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Il ponte delle spie: Spielberg convince ancora con la guerra fredda e Tom Hanks

Sara Ridolfo 8 anni fa
Ponte delle spie

Il ponte delle spie

Brooklyn, 1957. In piena guerra fredda l’FBI arresta Rudolf Abel con l’accusa di essere una spia sovietica. Interrogato, Abel si rifiuta di collaborare e viene rinchiuso in una prigione federale in attesa del processo. L’opinione pubblica si scalda, il processo sembra avere un esito certo. Il governo affida la difesa a James Donovan, avvocato assicurativo, ex procuratore dei processi di Norimberga: un abile negoziatore che gode di grande considerazione all’interno della comunità legale.

Ma Donovan (Tom Hanks) prende sul serio la difesa di Abel (Mark Rylance) e cerca di garantirgli un processo equo. Tra i due uomini nasce un legame basato sulla stima reciproca: Donovan ammira la forza e la lealtà di Abel, e costruisce una difesa appassionata per impedire che riceva la pena di morte, poiché le sue azioni sono state quelle di un bravo soldato che ha obbedito agli ordini del suo Paese.

Nel frattempo un U2, un aereo spia americano, viene abbattuto sopra lo spazio aereo sovietico e il pilota americano Francis Gary Powers viene catturato. Anche l’Unione Sovietica ora ha una spia americana e Donovan viene scelto dalla CIA per avviare un negoziato e scambiare i prigionieri. Recatosi a Berlino Est, Donovan scopre che anche uno studente americano, Frederic Pryor, è stato arrestato. Cerca allora di negoziare entrambi i prigionieri.

Ispirato a una storia realmente accaduta, il film si colloca nel filone storico di Steven Spielberg – che lo ha già visto impegnarsi in progetti come Schindler list (1993), Salvate il soldato Ryan (1998), Lincoln (2012) –  e anche stavolta il regista si mostra perfettamente in grado di ricreare il periodo storico in modo cinematografico. L’interesse verso la guerra fredda, e verso questa storia, in un certo senso, Spielberg ce l’aveva dentro fin da bambino: da quando il padre gli aveva raccontato di aver visto i resti dell’aereo spia U2 insieme all’uniforme da volo di Powers messi in mostra dai russi.

Il clima della guerra fredda, le differenze e la separazione tra le due potenze vengono benissimo rappresentate sia dalla contrapposizione dei due mondi – la Brooklyn del 1957 e Berlino Est – sia dall’incontro fra questi due mondi, nella scena in cui la storia raggiunge la massima tensione: sullo storico Ponte di Glienicke di Berlino – il ponte delle spie – che nel corso della guerra, separava Berlino Est da Berlino Ovest.

Tom Hanks, per la quarta volta davanti alla macchina da presa di Spielberg, si cala perfettamente nei panni di Donovan, un uomo comune che si ritrova in circostanze straordinarie e riesce a fare la differenza. La sceneggiatura di Matt Charman beneficia dell’apporto e dell’ironia dei fratelli Ethan e Joel Coen, per la prima volta al fianco del regista. Una curiosità: è dal nome dell’aereo spia americano U2 che prende il nome la celebre band irlandese; nel film è presente Eve Hewson, figlia di Bono Vox, come Carol Donovan.

Il nostro voto: 8

Una frase: Tutti hanno diritto a una difesa… ognuno di noi è importante. James Donovan

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