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La Forgiatura Bistrò: reinventarsi in tempo di Covid. La nostra recensione

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Durante e dopo il lockdown gli uffici si sono svuotati in nome dello smart working: più sicuro, più efficiente e più economico. A farne le spese sono rimasti quei ristoranti e bar specializzati in “pause pranzo”, spesso aperti strategicamente vicino a grandi uffici o all’interno di hub aziendali. È il caso della Forgiatura Bistrò, con sede in Via Varesina 162, in zona Certosa. Un locale che ha saputo guardare in faccia la realtà e reinventarsi, puntando alla fascia serale con nuove ricette e la stessa cura verso le materie prime. Il ristorante riaprirà giovedì 3 settembre con un nuovo orario: dal mercoledì al sabato dalle 19 alle 23.

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Gli esterni del ristorante. Ph Credits: Mauro Montana

Il nome rimanda agli spazi dell’ex-forgiatura di Milano, un tempo dedicato alla produzione industriale e artigianale, oggi avanguardistico campus ad alta efficienza energetica immerso nel verde, con 30.000 metri quadri di spazi lavorativi. All’interno di un ambiente di design, con un ampio dehors, lavorano Davide Pavesi, 16 anni di esperienza nel mondo dell’alta cucina e Roberto Leprotti, che vanta esperienze in un ristorante stellato, anni nel mondo dell’enologia e una costante attenzione alla qualità della materia prima. Alle loro si aggiungono le competenze imprenditoriali di Tino Zocco: un incontro che ha permesso di affrontare con spirito d’innovazione questo periodo difficile.

Pinsa e brace: le chiavi della cucina di La Forgiatura Bistrò

La nostra degustazione è cominciata con un tagliere di salumi e formaggi di prima scelta, con prosciutto crudo di Langhirano stagionato 24 mesi tagliato al coltello, acciughe del Cantabrico con burro e crostini e mozzarella di bufala di Putignano. La scelta delle materie prime è curatissima, con attenzione particolare alle eccellenze italiane.

A seguire la pinsa, vera protagonista della Forgiatura Bistrò, con un impasto a lunga lievitazione che garantisce leggerezza ed elevata digeribilità. Dalle bianche con fiori di zucca e acciughe fino ai gusti più decisi delle rosse, con crudo e stracciatella, o con mozzarella e cipolle, non si esce appesantiti o assetati, permettendo di optare per gli ingredienti più golosi senza remore.

La pinsa margherita. Ph Credits: Mauro Montana

Un capitolo a parte merita la carne alla brace, cotta in un forno alimentato a brace viva. Le elevate temperature (+400°) consentono di esaltare tutte le proprietà organolettiche e preservare la tenerezza di ogni taglio. In questo modo piatti come la costata di manzetta prussiana e il secreto di maiale iberico al timo, con salsa al mirtillo, zenzero e patate sautè diventano portate memorabili, che faranno gola a ogni amante della carne.

Semplicità ricercata per una cena fuori dal caos milanese

Molti milanesi sono convinti che per mangiare bene in una location curata sia obbligatorio andare in centro, con tutto il corollario di disagi che ne consegue, dal parcheggio alla coda per entrare fino ai costi esorbitanti dei menu. La Forgiatura Bistrò è uno dei tanti esempi di ottima cucina, frutto di ricerche e innovazione, distante dal caos delle vie centrali di Milano.
Tutto, dall’arredamento fino alla scelta dei piatti, parla di una semplicità ricercata, dove il cliente può rilassarsi in un ambiente confortevole ma attento al design, con un menu semplice dove a parlare sono le materie prime, esaltate da un’ottima carta dei vini.