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Recco: cosa vedere e dove mangiare la focaccia col formaggio

Beatrice Curti 2 settimane fa
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Incastrata tra le colline e il mare nel cuore della riviera di Levante, Recco è una delle mete più amate da chi conosce e apprezza la bellezza della Liguria. Il mare smeraldino dai fondali di ardesia, le colline piene di ulivi e la posizione protetta nel Golfo del Paradiso attirano ogni anno migliaia di visitatori, pur restando decisamente meno affollata della sua famosissima vicina, Camogli.

Frequentata dagli amanti degli sport acquatici (Recco vanta una lunga tradizione nella pallanuoto, oltre a essere apprezzata dai surfisti di tutta Italia), il nome di Recco rimanda subito alla sua specialità più celebre: la focaccia col formaggio, diventata prodotto IGP nel 2012 e premiata dal New York Times come il “piatto perfetto”. Scopriamo allora cosa vedere in questo piccolo comune del genovese e soprattutto i posti migliori dove assaggiare il piatto che l’ha reso famoso nel mondo.

Storia, mare e tradizioni: cosa vedere a Recco

Recco era una delle roccaforti più importanti della potente Repubblica di Genova, famosa per gli abili costruttori di velieri e galee usate dalla flotta genovese per i commerci e il controllo delle sue rotte. Qui erano presenti importanti santuari, come quello di San Michele e del Santissimo Crocifisso, che dall’inizio del Quattrocento domina l’affaccio al mare di Recco.

Come molte altre cittadine marittime della Liguria, anche a Recco tra Otto e Novecento vennero costruite splendide ville di villeggiatura, in cui la nobiltà italiana ed europea si ritirava per godere il clima mite e la vita semplice dei borghi marinari della regione. Tra le poche arrivate fino a noi ci sono Villa Doufur, con il suo giardino che si apre sul mare e gli spazi interni ancora perfettamente conservati come ai tempi di Laurent Dufour, l’imprenditore francese che acquistò la villa nel 1908. Oggi gli spazi della dimora, ancora di proprietà della famiglia, sono utilizzati per cerimonie ed eventi, con aperture speciali alle visite durante l’anno.

Un’altra bellissima residenza dell’epoca è Villa Tigellius, realizzata a fine Ottocento in stile neogotico, con torri, merlature e finestre a bifora, insieme a un grande giardino botanico con specie rare. Negli anni Sessanta venne donata dai proprietari al Comune di Milano, che ne fece una casa vacanze per lavoratori e studenti. Dal 2011 la villa è in vendita, ma anche solo ammirata dall’esterno riporta al periodo in cui tutta la Riviera Ligure era la meta preferita per la villeggiatura di nobili, ricchi borghesi e aristocratici di tutta Europa.

Recco distrutta dai bombardamenti del 1943

La città di Recco ha perso molto del suo patrimonio storico e artistico a causa dei terribili bombardamenti che ha subito durante la guerra. Per 27 volte le bombe angloamericane hanno devastato il centro cittadino, uccidendo centinaia di persone e distruggendo il 90% degli edifici. L’obiettivo era il viadotto ferroviario, che ancora oggi taglia in due la città e la collega comodamente a Genova e al resto del Levante.

A sopravvivere quasi del tutto ai bombardamenti del 1943 è stata la chiesa di Nostra Signora del Suffragio, patrona di Recco. Gli interni, decorati in stile barocco, conservano dei bellissimi stucchi, fatti realizzare come voto da un nobile locale alla fine del Settecento. Le scene raccontano alcuni momenti dell’Antico Testamento (Rebecca al pozzo e il Trono di Davide), insieme a scene del culto mariano e della tradizione cattolica (Il Concilio di Nicea, la Traslazione della Santa Casa di Loreto e l’Adorazione della rosa mistica).

L’altare maggiore della chiesa di Nostra Signora del Suffragio

Ma è l’antico oratorio della chiesa che conserva il tesoro più caro ai recchesi: i paramenti e la statua della Nostra Signora del Suffragio, che ogni 8 settembre viene portata in processione per le strade di Recco da prima del Seicento. La grande festa viene raccontata anche da Stendhal, che vi assistette nel 1814: “Il villaggio era abbondantemente illuminato, ad un miglio di distanza percepivo il suono del piffero e del clarino […] sono le dieci, lo spettacolo diventa più sublime ad ogni istante. Da qui intendo gli scoppi dei fucili e dei mortaretti esplosi in onore della Santa Vergine […] abbiamo ballato fino alle due del mattino e poi abbiamo cenato“.

Ogni anno si riversano per le strade di Recco migliaia di cittadini e turisti per assistere alla suggestiva processione, eseguita dai membri dell’Arciconfraternita vestiti con i preziosi paramenti in filo d’oro e argento, che portano per i quartieri della città il pesante crocifisso con il Cristo Moro decorato dai “canti” in argento (decorazioni floreali agli angoli della croce, che suonano al vento e ai movimenti dei portatori) e il baldacchino della Madonna.

La focaccia con il formaggio di Recco: dove mangiare la migliore

Si fa presto a dire focaccia: in Liguria la faccenda è seria e Recco è giustamente fiera di avere dato i natali alla sua variante più particolare. Una base sottile allargata grazie agli abili movimenti del fornaio, che la tiene in equilibrio sulle nocche facendola girare, il resto lo fa la gravità. Sopra vengono posizionate generose quantità di stracchino, scelto rigorosamente compatto ed elastico, per mantenere al meglio la cottura. Dopodiché la focaccia viene chiusa da un altro strato di impasto, leggermente più sottile della base (si devono intravedere le mani del fornaio durante la lavorazione), che viene bucato per creare i cosiddetti “camini”, per impedire che si gonfi. Il tutto viene infornato tra i 270° e i 320°C per 4-8 minuti, fino a ottenere una cottura uniforme e una focaccia sottile, da cui lo stracchino cola abbondante.

La popolarità della focaccia di Recco col formaggio ha creato una serie di imitazioni e varianti in Italia e nel mondo, imponendo nel 2012 la protezione della ricetta sotto il marchio IGP, che ne regola la produzione e la preparazione. Ma dove trovare la migliore focaccia di Recco nella città che le dà il nome?

Il primo posto dove provarla è sicuramente Manuelina, uno dei ristoranti più antichi di Recco (fondato nel 1885) e tra i custodi della ricetta tradizionale della focaccia. La si può provare nella focacceria oppure nello storico ristorante, una vera istituzione per Recco e i comuni limitrofi, dove provare anche gli altri prodotti tipici dell’area di Genova e del Tigullio, come le trofie al pesto o i pansotti al sugo di noci.

Un’ottima focaccia si può gustare nei panifici della famiglia Moltedo e Tossini, che hanno più punti vendita a Recco e nei comuni dove si può assaggiare la focaccia col formaggio IGP (Sori, Avegno e Camogli). Focaccerie dalla storia familiare lunghissima dove vedere in tempo reale i gesti ripetuti da generazioni per stendere la focaccia nei grandi dischi di rame.

Per un’esperienza culinaria completa, arricchita dalla focaccia col formaggio, entrate nei ristoranti storici di Recco, da Alfredo, Da Lino (che realizza la focaccia anche senza glutine) e da ö Vittorio, custodi della tradizione gastronomica del Levante. Ai loro tavoli si sono sedute star di ogni tempo, italiane e internazionali, per gustare la focaccia di Recco e le prelibatezze tipiche della zona: le acciughe fritte, la panissa, i taglierini al pesce, i cuculli (frittelle con farina di ceci), i muscoli ripieni e i camogliesi al rum.

Fattore Comune, a Recco il meglio dei marchi DOP e IGP

Recco è stata più volte nominata come la capitale gastronomica della Liguria e non ci sentiamo di smentire questo titolo: qui camminando poche centinaia di metri è possibile assaggiare alcuni tra i piatti più buoni e ricercati della tradizione ligure, oltre a poter acquistare prodotti tipici come l’olio extravergine DOP Riviera Ligure o il pesto preparato con il basilico genovese DOP.

Non a caso, qui ogni anno da sette anni si svolge Fattore Comune, evento dedicato a quei prodotti agroalimentari DOP e IGP tutelati dall’Unione Europea, che portano nella propria denominazione il nome del paese da cui prendono origine.

Lo scopo è puntare i riflettori sui prodotti italiani d’eccellenza, che creano un ritorno positivo in termini economici ai luoghi da cui prendono il nome, grazie a un sempre crescente mercato del turismo enogastronomico consapevole, che cerca la tipicità nei luoghi che visita.

Ogni anno sul palco di Fattore Comune salgono i rappresentanti dei prodotti che hanno ottenuto le importanti denominazioni DOP e IGP: all’edizione 2024, svoltasi l’8 novembre, hanno portato la propria esperienza il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, i Produttori Soprèssa Vicentina DOP, il Consorzio Tutela del Silter DOP, Consorzio Salumi DOP Piacentini, il Consorzio Tutela Pecorino Balze Volterrane DOP, il Comitato promotore del Panforte di Siena IGP e i produttori del Marrone della Val di Susa IGP, oltre ovviamente alle eccellenze liguri, dalla Focaccia di Recco al Basilico Genovese DOP fino alla DOC dei Vini delle Cinque Terre.

Ognuno di questi produttori ha raccontato l’orgoglio di portare avanti la tutela dei propri prodotti e la loro valorizzazione, insieme alle difficoltà del territorio e del cambiamento climatico, i problemi dovuti alla contraffazione all’estero e alle limitazioni dei regolamenti europei. L’evento si fa quindi portavoce delle necessità e delle esperienze di produttori da tutta Italia, che portano al pubblico storie sempre diverse e sempre uguali, unite dalla volontà ferrea di proteggere i loro prodotti e il loro territorio.