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Strage di via Palestro, Milano commemora i 30 anni dall’attentato

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Erano da poco passate le 23 del 27 luglio 1993 quando l’agente della polizia locale Alessandro Ferrari vede che da una Fiat Uno bianca parcheggiata in via Palestro, davanti al Pac – Padiglione d’Arte Contemporanea, stava uscendo del fumo bianco. Ferrari allertò i vigili del fuoco, che avvicinandosi all’auto fecero una tremenda scoperta: nel bagagliaio, avvolta da un sacco della spazzatura, c’era una bomba.

Ci fu solamente il tempo di chiudere al traffico la strada e capire il da farsi, e in sette minuti l’ordigno esplose, portandosi via le vite di Alessandro Ferrari e di tre vigili del fuoco: Carlo La Catena, Stefano Picerno e Sergio Pasotto, che proprio quella sera stava festeggiando il suo compleanno in caserma con i colleghi. A perdere la vita anche Moussafir Driss, un immigrato di 44 anni che dormiva su una panchina dentro i Giardini Pubblici.

Strage di via palestro
Il Pac la mattina dopo l’attentato

Da quella notte d’inferno sono passati 30 anni. Trent’anni dal tempo delle stragi mafiose, trent’anni dalla paura e da quel palazzo mutilato, che ricordava così da vicino le macerie della guerra. Il Pac venne sventrato, prima dalla bomba e poi dall’esplosione di un tubo del gas danneggiato dal crollo.

Il 27 luglio 2023, mente Milano si riprende dai danni del nubifragio che ha sconvolto la città la notte del 25 luglio, partiranno le commemorazioni per l’anniversario della strage che dureranno per tutto l’arco della giornata.

Commemorazioni a Milano per i 30 anni della strage di via Palestro

Da alcuni giorni all’interno del cortile del Pac è possibile vedere l’autopompa che quella notte arrivò in via Palestro. Resterà parcheggiata nel cortile fino al 30 luglio.

Le commemorazioni inizieranno la mattina del 27 luglio, con la posa delle corone di fiori all’ingresso del cortile del Pac, dove nel 2013 venne posta la targa in ricordo della strage. Quest’anno sarà anche il primo in cui si celebrerà l’arresto di Matteo Messina Denaro, l’ultimo tra i mandati non ancora assicurati alla giustizia.

Durante la giornata, dalle 17.30 alle 21.30, la Sala da Ballo della GAM sarà aperta gratuitamente al pubblico. Qui sarà posta Lullaby di Maurizio Cattelan, donata dall’artista al Comune di Milano nel 2022. L’opera venne realizzata con le macerie del Pac, recuperate da Cattelan in una discarica nei giorni successivi alla strage e raccolte in 40 sacchi di plastica bianchi. Due durissimi cuscini, per cullare il sonno della ragione.

Maurizio Cattelan, Lullaby, 1993

Alle 21, al Pac si terrà l’incontro Esercizi di memoria: via Palestro 1993 con la partecipazione del Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, Luca Tescaroli, e del Presidente del Comitato Antimafia del Comune di Milano, Nando Dalla Chiesa, che dialogheranno con Simona Zecchi e Marco Bova, giornalisti investigativi autori di articoli e saggi sulle stragi e i latitanti di Cosa Nostra.

Dalle 22.15, in via Palestro 16, davanti al museo, i ragazzi dell’associazione Libera leggeranno dei testi legati alla strage, accompagnati dalle testimonianze dirette dei vigili del fuoco che subito dopo l’esplosione arrivarono sul posto per spegnere le fiamme. Alle 23.14, ora esatta dello scoppio della bomba, in via Palestro si osserverà un minuto di silenzio, accompagnato dal suono delle sirene dei mezzi dei pompieri.

La guerra allo Stato di Cosa Nostra

Nel 1993, dopo le stragi dell’anno precedente in cui persero la vita i magistrati Falcone e Borsellino, Cosa Nostra era stata duramente colpita da una serie di arresti, tra cui quello del boss Totò Riina. A seguito di ciò i boss si riunirono a Palermo per decidere una strategia mai adottata prima: creare tensione sociale con attentati lontani dalla Sicilia, in modo da mettere in difficoltà lo Stato e avanzare richieste, soprattutto relative alla consegna dei pentiti e all’abolizione del regime di 41 bis, da poco adottato per i boss mafiosi in stato di arresto.

Si parlò di bombe alla Torre di Pisa, di siringhe infette sulle spiagge e attentati casuali ai luoghi della cultura italiana. Fu così che durante l’estate del 1993 esplosero le bombe in via dei Georgofili a Firenze, che il 27 maggio uccise cinque persone, tra cui due bambine di 9 anni e 50 giorni, e distrusse parte della trecentesca Torre dei Pulci e danneggiò in modo permanente alcune opere della Galleria degli Uffizi e del Corridoio Vasariano.

I pompieri scavano tra i resti della Torre dei Pulci
dopo l’attentato in via dei Georgofili

Il 27 luglio scoppiò la bomba in via Palestro e la mattina successiva due autobombe esplosero a Roma, davanti alle chiese di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano. Ferirono 22 persone, ma non fecero vittime, anche se danneggiarono pesantemente le due chiese.

Nel gennaio 1994 una quinta bomba doveva esplodere allo Stadio Olimpico al termine della partita Lazio-Udinese. Il telecomando che doveva azionare l’innesco non funzionò e fortunatamente l’ordigno non esplose.