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Ti sposo ma non troppo, la recensione

ti_sposo_ma_non_troppo_locandina

ti_sposo_ma_non_troppo_locandinaAndrea (Vanessa Incontrada) dopo essere stata scaricata dal futuro consorte sull’altare è una donna delusa dall’amore, Luca (Gabriele Pignotta) è un fisioterapista, anch’egli miseramente abbandonato dalla fidanzata, che si improvvisa psicologo per conquistare il suo cuore. Carlotta e Andrea (Chiara Francini e Fabio Avaro) sono una coppia in crisi alla vigilia del matrimonio.

Tutto questo è Ti sposo ma non troppo il nuovo film del regista esordiente Gabriele Pignotta, in uscita nelle sale il 17 Aprile. Una commedia degli equivoci senza troppe pretese che descrive l’amore ai tempi dei social network. “Romantico…ma non troppo” il film di  Pignotta rispetta tutti canoni della classica commedia all’italiana condita di ambiguità e incertezze sentimentali, dove nulla è certo, salvo la difficoltà di innamorarsi,  scotto dei nostri imprevedibili tempi.

Una pellicola contemporanea che non cede nel volgare, ma che a ben guardare non presenta lampi di originalità, per modalità e per contenuti. Può strappare qualche sorriso beffardo più che farsi ammirare per trovate stravaganti e alternative, come suggerisce il tema. Prima di Pignotta, c’è Tennant con il suo Hitch che allo stesso modo usa la psicologia come irrinunciabile mezzo per arrivare a conoscere e capire le persone.

Ti sposo ma non troppo è animato da  personaggi decisamente funzionali: c’è una bellissima ragazza amareggiata dall’amore, un uomo che agisce con il sotterfugio per arrivare a lei e per questo perdonato, una coppia (Carlotta e Andrea)  che non parla, ma ancora peggio che non si sa ascoltare. Poi i genitori: legami inossidabili seppur nascondano attriti insanabili e noia a profusione.

Temi e protagonisti riconoscibili nel panorama della produzione contemporanea nostrana, il malessere di vivere e la fatica di mettersi in gioco con un’altra persona, così come un amore nasce un altro muore, ucciso dalla noia.

Voto per noi: 6-

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