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Passioni e desideri: la recensione del film con Jude Law e Rachel Weisz

“Si vive una volta sola, quante possibilità abbiamo?”

Ce le presenta Passioni e desideri (360°) l’ultima opera di Fernando Meirelles (City of gods e The constant gardener) in uscita nelle sale il 20 giugno. La vita è un bivio e a volte è difficile prendere la giusta direzione, così come la fuggevolezza di quell’attimo che svanisce. Fra treni, aeroporti affollati , autostrade e strade che come destini si incrociano, Meirelles ambienta il suo film fra Vienna, Bratislava, Parigi, Londra, Stati Uniti, Brasile, diversi angoli del mondo che sembra confluiscano in un unico luogo.

Nell’era della globalizzazione, di internet, della crisi finanziaria, ciò che determina il tracollo di un intero sistema, può partire dall’angolo del mondo e scatenare effetti disastrosi: le esistenze di miliardi di persone sono interconnesse le une alle altre. Come Altman e Antonioni, Meirelles propone personaggi caratterizzati da pochi tratti: nulla è dato sapere di loro, colti nel momento in cui devono prendere una decisione che può cambiare il corso della loro esistenza, in bene o in male.

I loro destini si intrecciano. Ciascuno lascia un segno nella vita dell’altro, ma le strade poi si dividono. C’è la ragazza slovena che decide di prostituirsi per diventare qualcuno, in alberghi di lusso e con importanti uomini d’affari come Micheal Daly (Jude Law) il quale però non si presenta all’appuntamento perché spinto dal rimorso per la moglie Rose (Rachel Weisz) che a sua volta lo tradisce con un fotografo brasiliano.

L’incontro in aereo fra il maturo Signor Jhon (Anthony Hopkins) ex alcolizzato e traditore, viaggiatore del mondo alla ricerca della sua amata figlia scomparsa e l’ex ragazza tradita dal fotografo, che incontra un pericoloso detenuto appena uscito di galera per reati sessuali; l’amore mai confessato fra un dentista algerino di fede musulmana e la sua assistente sposata, il limite fra convenzioni sociali e religiose. Il marito della donna autista di un criminale boss russo che lo tratta come uno zerbino.

Un film diviso fra storia d’amore, riflessioni sulla coppia, realismo sociale, thriller e inseguimenti: Meirelles porta in scena un caleidoscopio di vite, come fosse una vita sola, in cui il punto di partenza coincide con il punto d’arrivo. Un viaggio andata e ritorno, un girotondo di vite e un cerchio che si chiude.

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