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Mostre Milano 2013: I Sette Savi di Melotti rivivono a Malpensa, le foto

‘L’arte è un viaggio’ amava dire Fausto Melotti, il grande scultore contemporaneo, nato a Rovereto, che per lungo tempo visse e lavorò a Milano. E proprio nel luogo emblematico del viaggiare, il suggestivo spazio ‘Porta di Milano’ che accoglie i passeggeri con folate dal soffitto e luci soffuse, nell’aeroporto di Malpensa, si staglia maestoso – da oggi 20 giugno, fino al 10 novembre 2013 – il gruppo scultoreo I Sette Savi.

Le sculture (ritratte sopra nella nostra fotogallery) con la loro lunga e travagliata storia, tornano in vita, in attesa di una sistemazione definitiva,  grazie a SEA – Aeroporti di Milano, che ha finanziato il restauro curato dallo Studio Formica. Furono concepite come un insieme di 12 gessi per la sala ‘Coerenza dell’uomo’ della VI Triennale di Milano nel 1936. Anni dopo, solo in sette sopravvissero ai bombardamenti che rovinarono lo studio milanese: “Se ne stavano sole in questo grande spazio, e il loro colloquio metafisico non fu interrotto che dal cataclisma della guerra” scrisse Melotti, eclettico ingegnere e artista diplomato all’Accademia di Brera, amico di Lucio Fontana.

L’autore decise di conservare il nuovo numero – ricco di riferimenti simbolici nell’arte, nella filosofia e nella religione – mutuando la storia dei sette pensatori della Grecia antica, narrata sia da Erodoto che da Platone, diventati emblema del pensiero. Melotti ricostruì dunque l’opera nel 1961, su commissione del Comune di Milano che voleva arricchire il giardino del liceo classico Carducci, dove fu però vandalizzata dagli studenti: “Era diventata la conversazione dei ‘Sette Pupazzi’ perché gli avevano fatto le bretelle e i bottoni” notò con rammarico l’autore, che tuttavia – come ricorda la critica d’arte Angela Vettese, curatrice della mostra e neoassessore a Venezia, “al contrario di Fontana, che si era arrabbiato moltissimo per quell’atto, dichiarò che ‘era un’innocenza che urlava contro un’altra innocenza, e non potevano nascere mostri’”.

Milano è una città di pensiero” ha detto oggi l’assessore alla Cultura, Filippo del Corno, “la storia di Milano accompagna la storia dell’arte italiana, punteggiandola con le opere che conserva e gli artisti che vi hanno lavorato: da Mantegna a Leonardo, da Bramantino a Luini, da Segantini ad Hayez, da Boccioni a Manzoni: un patrimonio che sarà sempre più valorizzato e condiviso soprattutto in vista di Expo 2015. Per questo, terminato il periodo espositivo al Terminal 1 di Malpensa, questo gruppo scultoreo sarà comunque esposto in un luogo aperto e fruibile liberamente dal pubblico” ha promesso Del Corno.

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