Pubblicato in: Animali Food Interviste

Crazy Cat Cafè, tra fusa e buon cibo: le foto del locale

Sara Ridolfo 8 anni fa
Crazy Cat Cafè ospiti
Ospiti in vetrina

Milano Weekend è andato a curiosare nel neonato Crazy Cat Cafè di Milano in un venerdì pomeriggio d’autunno.

Sono circa le 15 quando arriviamo in via Napo Torriani 5, un po’ emozionati, da buoni gattofili. Il Crazy Cat Cafè si fa notare per le sue cinque vetrine su strada: insegne in bianco e nero, le scritte – “Caffetteria”, “Bistrot” – intervallate da disegni con mici che si contendono un gomitolo o giocano a nascondersi dietro una teiera.

Un po’ di fila all’ingresso, sei persone davanti a noi, e ci è andata bene: aspettiamo una ventina di minuti. Già dall’esterno ci gustiamo alcune scene: due mici hanno scelto di accoccolarsi proprio “in vetrina” e all’interno, di tanto in tanto, qualcuno si avvicina per accarezzarli, senza disturbarli troppo. Loro sembrano gradire.

All’ingresso, prima di entrare a casa di Mina, Patty, Freddy, Elvis, Blondie e Bowie – questi i nomi dei sei mici, chiaramente ispirati alla storia della musica – una serie di scritte ricorda ai visitatori il comportamento migliore verso i piccoli padroni di casa: “non sono dei peluches”, “rispettare il loro sonno”, “non dar loro del cibo”, “manteniamo un ambiente rilassato” eccetera. Cogliamo così uno dei primi aspetti di questo posto: il rispetto verso gli animali, da non considerare come peluches ma come ospiti. Partiamo col piede giusto.

Una volta dentro ci guardiamo intorno e ci gustiamo l’atmosfera: due sale collegate fra loro ad L, parquet, antichi tavoli in legno (per ospitare circa 30/35 persone), pareti verde bottiglia, libri, un pianoforte. Su una delle due sale si affaccia la cucina, protetta da una grande vetrata. Questa è la parte per gli umani. I mici hanno a disposizione ceste, morbidi cuscini, passerelle, scale lungo le pareti, tiragraffi e tronchi d’albero su cui arrampicarsi. E, naturalmente, un’area riservata solo a loro. Lungo le pareti fotografie e disegni a tema felino.

Giriamo un po’ per le due stanze intravedendo i mici alle prese con le loro occupazioni preferite: uno, bianco con delle chiazze più scure, è acciambellato in alto e dorme beatamente, nessuno lo disturba. I due in vetrina sono quelli che in quel momento si godono di più il contatto con gli umani: c’è chi li accarezza e chi gli scatta delle foto. C’è un gattino grigio che gironzola tra una sedia e l’altra e Mina, la gattina pezzata, impegnata nella scalata del suo tronco d’albero. Gli altri saranno a nanna da qualche parte. Del resto i gatti di giorno amano dormire, si sa.

Ordiniamo da mangiare una quiche con porri e ricotta e una torta al cioccolato – di cui pardon non ci ricordiamo il nome ma il gusto sì – molto buoni. L’atmosfera nel locale è piacevole e rilassata: si chiacchiera e di tanto in tanto un micio ci passa fra le gambe e gli facciamo una carezza; un altro è accanto, rilassato su un cuscino e gli avventori di tanto in tanto si alzano per accarezzarlo. La musica è molto bassa, per non disturbare i mici.

Marco Centonza e Alba Galtieri sono gli ideatori. Ci raccontano come è nato tutto e come il Crazy Cat Cafè cercherà di andare ben oltre il concetto di bar coi gatti:

“Alcuni mesi fa siamo andati da una veterinaria e le abbiamo chiesto supporto professionale. Con lei abbiamo organizzato l’inserimento dei gatti: da anni lavorava in un gattile e ci ha suggerito che la cosa migliore da fare era prendere dei gattini piccoli, farli conoscere tra di loro, verificare che andassero d’accordo e poi inserirli nel locale. Sono tutti trovatelli”.

“Abbiamo preso questi sei scricciolini di due mesi e mezzo e li abbiamo portati a casa di mia mamma, in una stanza adatta – continua Marco –  e gli abbiamo fatto fare amicizia. Dopo due giorni andavano già d’accordo. Quando sono finiti i lavori nel locale li abbiamo inseriti nella loro nuova casa, facendoli ambientare. Sono stati un mese insieme nel locale prima che fosse aperto al pubblico. Si sono ambientati benissimo, abbiamo fatto venire anche una comportamentalista per verificare che tutto fosse idoneo. Due settimane fa abbiamo aperto e abbiamo iniziato a vedere che anche con tante persone dentro loro reagiscono bene”.

Che criterio avete seguito nelle scelte dell’arredamento?

“Ci siamo fatti seguire dall’architetto Silvia Todisco: questo posto prima era un negozio di abbigliamento, non c’era nulla… è stato sventrato e ricostruito. È stata creata la cucina, la caffetteria e la ‘zona gatti’ con la loro zona lettiera e la zona cibo. Possono accedervi quando vogliono dalla gattaiola”.

Quali accorgimenti si adottano in un locale di questo tipo per garantire la convivenza serena?

“Facciamo entrare un numero limitato di persone e cerchiamo di far mantenere un volume della voce misurato, la musica è appena percettibile…”

Qual è l’identikit del frequentatore tipo?

“Donne, tra i 15 e i 100 anni… (sorride), sicuramente la fascia più presente è quella fra i 25 e i 35″

Sappiamo che volete avere un ruolo attivo riguardo le adozioni

“Vogliamo collegare privati e associazioni – spiega Alba – all’ingresso del locale c’è una grande mappa di Milano in cui via via segneremo la presenza delle associazioni  nel territorio. È nostro interesse che si sviluppi una rete tra i volontari e chi vuole adottare i gatti”

Ci sono eventi in agenda?

“Prevediamo incontri con figure legate al mondo del gatto: comportamentalisti e nutrizionisti specializzati che insegnano a scegliere prodotti di un certo tipo, adatti al tuo gatto, a ‘leggere le etichette’. Il criterio è questo: tu cerchi di alimentarti bene, perché il tuo gatto deve mangiare male?”

C’è qualche aneddoto che volete raccontarci?

“C’è una scena simpatica che si ripete tutte le sere: la storia d’amore tra Mina, la nostra gatta tricolore, e un cane che passa da qui per la sua passeggiata serale. Loro si cercano: lei fa le fusa quando lo vede e lui ci rimane male se quando passa di qui Mina non c’è perché magari dorme o è nella sua stanza”.

I personaggi famosi amano i gatti: ci sono scrittori, attori, artisti in generale che condividono la loro abitazione con dei mici. Ne avete già avuto qualcuno?

“Ancora no, ma i nostri sei mici in queste due settimane sono diventati delle star: hanno più foto online di alcuni VIP!”

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