Concepito da 2×4, il percorso allestitivo include quarantanove opere di Pino Pascali provenienti da musei italiani e internazionali e da prestigiose collezioni private; nove lavori di artisti del secondo dopoguerra; una selezione di fotografie che ritraggono l’artista con le sue opere e un video.

Triennale Milano

Inga Sempé. La casa imperfetta (fino al 15 settembre 2024)

La casa imperfetta mette in scena progetti, oggetti e disegni in uno scenario domestico, reso accessibile grazie al percorso espositivo sviluppato da un’idea di Inga Sempé e progettato da Studio A/C di Alessia Pessano e Chiara Novello. Una vera e propria abitazione che ha l’obiettivo di trasmettere al visitatore la complessità e l’approfondimento del suo lavoro. La costruzione di ambienti dedicati accoglie l’universo dei prodotti realizzati dalla designer francese, che rifugge un’idea di target, di marketing, di genere, recuperando la tradizione degli oggetti anonimi.

Il visitatore può interagire con ambienti come camera da letto, cucina, corridoio, disimpegno, spazio esterno, e svolgere delle azioni come leggere un libro, sedersi sul divano, accendere e spegnere le luci: gesti quotidiani che generalmente non sono permessi all’interno delle mostre. Sono inoltre esposti alcuni oggetti disegnati da Vico Magistretti e Massimo Morozzi, e opere di artisti internazionali, tra cui Gilbert & George, Domenico Gnoli, Mette Ivers, oltre a 7 opere di Saul Steinberg.

Gae Aulenti (1927-2012) (fino al 12 gennaio 2025)

Un’ampia retrospettiva dedicata a Gae Aulenti (1927-2012), una delle figure più rappresentative dell’architettura e del design contemporanei. In oltre sessant’anni di carriera, la poliedrica progettista ha toccato numerosi ambiti: dal disegno a scala urbana all’exhibition design, dall’architettura del paesaggio alla progettazione degli interni, dal furniture design alla grafica, fino alla scenografia teatrale.

La vicenda di Gae Aulenti è presentata in forme analitiche e spettacolari, per raccontare un modo personale di vedere, immaginare e progettare la realtà che ha segnato contesti italiani e stranieri del secondo Novecento. Il percorso espositivo è costituito da ambienti in scala 1:1, grazie ai materiali originali conservati nell’archivio milanese dell’architetto, tra disegni, fotografie e maquette.

Gallerie d’Italia

Felice Carena (fino al 29 settembre 2024)

A 145 anni dalla nascita, questa mostra vuole ricostruire la parabola artistica del grande pittore torinese, ma fiorentino e veneziano d’adozione – considerato fino agli anni Quaranta uno dei grandi maestri del Novecento europeo – che ebbe una straordinaria produzione grazie alla sua ricerca pittorica, luminista e poetica. In mostra oltre cento opere, oggi conservate in collezioni pubbliche e private delle città in cui il pittore visse e lavorò (Torino, Roma, Firenze e infine Venezia), e anche importanti e sorprendenti inediti.

L’esposizione illustra la carriera e i successi di Carena che attraversa la prima metà del XX secolo con sperimentazioni sempre nuove, che spaziano dal simbolismo all’espressionismo, in una continua ricerca di dialogo con la tradizione classica e rinascimentale.

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