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Io prima di te: il film esce nelle sale. La nostra recensione in anteprima

Io prima di te

Io prima di te

Lei è Luisa Clark detta “Lou”, una ragazza di 26 anni, spontanea, chiacchierona, dai vestiti sgargianti, il sorriso smagliante e il volto luminoso. Lui è William Traynor trentenne, taciturno ex bancario rampante, bello e ricco, abituato a misurarsi con il pericolo ma ora costretto ad affrontare qualcosa di più grande.

Esce nelle sale il 1 settembre Io prima di te per la regia di Thea Sharrock, tratto dal libro omonimo della scrittrice e giornalista inglese Jojo Moyes. Lou (Emilia Clarke) e William (Sam Claflin) sono i protagonisti di questa coinvolgente storia d’amore. Il resto lo compie il destino: Luisa perde il lavoro, per aiutare la famiglia, viene ingaggiata dalla madre di William come assistente del giovane per sei mesi. William è rimasto paralizzato su una sedia a rotelle a seguito di un incidente.

Thea Sharrock ci immerge in una film romantico dalle atmosfere quasi fiabesche, complice uno scenario incantevole fatto di castelli, limpidi specchi d’acqua e verdeggianti colline. Un principe azzurro e una Cenerentola, con tutte le caratterizzazioni del caso in cui esiste una fanciulla adorabile, a tratti un po’ goffa, e un giovane uomo che deve fare i conti con il ‘prima e il dopo’.

Io prima di te è un film che si affida a una tematica che lascia difficilmente indifferenti, battendo i sentieri di Quasi amici e fin troppo arricchito dai classici cliché del sentimentalismo, con una sceneggiatura nel complesso convenzionale. Ma se si decidesse di scrostare la sua lucente patina e andare oltre, ci si accorgerebbe del vero dramma psicologico ed esistenziale, trasmutando una seppur delicata e garbata ma classica storia d’amore, in un film tutto sommato coraggioso.

Così dramma ed ironia riescono ad equilibrarsi sapientemente, in una pellicola che, tirando le somme, centra  il suo obiettivo: far riflettere toccando quegli argomenti difficili e tabù come il suicidio assistito.

Di Io prima di te rimane la traccia, pur giocando furbescamente con l’ordinario e la favola decisamente stereotipata. Una pellicola a cui va il  merito di non tralasciare il vero significato della vita.

Voto per noi: 6,5