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Paola Folli, da Sanremo a Woodstock: intervista alla cantante e coach di X Factor

Paolo Crespi 10 anni fa


Paola Folli_foto Bruno Ruggiero

Mattiniera nonostante la chiara appartenenza al mondo dello spettacolo, milanese Doc ma estranea ai riti della Milano da berePaola Folli, una delle cantanti più dotate e versatili del panorama italiano, ha da poco lanciato una sua personalissima versione di Woodstock, celebre brano dell’amata Joni Mitchell.

Tecnicamente sarebbe una cover, in realtà è molto di più, sia nell’ascolto liquido su iTunes, sia nel video animato (realizzato da H57) che esalta ogni singola parola del bellissimo testo…

Da presenza fissa nei concerti degli Elio e le Storie Tese (con cui a giorni sarai nuovamente in tour), a vocal coach per X-Factor, a cantante in proprio. Com’è nata l’idea di questo singolo?

“La voce, come l’albero, ha molti rami: ti consente di fare un mucchio di cose. Dopo tante esperienze e collaborazioni con artisti italiani e stranieri, sentivo il bisogno di fare qualcosa che mi rappresentasse in questa fase della mia vita. La decisione dipende dal fatto che sono una grandissima fan di Joni, della sua musica, della sua poesia. La seguo quando posso nei concerti e ho scelto ‘Woodstock’, un pezzo che risale addirittura al 1969, per l’attualità dei temi che tratta, il richiamo alla pace (il finale utopico con i bombardieri che si trasformano in farfalle) e al ‘back to the garden‘, il ritorno alle cose semplici che caratterizza anche la mia ricerca di oggi”.

Dall’affermazione al “Sanremo Giovani” (terza classificata nel 97) alla gettonatissima carriera di vocalist per i più bei nomi della “musica leggera” (Mina, Renato Zero, Vasco Rossi, Ramazzotti, Gloria Gaynor, Celentano…), dal lungo sodalizio con EELST alle incursioni nel mondo del jazz, dal lavoro di coach per i giovani talenti alla prima pietra di un nuovo progetto… Quale sarà l’evoluzione di “Woodstock”, oltre l’omaggio?

“L’idea è di un disco con tante sfaccettature e diverse collaborazioni, dove il filo conduttore sarà costituito dalla naturalmente dalla mia voce e da questo tema del ritorno ai fondamentali dell’esistenza. Con brani sia in inglese (la lingua franca della canzone, che ti permette di raggiungere tante più persone) che in italiano, inediti e non, scritti da me e da Francesco Rapaccioli (il mio produttore e compagno di vita), ma non solo: la scaletta, provvisoria, prevede già un pezzo composto per me da Rocco Tanica, un altro firmato Bebo Ferra, la partecipazione di Elio e quella di un altro milanese doc come Fabio Treves… Non c’è una deadline precisa, ma, se ci saranno le condizioni, il 2015 potrebbe essere l’anno del mio ritorno a Sanremo. Sarebbe la terza volta, dopo quel lontano Sanremo Giovani e il ‘Sanremone’ del ’98…

Il 2015 sarà anche l’anno dell’Expo. Come vivi il rapporto con Milano?

“È la mia città, ci sono nata e cresciuta, e qui lavoro tantissimo… Milano, si dice, “o la ami o la odi”, e io sicuramente la amo, se mi allontano per un po’ mi manca davvero. Non sono però una frequentatrice della “Milano by night”: arrivo a sera che sono quasi sempre ko, e in ogni caso alle scorribande notturne preferisco la ‘Milano by day’. Insomma, me la vivo di giorno, il che mi consente tra l’altro di frequentare mostre,  occasioni culturali, musei. Sì, anche nel weekend…”

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