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Riscoprire ‘Il piacere dell’onestà’. La recensione dello spettacolo diretto dalla Cavani

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Il piacere dell’onestà diretto da Liliana Cavani mostra sin da subito un’eleganza non scontata di fronte all’apparente impianto scenico classico (curato da Leila Fteita). Sin dall’incipit la parola si rivela come fondamentale, anche nel gioco che si instaura tra il marchese Fabio Colli (Leandro Amato) e suo cugino (Maximilian Nisi). I due quasi tendono ad “escludere” volutamente il pubblico da alcuni rimbalzi e occhiate d’intesa, volti ad apparecchiare il tutto per rimediare alla situazione incresciosa.

Il primo, pur essendo sposato, ha intrattenuto una relazione con Agata (Vanessa Gravina), la quale è rimasta incinta. Per evitare lo scandalo, suo cugino trova un uomo che si presti a diventare suo marito così da poter salvare le apparenze. Angelo Baldovino (Geppy Gleijeses) sembra, sulla carta, l’uomo ideale per mettere sù una simile messa in scena; eppure già da subito si mostra intriso di principi da galantuomo. Pirandello (compose questo testo nel 1917) ama far indossare ai suoi personaggi delle maschere per poi demolirle parola dopo parola e questa regia, forte delle interpretazioni attoriali, sa suonare bene questa dinamica ponendo ogni accento al posto giusto (complice anche le musiche di Teho Teardo).

Gleijeses (aveva già lavorato con la regista in ‘Filumena Marturano‘) è inappuntabile nel vestire i panni di un uomo che accettando quel patto ha scelto di “non vivere”, recitando una parte. Leggerla così, però, sarebbe troppo riduttivo poiché il valore dell’onestà è insito in lui e nell’incontro con la donna si sente “costretto” a vivere – la quale prima subisce e col tempo si fa spazio. I due attori regalano delle prove attoriali significative, con la Gravina che rende con intensità, compostezza e classe – il mutamento interiore di questa figura femminile. In entrambi il pubblico assiste a un’evoluzione sul piano della consapevolezza di sé e di conseguenza nel rapportarsi con l’altro, che viene resa pure nella postura, coi gesti e col non detto che si palesa.

“C’è nelle sua commedie uno sforzo di pensiero astratto che tende a concretarsi sempre in rappresentazione, e quando riesce, dà frutti insoliti nel teatro italiano di una plasticità e d’una evidenza fantastica mirabile. Così avviene nei tre atti de Il piacere dell’onestà”, aveva evidenziato acutamente Gramsci.
Questo allestimento della Cavani riesce a far cogliere le tante sfumature del testo pirandelliano (dove il “duello” tra realtà e finzione è solo una) e a riscoprire il piacere dell’onestà. Completano la compagnia di qualità Tatiana Winteler, Giancarlo Condè e Brunella De Feudis.

Riassumendo

Il piacere dell’onestà, dal 2 al 12 maggio 2019

Teatro Franco Parenti

DURATA: 100′

ORARI: martedì e venerdì h 20; mercoledì h 19,45; giovedì h 21; sabato h 20,30 domenica h 16,15

PREZZI:
– Prime file biglietto unico 38€ + prev.
– Secondo e terzo settore intero 30€ + prev.; ridotto Over65 e under26 18€ + prev.; convenzioni* 21€ + prev.
– Quarto settore intero 20€ + prev.; ridotto over65/under26 15€ + prev.; convenzioni* 18€ + prev.
* le convenzioni sono valide per il II, III e IV settore e per tutti i giorni, esclusi venerdì e sabato.

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