Siamo ormai in primavera, con i primi caldi e i primi fiori che colorano piazze e strade. Per godere appieno la bellezza del nostro patrimonio culturale e paesaggistico tornano in Italia le Giornate FAI d’Autunno, previste per sabato 25 e domenica 26 marzo 2023.
I posti aperti in tutta Italia sono centinaia, grazie ai volontari del Fondo Ambiente Italiano, visitabili con un contributo non obbligatorio di minimo 3 euro, a sostegno dell’attività della Fondazione. I luoghi visitabili durante le giornate sono in parte inaccessibili al pubblico, mentre quelli normalmente aperti vengono mostrati dalle guide FAI attraverso visite tematiche.
Solamente a Milano i luoghi da visitare sono ben 14, tra banche, palazzi nobiliari e luoghi della storia milanese.
Giornate FAI di Primavera 2023: come partecipare
I posti per partecipare alle visite guidate sono a numero chiuso: al fine di garantire la sicurezza di tutti è consigliata la prenotazione; alcune aperture richiedono la prenotazione obbligatoria. Sul sito ufficiale del FAI è possibile prenotare l’ingresso agli eventi su fascia oraria. In caso di chiusura delle prenotazioni online è possibile presentarsi sul posto e accedere fino alla chiusura per capienza massima.
Alcuni eventi sono riservati agli iscritti FAI. L’iscrizione si può effettuare dal sito web o direttamente sul luogo dell’evento prima dell’ingresso.
Giornate FAI d’Autunno 2023 a Milano e dintorni: i luoghi
Palazzo Marino
Piazza della Scala 2, Milano
Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso alle 17:30
Cosa: Situato nella zona monumentale ottocentesca post unità d’Italia del centro storico, Palazzo Marino è sede del Comune di Milano dal 1861. Commissionato dal banchiere e commerciante genovese Tommaso Marino per farne la sua residenza, è un capolavoro assoluto della storia dell’arte manierista, costruito fra il 1557 e il 1563 su progetto dell’architetto perugino Galeazzo Alessi, da tempo trasferitosi a Genova e appositamente convocato per l’occasione. Orientato in origine verso Piazza San Fedele, in seguito all’unità d’Italia, divenuto sede comunale, fu concluso con la nuova facciata su Piazza della Scala
grazie all’importante lavoro di restauro di Luca Beltrami nel 1886, seguito a un lungo periodo di decadimento dell’edificio. In occasione delle Giornate di Primavera il pubblico potrà attraversare il cortile d’onore originale del Cinquecento, con la raffigurazione a bassorilievo delle Fatiche di Ercole e delle Metamorfosi di Ovidio, per visitare il Salone d’onore con le Muse affrescate dalla scuola dei genovesi Andrea e Ottavio Semino, le Quattro Stagioni a opera di Aurelio Busso e i busti giganti di Marte e Minerva in cocciopesto. L’eccezionalità della visita consiste nell’occasione di ripercorrere un pezzo di storia milanese, quella del primo palazzo cittadino che è anche uno scrigno d’arte e di storia, normalmente chiuso al pubblico. Durante l’itinerario che partirà da Piazza della Scala, si potranno ammirare in sequenza la Sala Marra, la Sala Consiliare, la Sala dell’Orologio in cui sono attualmente esposte le bandiere olimpiche, la Sala della Giunta, con strappi di affreschi di Giambattista Tiepolo, per poi tornare nuovamente in Piazza della Scala.
Sede RAI di Corso Sempione
Corso Sempione 27, Milano
Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 17. Turni di visita ogni 10 minuti 25 persone
Cosa: Situati in Corso Sempione, gli studi RAI di Milano – all’epoca EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche – sono stati realizzati nel 1939, anno di costruzione dei palazzi milanesi di Gio Ponti, che adornano piazza San Babila fino al Palazzo Ferrania in corso Matteotti. Il progetto della sede è frutto della collaborazione dello Studio Ponti Fornaroli Soncini con l’ingegner Nino Bertolaia, e nell’originaria idea pontiana l’edificio si sarebbe dovuto comporre di tre corpi (uffici, trasmissioni, teatro) separati e riconoscibili, incastonato fra i quali sarebbe spiccato un intervallo luminoso, il corpo trasparente delle comunicazioni verticali. Nella realtà e con il tempo l’edificio è stato molto modificato; restano alcuni
particolari architettonici (il portico, i portali su strada) che mantengono un discorso sulle proporzioni. Centro di produzione RAI dal 1952, l’apertura in Giornate FAI permetterà al visitatore di accedere a spazi operativi normalmente chiusi al pubblico – gli studi di registrazione TV3 e TV3 bis, la Sala HD e due Auditorium – e scoprire i meccanismi produttivi che si celano dietro le quinte televisive. Lungo il percorso saranno esposti i costumi del programma Danza con me di Roberto Bolle e i visitatori potranno inoltre compiere un’esperienza immersiva di realtà aumentata dedicata alla Galleria Vittorio Emanuele.
Istituto dei Ciechi
Via Vivaio 7, Milano
Visite: sabato e domenica dalle 15 alle 19 (ultimo ingresso 18:30). Turni di visita ogni 10 minuti 25 persone
Cosa: In pieno centro a Milano trova la sua sede Palazzo Barozzi, meglio conosciuto come Istituto dei Ciechi. Si tratta dell’unico istituto italiano di questo genere realizzato non per volontà e sovvenzioni di una famiglia nobile bensì con fondi raccolti dalla cittadinanza, nella tradizione milanese della munificenza civica. La sua storia ha inizio nel 1840, quando il ragioniere Michele Barozzi realizzò un “istituto d’educazione per i poveri ciechi” su impulso del governatore austriaco Von Hartig, che si ispirava a un istituto già esistente a Vienna. L’attuale sede monumentale in via Vivaio risale invece al 1892, quando venne edificata su disegno dell’architetto Giuseppe Pirovano, che progettò l’edificio in stile neoclassico ispirandosi al modello dell’Institut National des Jeunes Aveugles di Parigi. Il “Salone Barozzi”, cuore dell’edificio, che ospita concerti, conferenze e convegni, è stato oggetto di un restauro che ha permesso oggi di poter ammirare gli affreschi realizzati pro bono dagli artisti Ferdinando Brambilla e Celso Stocchetti e di tornare ad ascoltare il suono dell’organo Balbiani Vegezzi Bossi, il più grande realizzato in una sala da concerto. Dal piano terra, un elegante scalone con balaustre in marmo conduce al primo piano, dove lungo i corridoi è possibile visionare ben duecento ritratti gratulatori dei benefattori, eseguiti secondo l’antica consuetudine ottocentesca. Nel corso della sua storia il palazzo ha affrontato numerosi cambiamenti in relazione al modificarsi delle esigenze didattiche e formative della comunità degli allievi, non più presenti dal 1976. Questo edificio dal gusto ottocentesco racconta l’importanza dei metodi educativi per i ciechi, ma soprattutto testimonia la grande generosità e lungimiranza della filantropia ambrosiana, grazie alla quale, la Fondazione oggi è un centro di eccellenza che svolge attività educativo-formative all’avanguardia. Il luogo, normalmente chiuso al pubblico, sarà eccezionalmente visitabile in occasione delle Giornate di Primavera.
Ambrosianeum
Via delle Ore 3, Milano
Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Turni di visita ogni 10 minuti 15 persone
Cosa: La Rotonda dei Pellegrini si trova nell’antica Contrada delle Ore, zona centralissima della città medievale, dietro a Palazzo Reale e all’Arcivescovado. Progettata dal pittore Pellegrino Tibaldi detto “il Pellegrini” nel 1573, su incarico di Carlo Borromeo come sede delle sue scuderie, la struttura che ospita oggi la Fondazione Culturale Ambrosianeum ha preservato a lungo le forme originarie, mantenendo la funzione di stalla fino alla fine Ottocento, e allo scopo di aumentarne al massimo la capienza, i ricoveri furono realizzati con uno schema a pianta centrale e anelli sovrapposti. Nel piano seminterrato e nel primo piano erano collocate le scuderie; all’ultimo, raggiungibile con una stretta scaletta a chiocciola, il fienile, dove si conserva il fieno. L’edificio, progettato con un originale schema a pianta centrale decagonale, presenta spazi distribuiti su tre piani, ognuno caratterizzato da uno spazio circolare coperto da volta centrale e da un ambulacro perimetrale pensato come alloggio per le cavalcature. Solo nell’immediato dopoguerra, persa la funzione originaria, la Rotonda del Pellegrini fu convertita a sede
dell’Ambrosianeum. Usi diversi per oltre sessant’anni ne hanno stravolto le forme originali, che furono ripristinate nel secondo dopoguerra da un importante intervento di ristrutturazione firmato da Luigi Caccia Dominioni – sotto la costante supervisione del senatore Enrico Falck – del quale resta in sala Lazzati l’imponente tavolo rosso a ferro di cavallo. I lavori hanno portato alla creazione di nuovi spazi per la lettura, le riunioni e i dibattiti culturali. Le migliorie degli ultimi decenni hanno poi reso l’Ambrosianeum autorevole palcoscenico per manifestazioni culturali e artistiche. Normalmente chiuso al pubblico, il bene sarà visitabile eccezionalmente in occasione delle Giornate FAI.
Arcivescovado
Piazza Fontana 2, Milano
Visite: Visita riservata agli iscritti FAI nella sola giornata di sabato 25 marzo. Turni di visita ogni 15 minuti, gruppi di massimo 25 persone.
Cosa: Posto alle spalle del Duomo e con l’affaccio su Piazza Fontana, l’Arcivescovado è oggi sede degli uffici amministrativi della Arcidiocesi di Milano, l’unica al mondo con più di mille parrocchie. È sede degli Arcivescovi di Milano dall’epoca di Giovanni I Visconti (1339-1354) e conserva all’interno opere di Sassu, Parma, Messina, oltre a noti seicentisti, quali Morazzone e il Cerano. Del palazzo originario sono rimaste poche tracce, inglobate nelle differenti trasformazioni, la cui maggiore è quella ascrivibile al secondo Settecento, con poche trasformazioni nel secondo dopoguerra, per i danni subiti a seguito dei bombardamenti dell’agosto 1943. Il grande scalone in pietra collega il cortile con la parte della residenza posta nel palazzo dei Canonici della chiesa cattedrale. Dal pianerottolo, infatti, si gode una vista sul prezioso e nascosto cortile dei Canonici, segnato dalle due altissime vere da pozzo, sulla cui sommità sono ancora i ferri delle carrucole per calare i secchi, e dalle statue monumentali di Mosè e Aronne, inizialmente destinate a ornare il Duomo. La Quadreria fu costituita a partire dal secolo XVII e poi arricchita da lasciti e donazioni. In queste sale, nella storia più recente, passò Mussolini – invano il
Cardinale Ildefonso Schuster tentò di convincerlo a una resa – e, decenni dopo, un gruppo di anonimi brigatisti consegnò al Cardinal Martini le borse con le armi in segno di resa della lotta armata. In occasione delle Giornate FAI si potranno visitare eccezionalmente il cortile della Curia con le grandi statue in pietra di Ambrogio e Carlo, lo scalone in pietra sopravvissuto ai bombardamenti del 1943, la Sala del trono, antico luogo per le udienze pubbliche degli Arcivescovi, in cui oggi sono collocate quattro importanti statue in Candoglia raffiguranti santi. Dalle sale del primo piano si accederà quindi alla cappella arcivescovile, interamente decorata all’inizio del 900; la Galleria, ala del loggiato del cortile dei Canonici, chiuso dal Cardinale Monti nel secolo XVII, per esporre la propria raccolta di opere d’arte; la grande cappella interna affrescata in stile rinascimentale nel primo Novecento.
Ippodromo Snaitech
Piazzale dello Sport 6, Milano
Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 17
Cosa: Di proprietà di Snaitech Spa, l’Ippodromo Snai San Siro è da oltre un secolo tra i più prestigiosi palcoscenici ippici internazionali. Inaugurato negli anni Venti del ‘900 per sostituire l’antico Trotter situato in Viale Padova, costituisce, con lo Stadio Giuseppe Meazza, uno dei centri più importanti dello sport milanese. Il quartiere di San Siro, da cui l’Ippodromo prende il nome, era, fino al momento dall’annessione a Milano nel 1873, “un piccolo borgo rurale” posto nella periferia occidentale della città. Di questa urbanistica è rimasto ben poco, ma l’Ippodromo rappresenta ancora con i suoi ampi spazi
verdi un’oasi di pace. Le piste da corsa sono considerate tra le più selettive al mondo, e grazie ai diversi tracciati è possibile disputare convegni di corse su distanze diverse. Tra Gran Premi e corse di Gruppo, sull’erba delle piste del galoppo hanno corso, lottato e vinto alcuni tra i più grandi purosangue della storia dell’ippica e prestigiosi fantini. Copre un’area di 1.600.000 mq circa e conta oltre 70 giornate di corse ogni anno, per più di 500 corse complessive. Venne inaugurato nel 1920 interamente in stile Liberty su progetto di Paolo Vietti Violi; del 1999 è la scultura di Nina Akamu Cavallo di Leonardo collocata all’ingresso e realizzata sulla base dei disegni di Leonardo da Vinci per il monumento – mai realizzato – per Francesco Sforza. In questa edizione di Giornate FAI sono previste tappe inedite come la Tribuna Liberty, recentemente restaurata e riportata al suo antico splendore, il Tondino, la “Sala Peso” con gli spogliatoi dei fantini, l’area dell’insellaggio nonché l’area veterinaria/antidoping dove i cavalli vengono controllati prima delle gare.
Casa Verdi
Piazzale Buonarroti 29, Milano
Visite: domenica dalle 10 alle 17.30. Turni di visita ogni 15 minuti 25 persone
Cosa: Nel 1889 Giuseppe Verdi acquistò una grande area in una zona allora semiperiferica di Milano, vicina al Parco Sempione in via di realizzazione. Qui, da una “archistar” dell’epoca, Camillo Boito, fece costruire una grande casa di riposo per i musicisti “meno fortunati” di lui, riuscito esempio di architettura nazionale in cui si fondono filoni espressivi diversi. Si presenta come un grande palazzo in stile eclettico, con al suo interno la monumentale cripta che accoglie le spoglie di Verdi e della moglie. Il weekend di Giornate FAI permetterà di visitare ambienti preziosi, rimasti intatti come li volle Verdi, e di scoprire, a poco più di un mese dall’apertura, il nuovo spazio espositivo con decine di vecchi grammofoni d’epoca, preziosi quadri e statue realizzati da artisti del calibro di Boldini e Gemito, oltre a cimeli che illustrano la vita e le opere del Maestro, oltre ad alcuni curiosi manoscritti. Se il tempo lo consentirà, ai visitatori saranno proposti piccoli concerti in giardino. Trattandosi di una struttura protetta, che mantiene la destinazione d’uso originaria, la casa è normalmente chiusa al pubblico e si potrà visitare in esclusiva per le Giornate FAI.
Palazzo Clerici
Via Clerici 5, Milano
Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18
Cosa: Palazzo Clerici sorge nel cuore della vecchia Milano, in quella che nel Seicento era detta “Contrada del prestino dei Bossi”. Il Palazzo, che si elevava in un tessuto urbano fatto di piccole case, apparteneva a una delle più antiche casate storiche milanesi, la famiglia Visconti dei Consignori di Somma, ed è, con Palazzo Litta, la più importante dimora aristocratica milanese. Dai Visconti, nella seconda metà del Seicento la proprietà è passata ai Clerici che si trasferirono a Milano dal Lago di Como. Le trasformazioni più consistenti del palazzo vennero attuate da Giorgio Antonio Clerici che nel 1741 incaricò Giambattista
Tiepolo di decorare la Galleria di rappresentanza. Il Palazzo divenne poi dimora dell’Arciduca Ferdinando d’Austria e della moglie Beatrice d’Este, fino al loro trasferimento a Palazzo Reale. Nel 1813 fu venduto dal governo napoleonico al Regno d’Italia, mentre nel 1862 divenne sede della Corte d’Appello, per passare poi dal 1942 all’ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale. L’architettura esterna dell’edificio, di fattura tardo barocca, mostra un fronte con la parte centrale arretrata, tale da formare una piazzetta per l’ingresso delle carrozze. All’interno, vari cortili minori si svolgono attorno al cortile d’onore, con due lati di portico ad arcate su colonne binate di granito rosa e un fronte con eleganti balconi in ferro battuto. Lo scalone d’onore è ornato agli snodi delle balaustre da figurine muliebri vestite all’orientale, unico esempio a Milano. L’apertura di questo palazzo nobiliare durante le Giornate FAI consentirà di apprezzare uno scorcio di vita aristocratica milanese. Il percorso si svolgerà tra le stanze del piano nobile, dalla Sala da Ballo alla Galleria degli Stucchi, dalla Galleria dei Quadri alla Galleria del Tiepolo – lunga 22 metri – e alla Sala degli Specchi con relativa anticamera. Si potranno rivivere i fasti dell’epoca d’oro della nobiltà milanese, grazie alla generosità dell’ISPI, che dal 1940 ha restaurato e preservato Palazzo Clerici per riportarlo all’antico splendore.
Castello Mediceo
Via Medici, Melegnano (MI)
Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Slot di visita ogni 15 minuti per 25 persone
Cosa: Monumento simbolo della città, venne edificato nel suo nucleo originario a metà del 1200, divenendo nei secoli una delle residenze della famiglia Visconti. Passato quindi nelle mani degli Sforza e dei Brivio, con la creazione del marchesato di Melegnano nel 1532 divenne proprietà della famiglia Medici di Nosigia, poi Medici di Marignano, che la mantennero fino alla metà del XIX secolo. Il primo a fregiarsi del titolo marchionale fu Gian Giacomo, detto il Medeghino, che con i fratelli Agosto e Giovanni Angelo (futuro papa Pio IV, nonché zio di Carlo Borromeo) trasformò il castello in residenza signorile. A seguito di un periodo di decadenza e cambi d’uso – carcere, abitazioni, sede municipale, biblioteca civica – nel 1981 fu venduto dai Medici di Marignano all’Amministrazione provinciale. Nell’83 alcune sale nella parte frontale vennero cedute dalla Provincia al Comune di Melegnano che nel 1998 ne avviò il recupero, provvedendo al restauro di 6 sale i cui pregevoli affreschi celebrano le imprese del “Medeghino”. Dal 2001 il castello è aperto al pubblico per visite guidate. Si presenta con un corpo di fabbrica e due torri che sovrastano il cortile d’onore interno. Sono ancora presenti parte del rivellino, il fossato che circondava l’intero maniero e le celle che fungevano da prigioni. La Pro Loco Melegnano, con le sue Guide Storiche Amatoriali, porterà i visitatori di Giornate FAI alla scoperta delle prigioni, della monumentale Scala Cavallara, delle prestigiose sale affrescate che raccontano storie mitologiche e le gesta della famiglia Medici, come la Sala dell’Imperatore e la Sala delle Battaglie, che raffigurano le battaglie combattute dal primo marchese Gian Giacomo Medici intorno al lago di Como. Infine, una breve passeggiata nell’ala lunga, che da tempo versa in condizioni di degrado, permetterà ai visitatori di comprenderne le opportunità di recupero e valorizzazione.
Comune di Inzago
Piazza Maggiore 36, Inzago (MI)
Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 17
Cosa: L’interesse di questo itinerario che si seguirà in occasione delle Giornate FAI prevede diverse tappe: un esteso nucleo di edifici storici, l’Oratorio dei SS Rocco e Ambrogio con un affresco seicentesco con una rara rappresentazione di Ultima Cena secondo il rito ebraico del Seder; l’Alzaia del Naviglio con vista sulle Ville storiche con i loro giardini, e sui luoghi connessi alla vita quotidiana di un tempo, come i lavatoi o i punti di attracco delle numerose imbarcazioni che solcavano il Naviglio e Palazzo Piola. Inoltre, sarà allestita nell’androne una Mostra fotografica che presenterà le immagini dei decori, compresi gli affreschi, prima e dopo il restauro
Villa Necchi Campiglio
Via Mozart 14, Milano
Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18
Cosa: Appartata nel cuore di un tranquillo quartiere nel centro di Milano, Villa Necchi Campiglio venne progettata nei primi anni ’30 dall’architetto Piero Portaluppi su incarico delle sorelle Nedda e Gigina Necchi e di Angelo Campiglio, marito di Gigina, esponenti di una borghesia industriale lombarda colta e al passo coi tempi.
Oltre alla villa, il giardino ospitava la casa del custode con la portineria, la serra, il garage, il campo da tennis e la piscina (la prime di proprietà privata a Milano). Il piano rialzato fungeva da zona di rappresentanza, mentre il primo piano era riservato alle camere private della famiglia.
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