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‘L’Acrobata’ all’Elfo: uno spettacolo toccante e d’impegno civile. La recensione

L'Acrobata Elfo
Ph Luca Del Pia

L’acrobata, produzione dell’Elfo, ha i suoi punti di forza, in particolare, nella parola (e di riflesso nella storia messa in scena) e nella regia.

L’Acrobata Elfo Puccini: scheda

Laura Forti, scrittrice e regista fiorentina, ricostruisce ne L’Acrobata la vita tragica e avventurosa di suo cugino José, chiamato Pepo in famiglia e comandante Ernesto (in onore di Che Guevara) dai compagni di lotta, ucciso in Cile nel 1986 per aver attentato al dittatore Pinochet. L’autrice ripercorre la formazione di questo giovane guerrigliero, ma anche l’intera sua storia famigliare, intessendo anche un intenso omaggio alla madre di Pepo, a cui è ispirata la protagonista femminile dello spettacolo, e a tutte quelle madri che hanno perso un figlio perché ha scelto di morire per un ideale. Storia e memoria s’intrecciano nel racconto intimo di questa donna, interpretata da Cristina Crippa, di suo figlio e di suo nipote, entrambi interpretati da Alessandro Bruni Ocaña.
La madre di Pepo arriva in Cile ancora bambina, per fuggire dall’Italia fascista delle leggi razziali, si laurea in geologia e diventa una convinta militante comunista, ma è costretta a una nuova fuga in Svezia dopo il golpe di Augusto Pinochet. Pepo non accetta di vivere in esilio e di rinunciare alla lotta politica. Diventato guerrigliero, torna in Cile e qui trova la morte.
Che cosa vuol dire allevare un figlio alle idee di libertà e di giustizia, quando poi tutto questo ti si ritorce contro e rende tuo figlio un estraneo, che vive così intensamente le tue stesse idee da lasciare tutto e tutti e giocarsi la vita? Vuol dire alzare un muro contro il passato e la ferita di quella perdita insanabile. Ma Pepo ha lasciato un figlio e sarà per questo nipote – clown e acrobata in un piccolo circo – che non ha mai conosciuto suo padre e vuole sapere che il muro crollerà e diventerà racconto.

 

L’acrobata Elfo: recensione

L’Acrobata parte in punta di piedi, facendo trasparire sin da subito la scrittura femminile (delicata e profonda) che c’è alla base. Tocca alla Crippa, con la sua voce caratterizzante, dare il via a un racconto in cui la grande Storia si intreccia con le vite private e un flusso emotivo in crescendo. Non è semplice creare la giusta distanza con vicende che ci riguardano direttamente – com’è nel caso dell’autrice – eppure la Forti è riuscita a dar vita a un perfetto mix tra verità storica e fantasia (non a caso più volte torna il termine fantasticare). In quest’ottica si inserisce l’elegante e coinvolgente regia di De Capitani, che sfruttando le video proiezioni – poste su tre lati e non solo frontalmente quasi a voler avvolgere – (regia video di Paolo Turro) cavalca da un lato l’aspetto onirico (soprattutto con l’ombra del nonno Julius a cui dà corpo lo stesso De Capitani), dall’altro, tramite filmati d’archivio ed estratti di giornali, ci fa immergere in quegli anni.

“La vita è questo apparire e scomparire come fa un mago” ci restituisce l’idea di passaggio nell’esistenza umana, come se tutto fosse transitorio, forse proprio a partire dagli affetti. Ocaña, nel doppio ruolo di figlio e nipote (assolutamente in parte in entrambi i casi, passando dalla leggerezza del bambino e dell’artista alla durezza del guerrigliero), come un funambolo cerca di ricostruire i tasselli della propria vita grazie alla corrispondenza con la nonna. Non ci sono sconti rispetto alle atrocità che avvenivano ai tempi di Pinochet, certe azioni arrivano prepotentemente al cuore dello spettatore suggerite da parole e azioni che vengono sublimate. Non c’è bisogno di vedere l’esplicitazione della violenza quando c’è una forza tale di racconto che induce a immaginare. “Il sangue parla solo a chi vuole sentirne il grido”.

L’Acrobata ci ricorda, senza facili moralismi, come non bisogna far prevalere l’oblio e che per provare a vivere serenamente il presente, è necessario ricordarsi e ricostruire il passato, anche se doloroso, così da comportarsi “come acrobati pronti a spiccare il nostro volo”.

Riassumendo

L’Acrobata, dal 14 al 31 marzo 2019

Teatro Elfo Puccini

DURATA: 110′

ORARI: da martedì a sabato h 21; domenica h 16,30

PREZZI: intero 32,50€; martedì posto unico 21,50€ ridotto ridotto over65 e under25 17€; under18 13,50€; scuole 12€

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