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Palazzo Acerbi, la “casa del Diavolo” a Milano: le origini della leggenda

Palazzo Acerbi

Si dice che il numero del Diavolo sia 666. Per i molti milanesi, invece, è il numero 3. O meglio il civico 3 di Corso di Porta Romana, a due passi dal Duomo di Milano. In questa via si narra infatti che il seicentesco Palazzo Acerbi, fu per un tempo la dimora del Diavolo in persona. Ancora oggi queste voci si ricordano anche per un volto con fisionomia demoniaca posto sopra il portone principale.

La casa del Diavolo

Il primo proprietario del Palazzo Acerbi fu nel 1577 Pietro Maria Rossi conte di San Secondo, fino ai primi anni del Seicento quando fu acquistato dal marchese Ludovico Acerbi che lo fece restaurare in stile barocco lombardo, visibile ancora oggi. Il marchese Acerbi, da cui il palazzo prende il nome, abitò qui proprio durante gli anni in cui la peste colpì Milano causando moltissime morti. Ma non agli abitanti dello stabile che, anzi festeggiavano noncuranti con feste e passeggiate in carrozza.

Proprio questo portò alla luce la diceria che in corso di Porta Romana 3 fosse di casa il Diavolo. Chi passava per Milano la notte vedeva per le strade i malati e il degrado, mentre dalle finestre del palazzo le luci e la musica. E fu proprio alla fine della peste che tutti si resero conto che gli unici rimasti totalmente immuni erano proprio gli abitanti di Palazzo Acerbi. Questo stesso palazzo che fu prima immune alla peste manzoniana, resistette poi a una bombarda austriaca del 1848 e ne porta ancora i resti: all’esterno infatti è visibile una palla di cannone infissa nella facciata. E così la storia s’intrecciò alla leggenda.

Palazzo Acerbi

Il Palazzo e il conflitto con Annoni

Il Palazzo Acerbi nacque nel periodo d’oro di questa via, quando era il centro della vita mondana. Esternamente è una struttura austera e sobria proprio come imponeva lo stile barocco lombardo di quegli anni. Internamente invece il lusso è di casa: cortili porticati, ampi saloni in marmo decorati con alcune delle statue e dei quadri più belli dell’epoca e uno scalone a tre rampe che portava direttamente all’appartamento padronale. Il tutto per sfidare il rivale che possedeva il Palazzo Annoni posto esattamente davanti alla ‘Dimora del Diavolo’. Oggi il palazzo, pur mantenendo la sua bellezza, è adibito – esattamente come Palazzo Annoni – a dimore private e uffici.