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Pietre d’inciampo a Milano: 13 nuove pose nel Giorno della Memoria

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Pietre d'inciampo a memoria delle famiglie Brandis e Holzinger. Foto di proprietà della Comunità Ebraica di Milano

Le “pietre d’inciampo” (Stolpersteine) sono dei sanpietrini di ottone realizzati da un’idea dell’artista tedesco Gunter Demnig, che dal 1992 si stanno diffondendo in tutte le città europee. Al 2024 sono arrivate a quota 100mila in tutta Europa, di cui 171 solo a Milano.

L’obiettivo delle installazioni è quella di ricordare il luogo in cui abitava una persona deportata verso i campi di sterminio nazisti perché ebrea, omosessuale, di etnia rom o antifascista. Inciampare sulle pietre significa inciampare nelle vite interrotte di migliaia di persone che non sono mai più tornate alle loro case. Sulla piccola lastra dorata sono riportati semplicemente il nome, la data di nascita e la data e il luogo della deportazione.

26 nuove pietre d’inciampo a Milano nel 2024

Le pietre d’inciampo sono arrivate anche in Italia a partire dal 2010, quando le prime vennero collocate nel ghetto di Roma. Al momento sono più di 1300 le targhe poste davanti alle case dei deportati dal regime nazifascista in Italia.

Milano è una delle città dove le pietre sono più numerose (171 ad oggi), con tanti nomi ancora da “riportare a casa”. Le prime pietre d’inciampo poste a Milano sono state installate nel 2017 in Corso Magenta 55, dove abitavano Alberto, Olga e Giuseppe Segre, i nonni e il padre della senatrice a vita Liliana Segre, deportata con loro all’età di 13 anni e unica sopravvissuta della famiglia al campo di sterminio di Aushwitz.

Il Comitato per le “Pietre d’Inciampo” di Milano ogni anno si propone di installare dalle 12 alle 24 pietre ogni anno, fino a onorare tutti i deportati milanesi. Nel 2024 verranno poste 26 nuove pietre d’inciampo, le prime 13 la mattina del 25 gennaio, mentre le restanti verranno posate il 7 marzo, in occasione dell’ottantesimo anniversario degli scioperi del 1944.

Tra le persone ricordate oggi davanti all’uscio della propria casa ci sono i coniugi Mario de Benedetti e Theresa Herz. Pneumologo affermato, De Benedetti venne allontanato dal suo lavoro e tentò di fuggire in Svizzera con sua madre, sua sorella, sua moglie e il figlio di 8 anni. Bloccati al confine, il bambino con la nonna e la zia vennero rimandati indietro, mentre i due coniugi arrestati e condotti prima a San Vittore e poi ad Auschwitz, dove Theresa morirà di stenti nel 1944, seguita pochi mesi dopo dal marito.

Come ogni anno una pietra è dedicata a un Internato Militare Italiano. Quest’anno è stato scelto il sottotenente Giorgio Balboni. Arrestato sul fronte jugoslavo e deportato in Germania, Balboni è scelto per il lavoro forzato insieme ad altri 212 ufficiali. Dal 17 al 24 febbraio 1945 essi decidono di scioperare e smettere di collaborare con i nazisti. La punizione non si farà attendere: ogni 10 ufficiali uno verrà ucciso. Balboni coraggiosamente si fa avanti al posto di un commilitone, ma impressionati da suo coraggio i tedeschi decidono di commutare la pena di morte nella deportazione nel campo Unterlüss, dove morirà di fatica.

  • Guglielmo Levi (via Ariosto, 3)
  • Emilia Raffael (Via Mascheroni, 8)
  • Wanda Labi (Via Mascheroni, 8)
  • Vittorino De Semo (Via Mascheroni, 8)
  • Enrico Ravenna (Foro Bonaparte, 18)
  • Mario De Benedetti (Via Gesù, 4)
  • Theresia Herz (Via Gesù, 4)
  • Dionigi Parietti (Via Pinamonte da Vimercate, 11)
  • Emanuele Gino Errera (Via Settembrini, 5)
  • Lea Elisa Landau (Via Maiocchi, 26)
  • Lucia De Benedetti (Via Mozart, 2)
  • Giovanni Bonacina (Corso XXII Marzo, 4)
  • Giorgio Balboni (Via Spartaco, 11)
  • Umberto Tonoli (Via Orti, 16)

Pietre d’inciampo a Milano: la mappa

Il Comitato per le “Pietre d’Inciampo” ha sviluppato anche una mappa molto dettagliata,  su cui trovare tutte le pietre collocate a Milano, con tutti i dettagli sulla persona ricordata.

A partire dal 27 gennaio 2021 esiste anche un canale Instagram dedicato alla memoria delle pietre d’inciampo, dove si approfondiscono le storie dei nomi nascosti dietro le targhe.