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Dalla Grande Guerra al made in Italy, da Eduardo a De Andrè: Milano celebra il Novecento Italiano

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Lucio Fontana. Ambienti/Environments - Hangar Bicocca

Un secolo breve raccontato in un anno, un palinsesto di eventi work in progress per ricordare, e celebrare, il ‘900 esplorandone tutti i molteplici linguaggi, dall’arte alla musica, dalla letteratura al teatro, dal design alla moda. E scoprire una volta di più qual è il bagaglio che ci siamo portati nel nuovo Millennio e come ci ha formati. Ecco Novecento Italiano: a Milano il 2018 sarà l’anno per ripercorrere questo secolo così ricco e complesso e il modo in cui la sua cultura ha lasciato il segno in Italia e in particolare nella nostra città. E in questo viaggio Milano non sarà sola, ma gemellata con Cremona.

Cos’è Novecento Italiano? Un cappello che in tutto il 2018 raccoglierà offerte variegate della scena milanese che corrono lungo il fil rouge del Novecento, tra mostre, spettacoli, conferenze, concerti, proiezioni, performance: ad oggi il calendario conta 150 eventi, ma si tratta di un work in progress: “Più di un anno fa abbiamo lanciato la chiamata a istituzioni e associazioni che avessero desiderio di dare un contributo per costruire questo grande affresco di un secolo – ha spiegato Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano – . Ma la chiamata è sempre aperta per arricchirlo in corso d’opera”.

Tanti i luoghi milanesi che verranno coinvolti: dal Piccolo Teatro alla Scala, dai musei al Conservatorio Giuseppe Verdi, dall’Archivio di Stato alle Biblioteche, come la Braidense, la Sormani e la Sant’Ambrogio.

E il fil rouge accompagnerà anche grandi novità nei musei milanesi: il Museo del Novecento si rinnova, allungherà infatti il suo arco temporale per arrivare alla soglia del nuovo Millennio: arriveranno opere e artisti degli anni ’80 e ’90, la pittura analitica e la fotografia, arriverà la pop art, e non solo quella di icone come Andy Wharol, ma anche la sua declinazione italiana.

Dalla Grande Guerra agli anni bui dei Settanta, da Walter Chiari a Maria Callas, da Primo Levi a Dino Buzzati. E poi ancora D’Annunzio e la Duse, Gianni Brera, Fabrizio de Andrè, Pasolini, dai cambiamenti della moda alla Milano delle fabbriche. Un caleidoscopio che mescola personaggi, momenti, temi e arti diversissimi tra loro. Per districarsi, il sito di riferimento sarà yesmilano.it. Qui intanto però potete scaricare la brochure con i primi highlight.

Come abbiamo anticipato all’inizio, infatti, il programma di Novecento Italiano è ancora in evoluzione, e chiunque può contribuire al con nuove iniziative: si può inoltrare la propria proposta ac.novecentoitaliano@comune.milano.it. La call è sempre aperta.

Ecco alcune anticipazioni.

NOVECENTO ITALIANO MILANO

Novecento Italiano a teatro

È dal palcoscenico che si inaugura il 9 gennaio il “Novecento Italiano”, proponendo la messa in scena di tre testi significativi del teatro novecentesco in tre diverse sale milanesi: “Il sindaco di Rione Sanità” di Eduardo De Filippo al Piccolo Teatro Grassi (fino al 28 gennaio), “Le Sorelle Materassi” di Aldo Palazzeschi al Teatro Franco Parenti (fino al 21 gennaio) e “L’angelo dell’informazione” di Alberto Moravia al Teatro Out Off (fino al 4 febbraio). E ancora molta letteratura del ‘900 prende vita nei teatri milanesi, rievocando storie tragiche del secolo scorso – come “Primo”, testimonianza scenica sulla vita di Primo Levi tratta dal suo “Se questo è un uomo” al PACTA Salone (30 gennaio – 4 febbraio), o “Matilde” (24-28 gennaio), che al Teatro Studio porta in scena il non-eroismo femminile che si oppose al nazifascismo – o ricordando personaggi chiave del ‘900, noti come Dino Buzzati, il cui mondo inquietante verrà rievocato alla Biblioteca Braidense con letture sceniche (il 27 gennaio), e meno noti come Mario Carrara, docente e padre della medicina legale italiana che si rifiutò di giurare fedeltà al fascismo (“Il giuramento” al Teatro Menotti).

 

Novecento italiano, gli anniversari

Tanti anche gli anniversari che, all’interno del cartellone di “Novecento Italiano“, vengono ricordati o celebrati con mostre, spettacoli e concerti. Per il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, Palazzo Morando|Costume Moda Immagine allestisce una mostra documentale che illustra il ruolo nevralgico di Milano durante la Grande Guerra con Milano e la Prima Guerra Mondiale (15 marzo – 15 luglio), la Biblioteca Sormani ripercorre il 1918 attraverso la lente dell’arte e della letteratura, mentre l’Archivio di Stato racconta una delle pagine più tragiche di quella Guerra, la disfatta di Caporetto, attraverso il diario militare di uno dei suoi protagonisti (3 marzo).

Sono invece cinquanta gli anni che ci separano dal ’68, l’anno delle contestazioni studentesche che in tutto il mondo ha segnato una svolta nei costumi, nella società e nell’industria culturale: la Fondazione Feltrinelli lo racconta con una mostra pescando dai propri archivi, mentre la Biblioteca Sormani espone una selezione di riviste, vinili, spartiti e documenti che conservano ancora vivide le tracce di quel cambiamento mentre era in atto.
Il quarantennale dalla morte di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, uccisi al Casoretto nel 1978, viene commemorato al Teatro Elfo Puccini con “Viva l’Italia. Le morti di Fausto e Iaio” (22 febbraio-18 marzo), spettacolo che dal suo debutto nel 2013 continua a commuovere migliaia di spettatori.

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Novecento Italiano, la musica

La musica, protagonista nel ‘900 di un grande cambiamento – nel contenuto, nel tono e nel linguaggio –, è rappresentata nel calendario del Novecento Italiano a Milano da una serie di appuntamenti: dalla Stagione sinfonica dell’Orchestra Verdi, che dedica molte esecuzioni a compositori emblematici del Novecento come Ottorino Respighi e Niccolò Castiglioni, a “Quello che non ho”, spettacolo che il Teatro degli Arcimboldi dedica a Fabrizio De André e a Pier Paolo Pasolini (22-25 febbraio); dal progetto sperimentale di Divertimento Ensemble, completamente dedicato al ‘900 Italiano e ospitato al Museo del Novecento (dal 14 gennaio al 18 febbraio), ai concerti della stagione di musica contemporanea al Teatro Elfo Puccini, con due programmi dell’ensemble Sentieri Selvaggi dedicati alle figure di Fausto Romitelli e Armando Gentilucci.

Novecento Italiano, design e architettura

Il programma propone nel corso dell’anno ben quattro personali dedicate ad alcuni dei suoi protagonisti: Ettore Sottsass (Triennale), Vittorio Gregotti (PAC), Achille Castiglioni (Triennale), Enzo Mari (PAC).
Alcune mostre fondamentali per comprendere l’arte del Novecento italiano sono già aperte al pubblico – come “Lucio Fontana – Ambienti/Environments” all’Hangar Bicocca e “Strehler tra Goldoni e Mozart” a Palazzo Reale – ma altre ancora saranno allestite in corso d’anno: come “Giosetta Fioroni – Viaggio Sentimentale” e “Margherita Sarfatti“, due grandi personalità che saranno entrambe ritratte nelle sale del Museo del Novecento; le signore dell’alta società del primo ‘900 saranno invece raffigurate in GAM in una mostra dedicata a Giovanni Boldini (15 marzo-20 giugno) in dialogo con la collezione della Galleria; mentre le opere divisioniste, e poi futuriste e poi metafisiche, di Carlo Carrà potranno essere ammirate a Palazzo Reale a partire da ottobre.

Con la mostra “Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics: Italia 1918-1943” (15 febbraio-26 giugno), infine, Fondazione Prada attraverserà tutto il panorama artistico e culturale italiano tra le due guerre, in corrispondenza con la nascita, l’affermazione e la caduta del Fascismo.

Novecento Italiano, la moda

Il Novecento è stato anche il secolo dell’affermazione internazionale del made in Italy nella moda. Ai primi del ‘900 in Italia l’unico riferimento di stile era infatti Parigi, ma grazie alla pioneristica attività di alcune ormai leggendarie figure – come Rosa Genoni, alla quale vengono dedicati una mostra e un convegno all’Archivio di Stato e una rappresentazione teatrale allo Spazio Banterle (2 febbraio – 4 febbraio) – il mito della moda italiana comincia a farsi strada dentro e fuori dai nostri confini. “Outfit ‘900” a Palazzo Morando racconta questo percorso, partendo appunto da alcuni abiti dell’alta moda francese di inizio secolo, passando per il lavoro di importanti sartorie italiane, fino alla consacrazione dello stile italiano in tutto il mondo. Anche l’Associazione Camera della Moda, che dal 1958 promuove e coordina lo sviluppo della moda italiana, interviene a celebrare l’ascesa compiuta nel secolo scorso con una grande mostra a Palazzo Reale, che racconta l’Italia vista dalla moda nel periodo che va dal 1971 a fine secolo: con Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971-2001 (dal 22 febbraio al 6 maggio).