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Parco Lambro: la guida completa per viverlo al meglio

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Credits: Josef Grunig - Flickr


 


Realizzato nel 1936 su progetto di Enrico Casiraghi, il Parco Lambro è uno degli spazi verdi più caratteristici di Milano, amato dagli abitanti dei quartieri Rottole, Cimiano e Feltre da cui è racchiuso e, ma spesso oggetto di lazzi dagli altri cittadini meneghini a causa della presenza di un fiume quale il Lambro, famigerato per le sue acque non proprio limpide.

Una nomea forse ingiusta, in quanto il rivo è stato oggetto di vari interventi di depurazione, e anche perché il progetto originario del Parco prevedeva proprio la preservazione del paesaggio lombardo, con la creazione di tre collinette e due laghetti le cui conche prosciugate possono essere viste ancora oggi (una delle quali, quella più vicina all’entrata di via Feltre, ancora oggi si riempie parzialmente in caso di abbondanti piogge).

In realtà il modello originale è stato sconvolto dalla devastazione portata dalla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale gran parte degli alberi furono tagliati per ottenere legna da ardere. Negli anni ’50 e ‘60 il parco è stato allargato e rinverdito con l’introduzione di nuovi spazi alberati, arrivando così a estendersi per 773.000 metri quadrati.

Varie le strutture presenti nel Parco Lambro, tra cui cinque cascine. Cascina San Gregorio Vecchio, in viale Turchia, ospita nuclei abitativi, stalle e fienili, Cascina Mulino Torrette, in via Marotta, è la sede dell’Associazione Exodus per il recupero dei tossicodipendenti, Cascina Cassinetta San Gregorio, ancora in via Marotta, è occupata da due fabbricati ristrutturati, Cascina Biblioteca, in via Casoria, è la sede di una comunità per disabili e Cascina Mulino San Gregorio, in via Van Gogh, costituisce la sede delle Guardie Ecologiche Volontarie.

Parco Lambro: come arrivare e gli orari

Il Parco Lambro non è recintato da cancellate, quindi l’ingresso è sempre possibile. Nonostante sia assicurato un saltuario servizio di sicurezza si sconsiglia di recarvisi a tarda ora per la possibilità di incontrare elementi poco raccomandabili. L’illuminazione notturna infatti, pur presente, non riesce a coprire tutto il terreno calpestabile, ed è quindi caldeggiato percorrere il parco nelle ore notturne solo in occasioni di eventi dalla grande partecipazione.
Numerosi gli ingressi al Parco, che comprendono le entrate da via Passo Rolle, via Crescenzago, via Pusiano, via Orbetello, via Feltre, via Turchia, via Folli e via Casoria.  Alle automobili è stata vietata l’entrata dal 2013, con l’istallazione di alcuni dissuasori che impediscono la circolazione dei mezzi a quattro ruote. Si può però trovare facilmente parcheggio presso il vicino cimitero di Lambrate. Per quanto riguarda i mezzi pubblici è possibile arrivare a piedi dopo essere scesi alla fermata Udine della linea M2 della metropolitana, oppure con le linee di bus 925 e 75 che si fermano nelle immediate vicinanze.

Parco Lambro: la mappa

Il Parco comprende due campi giochi per bambini, provviste di strutture comprendenti scivoli e altalene, così come un percorso vita nel quale è possibile usufruire degli impianti adatti a coloro che vogliono mantenersi in forma all’aria aperta con esercizi a corpo libero (e alcuni macchinari molto semplici dislocati per il Parco, purtroppo non sempre funzionanti)

Presenti anche varie aree per cani in cui gli amici a quattro zampe possono essere lasciati liberi senza guinzaglio; nel resto del Parco dovrebbero infatti essere sempre condotti al guinzaglio. Al momento sono attivi due punti ristoro per rifocillarsi e acquistare bibite e gelati, necessari sopratutto durante la bella stagione.

Parco Lambro: i percorsi a piedi e in bicicletta

Ovviamente il Parco Lambro è il luogo preferito per tutti coloro che si esercitano nell’arte della corsa e vogliono fare del sano jogging per tenersi in forma. Più sotto potete trovare il percorso consigliato dal Comune di Milano, che preferisce indicare un tracciato pianeggiante alla portata di tutti.

Per gli amanti della bicicletta è necessario ricordare di tenere una velocità limitata nel rispetto della sicurezza altrui, ma anche che le varie collinette e i dislivelli permettono di esercitarsi con interessanti esercizi in sella alla mountain bike e persino qualche parvenza di discesa libera.

Lo skatepark del parco Lambro

Entrando dall’ingresso di viale Feltre è immediatamente visibile uno degli spazi del parco Lambro più amato dai giovani e dagli appassionati di skate e di acrobazie su due ruote. Stiamo parlando dello skatepark noto come “Lambrooklyn“, protetto da una rete divisoria che lo circonda per la quasi interezza del perimetro ma sempre aperto, il cui uso è del tutto libero e gratuito.

La struttura è piuttosto adatta ai principianti, essendo dotata di hip a 120 gradi, di un isolotto centrale e di rampe dalle differenti altezze, e una spina dalla larghezza di mezzo metro. Il momento migliore per andare a esercitarsi in tranquillità è la mattina, oppure nelle prime ore del pomeriggio.

Il sabato e la domenica, e nelle ore successive alle 4 di pomeriggio, lo skatepark è infatti frequentato dagli skater più esperti, la cui presenza offre di sicuro uno spettacolo interessante per gli astanti ma meno per i principianti, che comunque possono provare ad avvicinare gli sportivi più smaliziati per strappare loro dei consigli.

Il Parco Lambro nel 1976 e il Festival di Re Nudo: un po’ di storia

Negli anni ’70 il Parco Lambro fu teatro di uno dei più importanti festival musicali e culturali di quel periodo, il Festival del proletariato giovanile, organizzato dalla rivista di controcultura Re Nudo. Dopo essersi svolta in provincia di Lecco e Pavia, nel 1947 la manifestazione si svolse presso il parco cittadino per quattro giorni, portando circa un migliaio di partecipanti.

Sul palco della grande rassegna musicale inclusa nel Festival si succedettero la maggior parte dei nomi più importanti del periodo, facenti parte della congerie del progressive rock (basterebbe citare Area, PFM, Acqua Fragile, Stormy Six, Il Volo, Biglietto per l’inferno) e alcuni cantautori come Alan Sorrenti, Battiato e Angelo Branduardi.

La manifestazione si ripetette anche l’anno successivo, con analogo successo, ma già si avvertirono i primi fermenti della contestazione, che esplosero nelle violenze del 1976, anno che vide il Festival del proletariato giovanile segnato da aggressioni e tumulti. Una fine ingloriosa, che in qualche modo simboleggiava il passaggio dall’idealismo pacifista della musica progressiva alla ribellione disperata a cinica del punk, di cui il Parco Lambro fu involontario testimone.