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La direttrice artistica Francesca Vitale ci guida all’interno di Milano OFF Fringe Festival

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Ph Paolo Zunino

Milano OFF Fringe Festival torna più vivo e rinnovato che mai dal 17 al 22 settembre. Abbiamo intervistato la direttrice artistica Francesca Vitale Per farci traghettare da lei nel vasto programma della kermesse.

Francesca, cosa ti ha guidato nelle scelte?
Ciò a cui ho tenuto di più è stata la trasversalità. Ci premeva optare per una pluralità di linguaggi così da raggiungere più gente possibile. È fondamentale per me attrarre non solo il pubblico preparato culturalmente e intellettualmente avanti, ma offrire un ventaglio di spettacoli che possano parlare a tutti, dalla casalinga al pensionato che sono in cerca di un sorriso o di un momento di evasione. In quest’ottica si troveranno in cartellone proposte che vanno dalla clowneria ai grandi classici, passando per il teatro fisico. Abbiamo dovuto scegliere tra 105 domande pervenute e ci si è stretto il cuore quando abbiamo dovuto sacrificare alcuni, ma bisognava anche rapportarsi con i giorni e gli spazi a disposizione.

Cosa suggeriresti ai nostri lettori per orientarsi?
Direi che gli amanti di un genere specifico trovano pane per i propri denti. Ad esempio, in Fabbrica del Vapore dov’è previsto il quartier generale con il Village off, è stata pensata una sala completamente adibita ai monologhi. Gli appassionati di musical saranno soddisfatti proprio con questa novità introdotta per la terza edizione. Un’altra idea potrebbe essere quella di spendere una giornata intera nella zona dei Navigli, vedendo – per citare un caso – tutti e tre gli spettacoli in cartellone al Teatro Libero, rispettivamente con inizio alle 17, alle 19 e alle 21,30. È un meccanismo applicabile anche alle altre location come il Teatro della Cooperativa e Isolacasateatro. In Fabbrica del Vapore è tutto più amalgamato, con numerose performance di tutti i generi, installazioni e la sera dj.

Spesso si lamenta, soprattutto da noi e a livello di drammaturgia contemporanea Italia, la difficoltà di trovare dei ruoli femminili più sfaccettata. Qual è stata la tua percezione?
Ho cercato di porre in campo una parità di genere, ma a causa di concomitanze, in realtà nella sala monologhi, quelli femminili superano i maschili. I ruoli ci sono così come bravissime interpreti, vanno cercati!

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Approfondiamo il termine OFF..
Lo amo molto, come operatrice teatrale è la mia vita. “OFF” non significa semplicemente fuori dai circuiti tradizionali e dai sostegni che possono dare a una compagnia sia lo Stato che gli enti pubblici. Oggi ci sono centinaia di spettacoli di grande qualità e valore che nessuno finanzia. Questi nascono, si sviluppano e si autoproducono, arrivano con degli stratagemmi di tipo fantasioso a toccare l’immaginario dello spettatore. Ecco quello è il teatro OFF, di qualità, fatto da persone che hanno delle idee da proporre. Nella rassegna che realizzo a Catania (esportata a Milano, nda), ‘Palco OFF‘, si è partiti con quattro spettatori e poi la platea è cresciuta esponenzialmente. All’interno del nostro Milano OFF Fringe Festival ho desiderato fortemente organizzare degli incontri per i giovanissimi, spesso nel corso della mattinata, che possano essere per loro formativi, oltre a creare contatti con gli addetti ai lavori come gli speed date.

Cosa ti porti dello sguardo acquisito vivendo festival esteri come Edimburgo o Avignone?
Sono figlia del festival di Avignone, ci vado da vent’anni ed è il mio modello. L’attenzione per la trasversalità l’ho attinta proprio da lì, dove si può assistere al super classico così come a una pièce che invece lo stravolge rivisitandolo. Sempre Avignone mi ha ispirato gli atelier che abbiamo voluto organizzare attorno a tematiche importanti di attualità. Ci interrogheremo sul musical off – il grande pubblico conosce principalmente quello che viene allestito nei teatri da mille posti. Abbiamo previsto anche un focus su teatro e politica, su come interferiscono tra di loro e come l’attore si deve porre in questo binomio. Ovviamente rifletteremo anche sui festival internazionali e nazionali.

Francesca, osservando il tuo lavoro continuativo su Milano, da siciliana e da operatrice culturale a tuo parere come mai qui si riesce ad attecchire?
In questa città si riesce a coltivare tutto, basti pensare al design così come alla movie week e a tanti altri campi adeguatamente approfonditi. Sicuramente è un’isola felice sul piano teatrale, è molto ricettiva e questo stimola ancora di più.

Forti di questa qualità, non resta che dimostrarla nuovamente durante questa edizione di Milano OFF Fringe Festival che siamo sicuri sarà un’occasione di arricchimento culturale e umano sia per gli artisti che per il pubblico.

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