Le “pietre d’inciampo” (Stolpersteine) sono dei sanpietrini di ottone realizzati da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig, che dal 1992 si stanno diffondendo in tutte le città europee. Al momento se ne contano circa 75 mila in 26 paesi d’Europa.
L’obiettivo delle installazioni è quella di ricordare il luogo in cui abitava una persona deportata verso i campi di sterminio nazisti perché ebrea, omosessuale, di etnia rom o si opponeva al regime. Inciampare sulle pietre significa inciampare nelle vite interrotte di migliaia di persone che non sono mai più tornate alle loro case. Sulla piccola lastra dorata sono riportati semplicemente il nome, la data di nascita e la data e il luogo della deportazione.
Pietre d’inciampo a Milano
Le pietre d’inciampo sono arrivate anche in Italia a partire dal 2010, quando le prime vennero collocate nel ghetto di Roma. Al momento sono più di 1300 le targhe poste davanti alle case dei deportati dal regime nazifascista in Italia.
Milano è una delle città dove le pietre sono più numerose (171 ad oggi), con tanti nomi ancora da “riportare a casa”. Le prime pietre d’inciampo poste a Milano sono state installate nel 2017 in Corso Magenta 55, dove abitavano Alberto, Olga e Giuseppe Segre, i nonni e il padre della senatrice a vita Liliana Segre, deportata con loro all’età di 13 anni e unica sopravvissuta della famiglia al campo di sterminio di Aushwitz.
Il Comitato per le “Pietre d’Inciampo” di Milano ogni anno si propone di installare dalle 12 alle 24 pietre ogni anno, fino a onorare tutti i deportati milanesi. A partire dal 27 gennaio 2023 verranno poste 26 nuove pietre d’inciampo, dedicate a Nissim Hazan, Carolina Americano Hazan, Ginette Hazan, Colette Hazan (viale Piave 42), Alfredo Vezzani (via Monteverdi, 18), Luigi Bassi (via Vincenzo Monti, 92), Mario Sordini (via Morgantini, 3), Leo Giro (via della Passione, 11), Lucia De Benedetti (via Mozart, 2), Mario Oriani (via Varesina, 80), Angelo Antonio Piazzolla (viale Vittorio Veneto, 4), Otello Salvatore Braccialarghe (viale Montenero, 48), Ferdinando De Capitani (via Moscova, 29), Mario Madè (via Abbadesse, 25), Ambrogio Campi (via Atene, 3), Ateo Castellani (via Terruggia, 6), Luigi Duci (via Ornato, 55), Aldo Levi (via Cambiasi, 3), Lodovico Petit Bon (via Monterotondo, 9), Rebecca Nahum Blum, Enrichetta Blum (via Vallisneri, 2), Ida Cases Valabrega, Alma Valabrega, Aldo Valabrega, Alberto Valabrega (via Daniele Crespi, 3) e Bruno Valabrega (via Strigelli, 4).
Tra loro Alessandro Moneta, imprenditore milanese che decise di nascondere, in un soppalco dello stabilimento di Musocco in cui produceva elmetti per l’esercito, famiglie ebree che aiutò a fuggire in Svizzera. Nel 1944 una delazione lo fece arrestare e deportare. Anche Ferdinando De Capitani verrà ricordato, linotipista partigiano del Corriere della Sera, che nelle tipografie di via Solferino stampava documenti e pubblicazioni della Resistenza. Un giorno venne condotto in questura per un “controllo formale” e non fece mai più ritorno.
Pietre d’inciampo a Milano: la mappa
Il Comitato per le “Pietre d’Inciampo” ha sviluppato anche una mappa molto dettagliata, su cui trovare tutte le pietre collocate a Milano, con tutti i dettagli sulla persona ricordata.
A partire dal 27 gennaio 2021 esiste anche un canale Instagram dedicato alla memoria delle pietre d’inciampo, dove si approfondiscono le storie dei nomi nascosti dietro le targhe.