Pubblicato in: Teatro

Se io fossi come te… intenso spettacolo gratuito al PimOff sul rapporto uomo-donna

Paolo Crespi 9 anni fa

Sinceramente femminista, spudoratamente maschilista: è entrambe le cose, per quanto scritto da una donna (Serena Sinigaglia) e interpretato da due donne, una il “doppio” coreutico dell’altra, e un uomo,  lo spettacolo di teatro danza Se io fossi come te, tu non mi vorresti, in scena ancora stasera e domani sera al PimOff  di via Selvanesco ed eccezionalmente gratuito, previo tesseramento obbligatorio con l’Associazione Culturale Pim Spazio Scenico.

Nato da un’indagine sul corpo delle donne (spesso violato, sfruttato, alterato dalle plastiche, mercificato dal marketing) commissionato dalle registe-coreografe-interpreti Silvia Giulia Mendola ed Elena Rolla, espressione delle compagnie PianoinBilico e Das (DanzAtelierStudios) ad otto scrittori/drammaturghi, il lavoro si è poi sviluppato intorno alla proposta di Sinigaglia, che è intervenuta nuovamente per una scrittura più estesa, funzionale all’allestimento, che integra anche il punto di vista maschile.

Maschile e femminile risultano così le polarità di un unico pensiero scenico pieno di parole e azioni fisiche, che oscilla fra sogno, psicanalisi e cronaca nera. Due entità che lottano per affermarsi in una situazione di reciproco assoggettamento, che, complice una tormenta di neve, si trasforma in autentica segregazione, apparentemente voluta da “lei” (Silvia Giulia Mendola/Elena Rolla) per mettere “lui” (Pasquale Di Filippo) con le spalle al muro: guardami (amami) nella mia diversità, nel mio diritto di essere solo me stessa, fuori dalla “casella” nella quale tu e la società mi avete messa.

D’altronde, “se io fossi come te, tu non mi vorresti” è il leit-motiv di questa rivendicazione ahimè tardiva di identità. Tardiva perché l’equilibrio si è ormai irrimediabilmente rotto, la coppia, prima funzionale, è scoppiata, e la tragedia è dietro l’angolo, nella casa isolata, in un clima che sfiora a un tratto le atmosfere di un classico come Misery non deve morire, ma senza il parziale lieto fine del film di Rob Reiner.

Uno spettacolo intenso, interessante, ricco di spunti (e di luoghi comuni nobilitati dall’opera di destrutturazione di autrice e registe) sull’eterno conflitto uomo-donna. Dove a soccombere saranno entrambi, una volta esaurita la forza vitale che sembra risiedere per lo più nella donna, che sceglie il suo destino e quello del suo compagno nel momento stesso in cui decide di “buttare le chiavi”.

Da vedere assolutamente per riparlarne poi tra le pareti domestiche. Ma senza esagerare…

Info generali sulla stagione: www.pimoff.it; questo invece il link per scaricare il modulo di iscrizione da restituire compilato e firmato a info@pimoff.it

Etichette: