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Teatro Libero di Milano: la recensione di Biografia della peste

Torna, al Teatro Libero di Milano, la compagnia Maniaci d’Amore  con una commedia originale e divertente, “Biografia della peste”, in scena dal 21 al 27 gennaio.

A dispetto del titolo, ciò che va in scena non è una cupa commedia ma una favola, dove la peste evocata non è altro che uno strano virus che colpisce gli abitanti di Duecampane, posto in cui domina quel sottile mal di vivere, quella insoddisfazione verso la vita che li rende tutti morti, per 23 ore al giorno, ad eccezione di un’ora, in cui possono svegliarsi e decidere di aggiungere qualcosa alla loro storia, ossia possono finalmente vivere.

Fa eccezione una famiglia, composta da madre, padre e figlio la cui appartenenza al genere vegetale gli ha fatto imparare ad accettare il proprio destino, esattamente come gli ortaggi che essi incarnano (albero, cavolo).

Nemmeno in questa famiglia tutto è perfetto: c’è la madre preoccupata del rispetto delle regole sociali del paese (cosa deve pensare la gente?) e che riversa le sue spasmodiche attenzioni verso il figlio, i cui tic nervosi sono una conseguenza. Ma sarà proprio lui a trovare un modo per uscire dalla realtà imprigionata in cui si trova e ad inseguire un sogno di libertà.

Il testo dello spettacolo è il racconto di due luoghi diversi: il luogo della morte e quello della vita, due luoghi che si confondono, ma non si uniscono. Uno spettacolo che attraverso la fiaba racconta i paradossi di una società perennemente insoddisfatta e che non riesce ad accettare il proprio destino, preferendo piuttosto il non vivere.

Una storia raccontata efficacemente, con ironia e disincanto, da due attori giovanissimi e di grandissimo talento, Luciana Maniaci e Francesco d’Amore, autori anche del testo.

Biografia della peste

Teatro Liberolunedì – sabato ore 21; domenica ore 16; di e con Luciana Maniaci e Francesco d’Amore, regia di Roberto Tarasco

Biglietti su Groupon (fino al 24 gennaio)


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