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Sagre in Emilia, alla scoperta dell’ortica tra nuove ricette e territorio

Tagliatelle, risotto con asparagi, tortellini e tortelloni, arrosto e tante altre ricette. A Malalbergo (Bologna) hanno in comune in ingrediente principe, che suonerà ‘nuovo’ a molti: l’ortica. Sì, perché questa pianta erbacea – le cui varietà più comuni sono la Dioica e l’Urens – non si presta soltanto come medicamento per numerosi malanni (si usava sia nell’antica Grecia che nel Medioevo) ma è eccellente nell’uso alimentare, tanto che il piccolo centro – a soli 15 km da a Ferrara – ha cambiato il nome della Festa di fine estate, dal 2012 Sagra dell’Ortica di Malalbergo.

Un’evoluzione che segna la volontà del territorio emiliano di trasformare l’ortica in specialità “glocal” (dal locale al globale) seguendo il percorso di tanti prodotti tipici che si sono affermati a livello nazionale e oltre: al convegno dell’associazione Amici dell’Ortica di Malalbergo è stata illustrata la ricerca avviata nel 2012 da Vincenzo Brandolini, docente di Chimica degli alimenti all’università di Ferrara. Le foglie dell’ortica, ad esempio, contengono polifenoli, antiossidanti preziosi per l’organismo. L’analisi dei campioni locali serve a garantire la rintracciabilità del prodotto, necessaria per la certificazione. Gli studi scientifici più completi erano stati svolti finora in Iran e Turchia, ma da due anni Malalbergo lavora per valorizzare l’ortica, mettendo a sistema istituzioni, università e aziende alimentari.

“La sagra è una sfida per l’industria alimentare e per un territorio più forte, uno strumento low cost per coinvolgere, creare, comunicare e collaudare nuovi prodotti” spiega l’esperto di marketing Adriano Facchini, fondatore del Misen – il Salone delle sagre, “nel 2012 in Italia ce ne sono state 32mila e hanno servito oltre 200 milioni di pasti”. Numeri che stanno portando le realtà più evolute a intensificare le attività di marketing e gli accordi con i produttori, anche per promuovere gli eventi nei social network: “Oggi sono su Facebook oltre 24 milioni di italiani – afferma Fabrizio Bellavista, esperto di psicologia e marketing – siamo il primo Paese al mondo nella penetrazione dei social media. Gli incontri digitali si trasformano in nuove amicizie reali, internet non è un rifugio per sfigati: le sagre sono un contesto ideale per rispondere a questa domanda di socialità”.