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Dark Phoenix chiude con molti rimpianti la saga cinematografica degli X-Men

Redazione 5 anni fa
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Il potere assoluto corrompe in modo assoluto, e in X-Men Dark Phoenix, ultima pellicola dedicata ai mutanti Marvel dalla 20th Century Fox (in uscita il 6 giugno nelle sale cinematografiche), tocca alla telepate Jean Grey, cuore e anima degli X-Men, subire la fascinazione del male.

X-Men Dark Phoenix: la trama e il trailer

Di ritorno da una missione di salvataggio nello spazio, infatti, la sensitiva del gruppo rimane investita da una misteriosa forza cosmica che le salva la vita e amplifica i suoi poteri telepatici a dismisura, fino a farle scoprire la verità sul suo tragico passato che il Professor Xavier le aveva tenuto nascosto.

Questo la porterà sull’orlo della follia e le farà perdere il controllo delle proprie capacità mutanti, ormai pressoché inarrestabili. Gli X-Men si troveranno di fronte a un bivio: tentare di salvare la propria compagna o annientarla? Nel frattempo una razza aliena mutaforma è sulle tracce della forza cosmica che ha posseduto Jean, e prepara un’invasione del pianeta.

X-Men Dark Phoenix: la recensione

Il percorso sul grande schermo di questi eroi non convenzionali è stato significativo ma non sempre brillante: fu proprio X-Men di Bryan Singer (‘I soliti sospetti’, ‘Bohemian Rhapsody’) a inaugurare nel 2000 la nuova stagione di cinecomic di successo e da allora sono seguiti ben cinque sequel (Dark Phoenix è il sesto) più cinque spin-off (tre su Wolverine e due su Deadpool).

Un filone dalla qualità altalenante che ha risentito sempre più della concorrenza dei film prodotti da Marvel Studios e Disney, capaci di creare un universo cinematografico condiviso e coerente, frutto di una programmazione certosina, ma anche di raccontare storie che sapessero bilanciare azione, umorismo ed eroismo.

Già da X-Men-Apocalypse, del 2016, l’impressione che l’esigenza della Fox fosse più legata al mantenimento dei diritti del franchise che alla realizzazione di pellicole con una storia solida da narrare, e purtroppo ‘Dark Phoenix’ non fa eccezione: il film è un concentrato di azione drammatica spesso (e volentieri) spettacolare ma dalla drammaturgia esile e incerta.

I personaggi sono tanti ma nessuno pare conoscere uno sviluppo concreto, anzi ognuno sembra sacrificato al proprio ruolo strumentale nella pellicola (eroe-vittima-comprimario). Oltretutto la storia è praticamente la stessa di X-Men – Last Stand del 2006 (diretto da Brett Ratner e universalmente considerato come il peggiore della saga) pur con qualche variazione, nonostante il regista Simon Kinberg avesse annunciato di voler restituire giustizia alla versione a fumetti che l’aveva ispirato: il risultato finale va in direzione di un rifacimento che non sembra portare in nessuna direzione che si possa definire nuova per gli X-Men, eccezion fatta per un rimescolamento della propria formazione.

Oltretutto ben poco spazio viene lasciato al dato più interessante offerto dalla sceneggiatura, ovvero Magneto che fonda una comunità agricola di mutanti reietti in opposizione a uno Xavier che frequenta la Casa Bianca e i grandi ricevimenti della diplomazia internazionale.

Ogni potenziale spunto è sacrificato sull’altare di un film che dovrebbe sconvolgere lo spettatore ma che sembra non riuscire mai a trovare il canale di empatia necessario allo scopo. Piatti e inconsistenti gli alieni mutaforma che tentano di utilizzare il potere della Fenice per i propri scopi, danno l’impressione di assistere alla solita, spietata invasione aliena senza alcun motivo valido.

Il cast è stellare ma decisamente schiacciato dalla povertà dei dialoghi e della trama: James McAvoy, Michael Fassbender, Jessica Chastain, Jennifer Lawrence e Sophie Turner fanno il possibile con ciò che gli viene dato, ma ciò che gli viene dato non è appunto sufficiente, e quello che resta, alla vigilia del ritorno dei mutanti alla casa madre dei Marvel Studios, è una sensazione di occasione mancata.

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