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Padiglioni Expo 2015: i campi del futuro di Israele. Le foto

Marco Valerio 9 anni fa
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Foto: Padiglione Israele

Un campo verde verticale, installazioni multimediali e le storie di un popolo industrioso, di tecnologie all’avanguardia e aziende innovative che hanno fatto fiorire il deserto. Queste sono le prerogative del Padiglione Israele a Expo 2015.

Fields of Tomorrow, ovvero i campi domani: questo è il nome del padiglione israeliano che è principalmente attento alle tradizioni della sua terra, produttrice di latte e miele, ma anche alle più avanzate tecnologie sostenibili in agricoltura e alimentazione.

Israele è un paese giovane (lo stato israelita è stato ufficialmente proclamato tale nel 1948), ma ha alle sue spalle una tradizione di tremila anni, che attraverso lavoro, ricerca e sviluppo ha saputo rendere fertili molti dei suoi terreni in prevalenza aridi. Una dedizione che in settanta anni lo ha portato a essere uno dei Paesi leader nel campo della scienza e nell’innovazione.

L’elemento caratterizzante del Padiglione di Israele è il “giardino verticale”: una parete lunga 70 metri e alta 12 interamente adorna di piante vive, i cui fiori e colori cambieranno con il passare delle stagioni.

Disegnato dall’architetto David Knafo e realizzato da Avant Video Systems con materiali al 100% riciclabili, il Padiglione Israele sorge al fianco di Padiglione Italia all’incrocio del Cardo e del Decumano, i due assi principali di Expo 2015.

Lo spazio espositivo si configura come un campo verticale coltivato principalmente a grano, mais e riso accoglie i visitatori in un’esperienza dal forte impatto visivo. Ispirato a coltivazioni reali, la spettacolare parete verde non ha un ruolo meramente estetico ma introduce il Vertical Planting una tecnologia rivoluzionaria che permette di risparmiare e ottimizzare territorio e acqua.

All’ingresso del Padiglione Israele si viene introdotti in un percorso che svela tecnologie d’avanguardia, mette in mostra progetti sostenibili e narra la vita del popolo israeliano.

Nella prima stanza del padiglione attori e performer interagiscono con il pubblico mentre video sono proiettati alle pareti. La prima parte della mostra racconta la storia e le vite di tre generazioni di contadini che sono riusciti a far fiorire il deserto. Attraverso ricordi, immagini e filmati i visitatori scoprono l’ostinazione pro-attiva degli israeliani ma anche la loro attitudine di fronte alle avversità.

“Le difficoltà non creano problemi ma sfide da superare”: questa frase campeggia all’interno del Padiglione Israele ed è uno dei tratti maggiormente messi in evidenza all’interno dello spazio espositivo.

Una sezione della mostra è dedicata alla Foresta KKL-JNF. Con all’attivo 240 milioni di alberi piantati negli ultimi 70 anni, Keren Kayemeth LeIsrael – Jewish National Fund sta riforestando il paesaggio di Israele e offre nuove chance a ecosistemi a rischio creando una banca di semi, sviluppando nursery botaniche e piantando alberi.

I visitatori sono quindi guidati in una grande stanza buia in cui luci proiettano nel cielo un campo virtuale e filmati dedicati a quattro progetti all’avanguardia. Il principale e più suggestivo è Biotecnologia, vale a dire la ricreazione del Super Wheat, il grano originario e non geneticamente mutato dei tempi biblici che cresceva tremila anni fa.

Gli altri progetti in mostra sono 3.0 agriculture ovvero l’applicazione di tecnologie digitali e satellitari alla gestione dei campi, un innovativo progetto di irrigazione in Africa e le più avanzate tecnologie zootecniche in un centro di mungitura industriale in Asia.

Infine gli ospiti sono accolti in un’area relax all’aperto. Un ristorante gourmet propone pit-stop freschi e genuini da gustare sul posto o da asporto. Il menu include hummus, falafel, insalate e ricette tradizionali che rappresentano la migliore cucina israeliana.

Al primo piano dell’edificio una terrazza panoramica offre una visione dall’alto di Expo mentre un’area eventi ospita conferenze, mostre e party. Un’area verde con alberi, panchine e un sentiero acciottolato riconduce all’ingresso correndo lungo il campo verticale.

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