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Ruggeri Frankenstein: ai Magazzini Generali è di scena il rock, la recensione

Valentina Fumo 10 anni fa

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“Ho costeggiato dirupi profondi, seguendo sirene di mari di mondi, ho capito la notte più nera cercando tracce di vita…”: con Il Capitano un Enrico Ruggeri in grandissima forma ha aperto ieri, 13 maggio, la tappa milanese del suo Frankenstein Tour dopo i concerti di Roma e Parma.

I nuovi brani tratti dall’album Frankenstein uscito il 7 maggio e i grandi classici del cantautore milanese si sono alternati sul palco dei Magazzini Generali di via Pietrasanta confermando la doppia anima di Ruggeri che guarda costantemente al punk di inizio anni Ottanta dei suoi esordi e al rock anni Settanta.

Infatti, come ha raccontato lo stesso Ruggeri nella sua intervista a Milano Weekend, Frankenstein regala sonorità vicine al progressive, con tastiere minimoog e poca elettronica, testi colti e intimistici come Aspettando i Superuomini e Il Cuore del mostro per un concept album ambizioso e straordinariamente in controtendenza che Ruggeri stesso ha dichiarato sarà l’ultimo della sua carriera.

Canzone dopo canzone, accompagnato dalla chitarra di Luigi Schiavone e dal basso di Fabrizio Palermo, Rouge passa da Le affinità elettive al Il mare d’inverno, da La folle ambizione alla adrenalinica Punk in cui il cantante ricorda: “Sono stato punk prima di te, sono stato più cattivo io. Suonavo l’heavy metal quando tu eri chiuso nell’asilo”. Perché, senza voler essere snob, bisogna mettere i puntini sulle “i”: la buona musica è un antidoto contro i brani spesso di una banalità sconsolante sfornati oggi a tempi di record dall’industria discografica italiana.

Quello che stupisce è l’amore fra il cantautore e il suo pubblico: dopo aver ringraziato il suo staff, prevalentemente composto da donne, Ruggeri canta La notte delle fate e i fan impazziscono intonando “Ogni donna ha un paio di ali chiuse dentro sé”; poi, dopo aver presentato i membri della band, l’autore di Che giorno sarà e Non si può morire la notte di Natale, interpreta come sempre Quello che le donne non dicono, scritta per Fiorella Mannoia: una piccola forma di scaramanzia a cui non riesce a rinunciare.

Rouge chiude la serata con Diverso dagli altri, il singolo tratto da Frankenstein, Mistero, con cui vinse il 43° Festival di Sanremo e, infine, Contessa: interpreta quest’ultima canzone dirigendo la band e il pubblico e muovendosi sul palco in modo accattivante: un momento divertentissimo del concerto in cui sembra di rivedere, ad un tratto, esattamente lo stesso ragazzo che cantava con i Decibel.

Se Frankenstein parla di immortalità, del fatto che non vogliamo invecchiare, che non vogliamo le rughe, Ruggeri dimostra che non bisogna avere paura del tempo che passa.

Prossimo appuntamento con il Frankenstein Tour il 17 maggio a Calvari (Genova).