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La grande scommessa: recensione del film di Adam McKay

the big short recensione

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Il 2016 si apre all’insegna di proposte cinematografiche interessanti e accattivanti, fra queste si annovera senza dubbio La grande scommessa del regista Adam McKay, in uscita il 7 gennaio.

Stati Uniti 2005: il mercato immobiliare è solido e florido, Michael Burry (Christian Bale) un manager del fondo speculativo, irrompe nelle banche e decide di scommettere contro quel sistema. The Big Short è un film che segue le storie in parallelo di un gruppo di uomini: l’investitore Vennett (Ryan Gosling), dopo Burry, si rende conto dell’enorme tracollo finanziario che da lì a qualche anno imporrà la liquidazione di pacchetti azionari, un sistema basato sulla speculazione, l’intero mercato immobiliare si regge su prestiti a rischio, una frode colossale.

Insieme a Vennett ci sono: Mark Baum (Steve Carell) i due giovanissimi investitori Charlie e Jamie (John Magaro e Finn Wittrock), fiutano con l’aiuto del loro mentore Ben Rickert (Brad Pitt) lo scoppio dell’enorme bolla speculativa che investirà l’intero globo, l’obiettivo è trarne profitti.

Pellicola tratta dal libro omonimo di Michael Lewis, racconta con accurata minuzia e chiarezza l’origine della crisi finanziaria internazionale che ebbe inizio nel 2007, insieme ai suoi protagonisti. The Big Short, “il grande scoperto” è, nelle intenzioni di McKay una scommessa controcorrente, sia in termini narrativi che stilistici. Il regista non adotta un linguaggio tradizionale, ma alternativo e invitante con un montaggio ad arte.

Un film nevrotico, eccentrico, trascinante e rivoluzionario spiega con scaltra immediatezza e senza artifici di sorta l’origine della disfatta mondiale. Poco importa quindi se al gruppo di “svalvolati” visionari che ha per protagonisti, McKay aggiunge una lasciva Margot Robbie immersa in un idromassaggio, snocciolare una fluente terminologia finanziaria, oppure un’acuta Selena Gomez davanti a una roulette russa esporre i meccanismi di speculazione americani. Uno stile “straniante” che rende un film di alto livello. A suggello di tutto ciò c’è la prova attorale: il regista arruola un cast incredibile, con Christian Bale in ottima forma, stralunato e credibilissimo nel ruolo di Burry, Steve Carell pragmatico e ostinato, Pitt ascetico e criptico.

La grande scommessa è un film da vedere. Fra banche incredule, caos finanziario, desolati uffici del colosso Lehman Brothers, questa cozzaglia di personaggi allucinati ma dall’intuito sagace, ha la meglio in termini finanziari, ma non altrettanto in termini moralistici. La grande scommessa non ha vincitori, né eroi, ma l’amara constatazione di un sottobosco senza scrupoli, di famiglie che tentano di sbarcare il lunario, persone che perdono il lavoro e mutui da pagare.

Voto per noi: 8,5

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