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Orso d’Oro Berlino: la recensione de Il caso Kerenes

Con la sigaretta fra le dita, si muove nervosamente impugnando il cellulare, seduta sulla poltrona che sembra scotti come brace, Cornelia ( Luminita Gheorghiu) è un fiume in piena con la sua interlocutrice, sfoga la rabbia e la frustrazione di madre accantonata dal figlio, che non la chiama e non la cerca.

Cornelia è la protagonista de “Il Caso Kerenes, child’s pose” il film di Calin Peter Netzer, vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino 2013 e premio della Critica Internazionale, in uscita nelle sale il 13 giugno, pellicola in cui è descritto il delicato rapporto fra una madre e un figlio. Un legame al limite della patologia quello fra Cornelia e Barbu ( Bogdan Dumitrache) .

Netzer scambia i ruoli della tradizionale ossessione edipica già affrontata dal cinema di Hitchcock con “Psycho”,  presentando una donna altolocata capace di tutto pur di “riconquistare” suo figlio. In una Bucarest piovosa, dalle tonalità grigie, quel grigiore che i suoi personaggi portano addosso, il regista propone un realistico e impietoso spaccato della borghesia rumena,  registrando con frenetici movimenti di camera uno stile quasi documentaristico, con cui decide di portare lo spettatore lì, in quel luogo e in quell’ora.

Una vicenda che si  evolve minuto per minuto, Barbu rimane coinvolto in un tragico incidente in cui investe mortalmente e accidentalmente un ragazzino di quattordici anni di estrazione povera. Questo evento innesca la rottura di un fragile equilibrio, portando in luce conflitti familiari mai sanati fra genitori e figlio. Vani risultano  i tentativi di Cornelia di coprire e salvaguardare Barbu dalla giustizia,  da donna abbiente e influente compra testimonianze, portando con sé mucchi di soldi in contanti e mette in moto una rete di contatti, come è nella consuetudine di chi ha ‘le giuste conoscenze’.

Nel film non si presentano soluzioni, tutto rimane sospeso, c’è un malessere latente sul quale Netzer indugia per tutta la narrazione, una tensione palpabile, così come l’inconfessato senso di colpa di Barbu, che soffoca come una morsa tutti i personaggi. Quella stessa morsa da cui cerca di fuggire un figlio da una madre inadeguata che ricorre a mezzi illegali, fino al suo duro e struggente riepilogo: il vivo confronto con il dolore dei genitori del giovane quattordicenne. Due separazioni si palesano, un uomo che si sottrae alla madre per sua volontà e un ragazzino, che viene drammaticamente strappato alla famiglia, così come due realtà così lontane si incontrano: la povertà e la ricchezza.

Temi come la corruzione, l’accettazione, il perdono sono al centro di questo film. La forza de “Il Caso Kerenes, child’s pose” risiede anche nella bravura degli attori, prima fra tutti l’intensa Luminita Gheorghiu nel ruolo di Cornelia e la conferma delle doti del regista Netzer.