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La violinista dalla terra dell’ambra: Saule Kilaite si racconta a MW

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Parla cinque lingue (inglese, francese, russo, tedesco e italiano) ma è particolarmente fiera delle sue origini. Vive in Italia da quasi 20 anni e ha creato nel 2005 Andando Vivendo, uno show che mescola musica, danza, teatro e arti visive e che si rinnova di continuo: proprio come la sua autrice, che tutto fa tranne star ferma. Parliamo di Saule Kilaite, l’eclettica lituana (“la violinista dalla terra dell’ambra) che nel 2011ha persino coronato il sogno di diventare un fumetto (firmato da un guru del disegno italiano, Antonio Serra) in “Saule – La quinta stagione”, storia ispirata già dal titolo all’amato Vivaldi.

Tutto questo dopo una formazione classica, che però – dopo la doppia esperienza in conservatorio, tra la sua Lituania e Brescia, cominciava a stare un po’ stretta all’artista di Kaunas: “Nel 2001 ho fondato il quartetto femminile Picasso Strings e quattro anni dopo Andando Vivendo – racconta la Kilaite – mi definisco una neoclassica: ho studiato con una rigida impostazione formale, ma amo portare la musica a tutti come la sento io, mi piace chi cerca interpretazioni diverse”.

Non è un percorso facile, per chi viene da un Conservatorio…

“Per questo sono a volte stata tacciata di contaminazione (ride). Il mio obiettivo è presentare la musica ogni volta in modo diverso, collegandomi con lo stato d’animo di chi ascolta, con arrangiamenti moderni che rivestono ogni melodia d’un vestito particolare. Insomma, perché non si dovrebbe poter ‘aggiornare’ la musica?”.

I tuoi show spaziano dal folklore irlandese alle danze israeliane o argentine. Quanto conta la musica etnica?

“Per me moltissimo, ogni genere viene da questa radice: lo è stato in parte anche per Mozart, Beethoven e Brahms, ad esempio le danze ungheresi. Amo la canzone popolare lituana e sto lavorando sui brani della nostra tradizione”.

Come descriveresti il tuo Paese e le differenze con l’Italia?

Persistono ancora oggi tradizioni forti e alcune cose sono molto tipiche: le casette di legno e il pesce affumicato appeso fuori, per esempio. Kaunas è autentica, folcloristica. Vilnius è molto più occidentalizzata. Palanga è un po’ come Rimini, ma è nota per la leggenda del castello distrutto, una storia intrisa del misticismo e delle tradizioni pagane della Lituania arcaica. Klaipeda è un posto molto frequentato sul mare. Ecco i tratti distintivi del temperamento baltico: siamo anche  orgogliosi e patriottici. Di contro, gli italiani sono il popolo più creativo del mondo, sono cresciuta ascoltando musica italiana. Però tendenzialmente ognuno pensa a sé”.

C’è una location in cui ti piacerebbe esibirti?

“Sì, in cima a una montagna come l’Everest. Mai chiudere i sogni in un cassetto: io sono una sognatrice cronica. E se li osi si avverano! Ad esempio, la mia esibizione a San Siro: sono stata chiamata da Gianna Nannini”.

E un duetto da sogno sul palco?

“Vorrei suonare con Sting”.

Cosa dovranno aspettarsi i tuoi fan nel 2018?

“Intanto ho scritto un romanzo, si chiama ‘Diario di un violino’ (parla del viaggio di uno strumento attraverso diverse epoche) poi sto preparando il prossimo spettacolo e il mio quinto disco”.

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