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Tutta colpa del vulcano, recensione del film con Dany Boon

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locandina-tutta-colpa-del-vulcano-210x300Tutta colpa del vulcano, in uscita nelle sale dal 5 giugno, è la vicenda di Alan (Dany Boon) e Valerie (Valerie Bonneton) due coniugi separati che proprio non si sopportano, costretti alla convivenza forzata in un rocambolesco viaggio da Parigi a Corfù, per raggiungere l’unico bene in comune che hanno: la loro figlia Cecile, in procinto di sposarsi.

Il regista Alexandre Coffre propone una commedia on the road, in un mix di citazioni fra le fortunate pellicole americane Un biglietto per due di Hughes e la versione datata ‘99 de La strana coppia con gli inseparabili Walter Matthau e Jack Lemmon.

Qui Matthau è soppiantato da una brontolona e saccente Valerie Bonneton, che sottopone ad ogni sorta di dispetto e critica l’ex marito Alain, altrettanto attivo nel sabotare e rendere il viaggio della consorte il meno sereno possibile. Sullo sfondo, come si evince dal titolo, il famoso vulcano islandese Eyjafjallajökull che, nel marzo 2010 con la sua improvvisa attività e la sua estesa nube, paralizzò l’intero traffico areo d’Europa.

In questo caso, i due protagonisti devono fare i conti con un radicale cambio di programma arrabattandosi via terra nella lunga strada che separa la Francia dalla Grecia. Obbligati a dividere camere d’albergo, una lussuosa Porsche a noleggio, ridotta a un catorcio al solito incidente e un piccolo areo maldestramente pilotato, i due si ritroveranno ad avere molti più argomenti in comune di quanto pensassero e a cogliersi travolti dalla passione sopita.

Nel complesso tutto torna, in questa pellicola di Coffre: il viaggio forzato di strampalati personaggi, due personalità totalmente differenti e in conflitto, situazioni grottesche e guai che fanno riaffiorare la condivisione e l’unione fra le due parti. Tutta colpa del vulcano è sorretto dalla buona recitazione di Boon e della Bonneton i quali danno vita a dei personaggi notevolmente caratterizzati, ma che perdono un po’ la loro incisività in una sceneggiatura povera. Coffre, sebbene qua e là abbia condito la storia con lampi di buona comicità, non dà un preciso indirizzo alla vicenda e la forza con situazioni inverosimili spinte all’eccesso, che non giovano alla completa riuscita del film. Il risultato è una pellicola confezionata per divertire un pubblico senza pretese.

Voto per noi: 6+

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