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Il Simbolismo dalla Belle époque alla Grande guerra in mostra a Palazzo Reale

Marco Valerio 8 anni fa
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La prima grande mostra milanese del 2016 è dedicata al Simbolismo. L’esposizione ospitata a Palazzo Reale a partire da mercoledì 3 febbraio si intitola Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle époque alla Grande guerra e si inserisce in un preciso programma dedicato all’arte tra fine Ottocento e inizio Novecento e che ha già visto l’inaugurazione di Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau (fino al 20 marzo 2016).

Con oltre 2.000 mq di superficie espositiva e 24 sale site al piano nobile di Palazzo Reale, Il Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra mette per la prima volta a confronto i simbolisti italiani con quelli stranieri grazie a circa un centinaio di dipinti, oltre alla scultura e una eccezionale selezione di grafica, che rappresenta uno dei versanti più interessanti della produzione artistica del Simbolismo, provenienti da importanti istituzioni museali italiane ed europee oltre che da collezioni private.

Il Simbolismo è, al tempo stesso, un momento di chiusura al progresso e a una società dominata dall’imperio della quantità e di apertura per affermare una modernità che, sulla scia della poesia di Baudelaire, fa della resistenza al moderno il proprio segno di riconoscimento. Emblema della caduta e del fallimento, I fiori del male sono il punto di partenza di un momento culturale che si definisce in primo luogo attraverso la negazione: rifiuto del reale ridotto alla semplice percezione intuitiva, rifiuto dell’accademismo, rifiuto del naturalismo e del verismo.

Dal punto di vista figurativo, si avvia un recupero delle immagini di quel ‘paradiso perduto’ identificato nella pittura dei primitivi italiani e, in generale, dei miti originari. Grande tramite di questa rivoluzione delle immagini è la letteratura, in cui il tema del sogno, del delirio indotto dagli oppiacei, della follia sembra unificare quella cultura europea che verrà rivoluzionata dal volume dell’Interpretazione dei sogni pubblicata da Sigmund Freud a Vienna nel 1900. Ne deriva il recupero della dimensione onirica, del mondo eroico della mitologia, di temi scabrosi come l’amore erotico, la morte e il peccato.

La mostra presenta per la prima volta in Italia alcuni tra i più significativi capolavori del Simbolismo europeo. Sarà possibile ammirare delle icone dell’idea simbolista del mondo: Carezze (L’Arte) la straordinaria donna/ghepardo di Fernad Khnopff; la testa di Orfeo galleggiante sull’acqua di Jean Delville, entrambi provenienti dal Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles; l’enorme opera di Ferdinand Hodler, intitolata l’Eletto, dall’Osthaus Museum di Hagen e Il silenzio della foresta di Arnold Böcklin, dalla Galleria Nazionale di Poznan.

Tra le sezioni più scenografiche della mostra, le sale dedicate alla Biennale del 1907: una vetrina di confronto tra l’arte italiana più evoluta, cresciuta anche dal confronto con le grandi mostre della Secessione di Berlino e di Vienna. Giulio Aristide Sartorio è presente con l’imponente ciclo pittorico Il poema della vita umana, realizzato per la Biennale del 1907, la stessa dove venne allestita la famosa Sala dell’Arte del Sogno che ha rappresentato la consacrazione ufficiale del Simbolismo in Italia. Il ciclo di Sartorio è affiancato in mostra dall’istallazione sonora dell’artista vicentino Alberto Tadiello, il cui intervento sonoro – l’incipit di una composizione musicale ripetuto molte volte in modo sfalsato- crea una nuova esperienza di fruizione artistica.

Attraverso 18 sezioni tematiche, il percorso espositivo si svolge poi tra atmosfere e dimensione oniriche: accompagnato dalle poesie di Baudelaire tratte dalla raccolta I fiori del Male i visitatori attraversano le sale della mostra passando dalle rappresentazioni demoniache di Odillon Redon, alle rappresentazioni dei miti di Gustave Moreau, al vitalismo di Ferdinand Hodler, al colorismo dei Nabis. Le interpretazioni dell’amore di Giovanni Segantini, l’immaginario divisionista di Gaetano Previati e la magia della decorazione di Galileo Chini rendono conto, tra l’altro, dell’importanza del movimento simbolista in Italia, permettendo così di riscoprire nomi meno conosciuti: Luigi Bonazza, seguace italiano di Klimt, Leo Putz, Giorgio Kienerk e gli scultori Leonardo Bistolfi e Amleto Cataldi. Il percorso espositivo si chiude immergendo lo spettatore nell’atmosfera fantastica delle Mille e una notte, il ciclo decorativo realizzato da Zecchin alla vigilia della Grande Guerra.

Oltre a permettere un approfondito e aggiornato studio del periodo, la mostra ha reso possibile il restauro, la pulitura e la manutenzione di oltre dieci opere provenienti da Ca’ Pesaro di Venezia, dell’Autoritratto di Arnold Böcklin, della Galleria degli Uffizi di Firenze e delle cornici de L’Eroica di Gaetano Previati, dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, e del polittico di Giulio Aristide Sartorio, Le Vergini Savie e Le Vergini Stolte, di proprietà della Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma. Si tratta di un’importante operazione che dimostra come le mostre temporanee, oltre a valorizzare le opere, possano essere anche l’occasione per una partecipazione attiva alla conservazione del patrimonio artistico italiano grazie ai finanziamenti che da esse ne derivano.

La mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e Arthemisia Group e curata da Fernando Mazzocca e Claudia Zevi in collaborazione con Michel Draguet.

L’esposizione sarà ospitata negli spazi di Palazzo Reale fino a domenica 5 giugno.

Simbolismo. Arte in Europa dalla Belle Époque alla Grande Guerra

3 febbraio – 5 giugno 2016, Palazzo Reale

ORARI APERTURA: 

Lunedì 14.30 – 19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30; giovedì e sabato 9:30 – 22:30

BIGLIETTI: 

Intero 12 €; ridotto 10 €; ridotto speciale 6 €; biglietto famiglia € 10 adulto (1 o 2 adulti) € 6 per bambino da 6 a 14 anni

INFO E PRENOTAZIONI:

0254914 / www.mostrasimbolismo.it