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Manfredi Milano, il bistrot che raccoglie il testimone dello storico Bar Rattazzo

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Da poco ha aperto a due passi dalle Colonne di San Lorenzo a Milano Manfredi, un locale che recupera il testimone di una meta storica delle serate milanesi: il Bar Rattazzo, una specie di calamita per i giovani universitari e liceali milanesi, che qui si trovavano a frotte per nottate senza impegno.

Alla morte di Piero, lo storico proprietario del bar, il sipario sul Rattazzo sembrava calato per sempre. Finché un gruppo di soci non ha deciso di riaprire le saracinesche e trasformare il locale in qualcosa di nuovo, che parlasse tutte le lingue (e sono tante!) di Milano.

Manfredi riassume Milano, dagli arredamenti al menù

Gli interni di Manfredi sono rimasti fedeli allo stile classico dei vecchi ritrovi milanesi, rispolverandoli con il gusto odierno. A spiccare, tra i tavolini di marmo e lo splendido bancone originale, sono le stampe surrealiste dedicate alla città, opera di Eléonore Manfredi, a cui il locale deve sia la linea creativa sia il nome.

Insieme a lei, la seconda anima del bistrot è Marco Russo, proprietario e unico socio italiano del gruppo che ha acquisito il Rattazzo. Perché Manfredi (il locale) parla la lingua di Milano, che è internazionale e interregionale. Dal Sudafrica alla Francia fino alla Campania e alla Sicilia, la cui tradizione culinaria ispira le tapas di Manfredi, curate dal giovane chef Samuele Saitta.

L’arancin* al nero di seppia

I piatti sono estrosi e saporiti, perfetti per una cena tra amici in quanto pensati per la condivisione (oppure no!). Suggeriamo di non perdersi l’arancin* al nero di seppia con mayo leggermente piccante. Un piatto croccantissimo e divertente per far partire la serata, accompagnata da una selezione di vini di piccoli produttori del sud della Sicilia o dai cocktail dell’abile bartender Luca Zambuto.

La drink list presenta 5 Twist on classic, fra cui il “Not Your Coffee (il negroni si sente dopo)” un twist del negroni infuso al caffè e cioccolato fondente al 70%. Oppure il “Wild fashion”, preparato con il Freya, un distillato alla betulla affumicata prodotto nei paesi scandinavi.

Chiusa la parentesi alcolica, torniamo alle tante tapas proposte dallo chef. All’interno del menù spicca senza dubbio la falsa lasagna alla guancia d’ombrina, verza stufata, mousseline spicy & al nero di seppia e guacamole. Bellissima a vedersi e deliziosa a mangiarsi. Altro che condivisione, un piatto del genere va difeso con le unghie e con i denti dalle forchettate altrui!

La falsa lasagna alla guancia d’ombrina, verza stufata, mousseline spicy & al nero di seppia, guacamole

Qual è invece il piatto forte di Manfredi? Quello per cui vale la pena arrivare fino alle porte a vetri di via Vetere 12? La risposta la danno all’unisono chef, proprietario, bartender e avventori abituali: la pappa al pomodoro con cozze e bottarga. Un piatto semplice all’apparenza, ma che si accompagna perfettamente alle serate movimentate di Milano, onesto e saporito come sanno essere i piatti di casa, ma con quel tocco di raffinatezza in più, giocato sugli accostamenti delle materie prime.

Le Colonne di San Lorenzo sono a due passi, così come i tanti localini chic che tradiscono un po’ l’animo rilassato di questa zona della città. Manfredi invece resta “fedele alla linea”, con Battisti in sottofondo, i piatti del servizio di nonna (davvero!) e un’atmosfera rilassata dove passare del vero buon tempo.