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Artico. Ultima frontiera: alla Triennale una mostra fotografica per riflettere sui cambiamenti climatici

artico ultima frontiera
Ragnar Axelsson© - Thule, Mikide sull'Inglefield Fjord, Groenlandia, 1999

Si intitola ARTICO. ULTIMA FRONTIERA™ la mostra a ingresso libero che ha aperto in Triennale l’8 febbraio e che si concluderà il 25 marzo.

Una mostra fotografica che non è solo arte, ma anche e soprattutto un modo per fermare l’attenzione dei visitatori sull’importanza di difendere uno degli ultimi ambienti non ancora sfruttati dall’uomo, ma che è a rischio di riscaldamento globale. Un modo per sensibilizzare, con le fotografie e nel tempio del design, qual è la Triennale, verso i temi della sostenibilità ambientale e il cambiamento climatico.

Il progetto della mostra

Il tutto grazie a oltre 60 immagini, rigorosamente in bianco e nero e di grande formato, di tre maestri della fotografia di reportage:  Ragnar Axelsson (Islanda, 1958), Carsten Egevang (Danimarca, 1969) e Paolo Solari Bozzi (Roma, 1957).

Tre fotografi, tre angolazioni diverse, tre modi di indagare su un’ampia regione del nostro Pianeta che comprende la Groenlandia, la Siberia e l’Islanda, e sulla vita della popolazione Inuit, di soli 150mila persone, costrette ad affrontare, nella loro esistenza quotidiana, le difficoltà di un ambiente ostile.

La mostra è curata da Denis Curti e Marina Aliverti: “In queste immagini”, afferma Denis Curti “l’imminenza del riscaldamento globale si fa urgenza, mentre si apre un confronto doloroso in cui l’uomo e le sue opere vengono inghiottiti dall’immensa potenza della natura. Bellezza e avversità sono i concetti su cui si fonda questo progetto, con una mostra che intende riportare l’attenzione sui paesaggi naturali e le tematiche ambientali dei nostri giorni”.

La lotta con le difficoltà dell’ambiente, il passaggio, lento ma inesorabile, dallo stile di vita di una cultura millenaria a quella della civilizzazione contemporanea, a cui si aggiunge il drammatico scenario del cambiamento climatico, figlio del surriscaldamento ambientale: sono questi i punti su cui s’incentrano le esplorazioni dei tre fotografi.

I tre fotografi: Axelsson, Egevang e Solari Bozzi

Ragnar Axelsson

Proprio le popolazioni Inuit sono al centro della ricerca di Ragnar Axelsson che, fin dai primi anni Ottanta, ha viaggiato nelle ultime propaggini del mondo abitato per documentare e condividere le vite dei cacciatori nell’estremo nord della Groenlandia, degli agricoltori e dei pescatori della regione dell’Atlantico del nord e degli indigeni della Siberia.

Ragnar Axelsson racconta di villaggi ormai scomparsi, di intere comunità ridotte a due soli anziani che resistono in una grande casa scaldando una sola stanza; racconta di mestieri che nessuno fa più e di uomini che lottano per la sopravvivenza quotidiana. Ma dalle stampe di Axelsson emerge soprattutto l’umanità che ha incontrato sulle lunghe piste delle regioni artiche. Che è riuscito quasi a trattenere nei suoi scatti.

Carsten Egevang

Carsten Egevang, partendo da una formazione accademica in biologia che lo ha portato dal 2002 al 2008 a vivere in Groenlandia e a studiare la fauna ovipara della regione artica, ha saputo documentare con la sua macchina fotografica la natura selvaggia e la tradizionale vita delle popolazioni Inuit.

Paolo Solari Bozzi

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Paolo Solari Bozzi© – Tiniteqilaaq, Groenlandia 2016

Per questo appuntamento alla Triennale Paolo Solari Bozzi invece presenta un progetto inedito, frutto del suo viaggio, tra febbraio e aprile 2016, sulla costa orientale della Groenlandia, nel quale ha visitato i suoi pochi villaggi, riportando la quotidianità di una popolazione che ha scelto di vivere in un ambiente difficile.

Il reportage di Paolo Solari Bozzi è stato pubblicato nel 2017, nel volume di fotografie Greenland into White (Electa Mondadori ) sia in italiano che in inglese.

I documentari

Non solo fotografie, ad arricchire la narrazione ci sono anche tre documenti:

  • SILA and the Gatekeepers of the Arctic, realizzato dalla regista e fotografa svizzera Corina Gamma;
  • Chasing Ice, diretto dal fotografo e film-maker americano James Balog;
  • The Last Ice Hunters, dei registi sloveni Jure Breceljnik e Rožle Bregar.

Il summit sui cambiamenti climatici

ARTICO. ULTIMA FRONTIERA™ ha inoltre una terza componente: una giornata di Summit sul cambiamento climatico, che si terrà in Triennale il 27 febbraio. Tra gli ospiti scienziati, professori, imprenditori e politici per riferire sulle tematiche ambientali viste da diverse angolazioni. Dovrebbe trattarsi per Milano, dicono gli organizzatori, di una delle rare occasioni di dibattito su questi temi così attuali.

ARTICO. ULTIMA FRONTIERA™ ha ottenuto il Patrocinio del Comune di Milano (Assessorato all’Ambiente), della Commissione Europea, della Bocconi, della Società Italiana per le Scienze del Clima, dell’Accademia dei XL, della Società Svizzera per i Boschi, la Neve e il Paesaggio, della Ice Stupa e di GCA Altium.

Riassumendo

ARTICO. ULTIMA FRONTIERA™ 
8 febbraio – 25 marzo 2018
Triennale di Milano
Ingresso libero
Giorni di apertura della mostra:
Martedì – domenica dalle 10.30 alle 20.30
Per ulteriori informazioni: www.triennale.org

 

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