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Giornate FAI d’Autunno a Milano: i luoghi aperti e gli eventi in programma

Redazione 4 settimane fa
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Siamo in pieno autunn, come dimostrano le prime foglie cadute e il crescente interesse verso le castagne. Per godere appieno la bellezza del nostro patrimonio culturale e paesaggistico tornano in Italia le Giornate FAI d’Autunno, previste per sabato 12 e domenica 13 ottobre 2024.

I posti aperti in tutta Italia sono centinaia, grazie ai volontari del Fondo Ambiente Italiano, visitabili con un contributo libero, a sostegno dell’attività della Fondazione. I luoghi visitabili durante le giornate sono in parte inaccessibili al pubblico, mentre quelli normalmente aperti vengono mostrati dalle guide FAI attraverso visite tematiche.

In tutta Italia apriranno 700 luoghi in 360 città saranno visitabili a contributo libero in tutta Italia. In Lombardia saranno 123 i beni che apriranno le loro porte in 49 comuni, tra cui Milano che insieme alla sua provincia aprirà al pubblico 15 beni.

Giornate FAI d’Autunno 2024: come partecipare

I posti per partecipare alle visite guidate sono a numero chiuso: al fine di garantire l’accesso è consigliata la prenotazione; alcune aperture richiedono la prenotazione obbligatoria. Sul sito ufficiale del FAI è possibile prenotare l’ingresso agli eventi su fascia oraria. In caso di chiusura delle prenotazioni online è possibile presentarsi sul posto e accedere fino alla chiusura per capienza massima.

Alcuni eventi sono riservati agli iscritti FAI. L’iscrizione si può effettuare dal sito web o direttamente sul luogo dell’evento prima dell’ingresso.

Giornate FAI d’Autunno a Milano e dintorni: i luoghi

Palazzo Melzi d’Eril, sede di Fondazione Cariplo

Via Manin 23, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso alle 17:30

Cosa: Attuale sede della Fondazione Cariplo, il palazzo di origine settecentesca, già di proprietà della famiglia Del Carretto, fu acquistato nel 1805 da Francesco Melzi d’Eril, illuminato esponente dell’aristocrazia milanese chiamato da Napoleone a ricoprire la carica di vicepresidente della Repubblica Italiana. Il Melzi fece operare un primo rifacimento in forme neoclassiche, proseguito poi nel 1841 su impulso del pronipote Lodovico a opera dell’allora celebre architetto Giacomo Moraglia, che lo aggiornò al nuovo gusto eclettico, con richiami agli stili dei secoli passati. Il palazzo subì gravi danni nel corso dei bombardamenti aerei del 1943 e fu in parte ricostruito.

Sottoposto nel 2018 a un ingente restauro che ha interessato il cortile d’onore, lo scalone monumentale e le sale decorate del piano nobile – tra le quali la cosiddetta saletta pompeiana, un’anticamera con soffitto affrescato a grottesche e porte dipinte – il palazzo ospita una parte dell’imponente raccolta d’arte della Fondazione, da Tiepolo ai dipinti dell’Ottocento e del primo Novecento. Totalmente inedita la visita alla “Sala Funi”, con esposti i cartoni preparatori realizzati da Achille Funi – tra i principali pittori del Novecento – per il mosaico del soffitto della sala riunioni della Ca’ de Sass, storica sede della Cariplo. Oltre agli ambienti storici sopra citati, saranno visitabili anche la sala riunioni del CdA, la cosiddetta Sala Gialla (riservata alle riunioni del direttore e normalmente non visitabile) e la Sala conferenze della Commissione Centrale di Beneficenza, nella quale spiccano le grandi tele di Tiepolo e un prezioso lampadario di Murano.

Palazzo Lombardia

Piazza Città di Lombardia 1, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso alle 17.30

Cosa: Sede istituzionale della Giunta Regionale, inaugurato nel 2011, il progetto di Palazzo Lombardia reca la firma di un’associazione temporanea di imprese capeggiata dallo studio newyorchese Pei Cobb Freed & partners architects insieme a Caputo Partnership e Sistema Duemila. Oltre a raggruppare gli uffici regionali centrali, è un polo istituzionale collocato in una piazza civica moderna – denominata “Piazza Città di Lombardia” – nonché la piazza coperta più grande d’Europa.

La costruzione è caratterizzata da una torre di 161 metri in calcestruzzo armato, acciaio e vetro, che dialoga simbolicamente con il grattacielo Pirelli, storica sede della Regione. Il complesso è composto di fabbricati idealmente a guisa di monti e piazze in luogo di valli: è circondata da un sistema articolato di edifici ad andamento sinusoidale, che fanno riferimento alla morfologia montana a nord della regione, alti dai sette agli otto piani, in cui ai rispettivi piani terra sono concentrate le funzioni culturali, di intrattenimento e servizio, collegati da una piazza di forma ovale con una copertura trasparente. Al 39° piano della torre si trova il Belvedere da cui sarà possibile godere di una vista mozzafiato a 360 gradi sulla città. Il complesso urbanistico, adiacente al grande parco “Biblioteca degli Alberi” e alla città della moda, è stato parte del piano integrato di intervento per la riqualificazione dell’area Garibaldi-Repubblica-Varesine.

Palazzina Appiani

Viale Byron 2, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso alle 17. Non è richiesta prenotazione

Cosa: L’apertura in giornate FAI consentirà al pubblico di conoscere un piccolo gioiello neoclassico nel cuore di Milano, Palazzina Appiani, con ingressi ogni 30 min. Inoltre, Sabato alle ore 15.30 sarà possibile scoprire la storia del Quartiere del Sempione e dei suoi edifici liberty e razionalisti con una speciale visita guidata; Domenica alle 15.30 ci sarà l’occasione di partecipare ad un’itinerario alla scoperta di un quartiere nascosto di Milano, il Borgo degli Ortolani. Le visite guidate hanno una durata di un’ora e sono riservate ai soci FAI o chi avesse desiderio di tesserarsi in loco.

Palazzo Cusani

Via Brera 13/15, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 9.30 alle 18. Ultimo ingresso alle 17:30.

Cosa: Sede di rappresentanza del Comando NATO con sede operativa a Busto Arsizio (VA) e del Comando Militare Esercito Lombardia, Palazzo Cusani apre eccezionalmente le sue porte in via Brera in occasione delle Giornate FAI. Acquisita agli inizi del Seicento da una delle più importanti casate del patriziato milanese, fu trasformata in una fastosa residenza nobiliare alla fine dello stesso secolo per volere di Gerolamo Cusani, che commissionò a Giovanni Ruggeri, esponente dell’architettura barocca, la nuova facciata esterna; un secondo rimaneggiamento venne successivamente affidato al Piermarini nel Settecento e interessò la facciata interna, che venne realizzata in forme neoclassiche.

Venduto nel 1808 al demanio del Regno d’Italia, vi si insediò quindi il Ministero della Guerra. Oltre alla fastosa facciata neobarocca, sfoggia al suo interno un cortile e uno scalone di stile richiniano, insieme a pregevoli decorazioni settecentesche ancora integre al piano nobile. Il palazzo conserva un’interessante quadreria ottocentesca, un grandioso salone delle Feste ornato da un affresco attribuito a Giovanni Angelo Borroni, collaboratore di Tiepolo a Milano, le sale del Caffè, degli Intarsi, delle Allegorie, delle Divinità, dell’Ingegno, tutte adornate con volte affrescate, stucchi dorati, specchiere e mobili di pregio. Peculiarità del luogo: le tre palle di cannone incastonate nella facciata posteriore, scagliate dalle artiglierie di Radetzky durante le Cinque giornate di Milano.

Dolce&Gabbana Beauty

Via Goldoni 7, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 16. Ultimo ingresso alle 16. Turni di visita ogni 30 minuti. Ingresso riservato agli iscritti FAI

Cosa: Nel quadrante est di Milano, subito fuori dalle mura spagnole, vide la luce alla fine del XIX secolo il monastero benedettino del Santissimo Sacramento, successivamente danneggiato durante i bombardamenti su Milano nel corso della Seconda Guerra Mondiale e ricostruito nel 1953. A un secolo dagli eventi bellici, nello storico edificio ottocentesco di via Kramer in cui ancora oggi dimorano le monache di clausura, nasce nel 2023 la sede della neocostituita Dolce&Gabbana Beauty. La sede che si ammira oggi è il frutto di un importante intervento di recupero e di riqualificazione architettonica e l’armonica commistione di antico e moderno si apprezza negli uffici e negli spazi di rappresentanza.

Qui, rivestimenti in quarzite nera e marmo di Candoglia fanno da tappeto alla lunga galleria culminante in una cappella in cui è presente la statua di Sant’Ignazio Martire (opera di Pietro Ferroni datata 1811-12), in prestito dal Duomo di Milano nell’ambito dell’iniziativa di mecenatismo “Adotta una Statua” promossa dalla Veneranda Fabbrica del Duomo in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Milano. Un’opportunità per valorizzare statue non più in opera sul Monumento rendendole nuovamente fruibili, con lo scopo di avvicinare la cittadinanza ai bisogni della Cattedrale.  Sulla navata a piano terra si affacciano quattro sale identiche con ancora evidenti le persistenze strutturali delle originali pareti in mattoni e soffitti alti sei metri. Sul fianco destro dell’imponente corridoio, a chiusura dell’antico chiostro di clausura, sono installati dei serramenti fissi con vetro cannettato, chiusi da un grande cancello in ferro. L’eccezionalità dell’apertura consiste nella scoperta di una realtà imprenditoriale globale, ma con radici meneghine, che muove i suoi primi passi all’interno di un bene storico. Un interessantissimo esempio di rivalutazione del tessuto storico milanese attento al suo passato ma con una visione internazionale e rivolta al futuro.

Campus La Masa – Bovisa del Politecnico di Milano

Via Lambruschini 4, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso alle 17.30

Cosa: A Milano aprirà anche il Campus Bovisa del Politecnico in via La Masa, nell’area degli ex-gasometri del quartiere, dove a partire dagli anni Duemila sono stati realizzati importanti interventi di riqualificazione e riuso, con un forte impegno verso la sostenibilità ambientale. Qui si incontra la Scuola di Ingegneria industriale e dell’informazione, dotata di un nuovo edificio-laboratorio, l’EN:lab, dedicato alle attività del Dipartimento di Energia e progettato con soluzioni innovative per una gestione energetica efficiente e integrata. Il percorso nella sua eccezionalità prevede il passaggio tra gli ultimi edifici realizzati e in corso di realizzazione con uno sguardo all’area dei gasometri che verrà completamente riqualificata nei prossimi anni dando un nuovo brano di città alla collettività. Si visiteranno le raccolte di Made in Polimi che racconta la storia della Bovisa e dei campus del Politecnico, alcuni dipartimenti che contengono sculture di Arnaldo Pomodoro donate dalla fondazione a suo nome. Inoltre, verrà introdotto l’ultimo avveniristico laboratorio EN-LAB inaugurato a giugno 2024 che grazie ai 300 moduli fotovoltaici, le 2 pompe di calore ad alte prestazioni e i 70 kit di sensori che raccolgono e elaborano i dati ambientali e climatici, consentendo di ottimizzare in tempo reale le performance dell’involucro e degli impianti, rendono l’edificio a Zero emissioni dirette.

Chiostro Cappuccio           

Via Cappuccio 3, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso alle 17:30. Ingresso riservato agli iscritti FAI

Cosa: Incastonato nel distretto delle 5 Vie, in un intricato reticolo di strade e vicoli noto per l’eterogeneità degli edifici di diverse epoche, il bramantesco Chiostro Cappuccio rappresenta un angolo di tranquillità e contemplazione in un’area altrimenti vivace e dinamica. Noto anche come chiostro “delle Umiliate”, nasce sulle rovine del circo romano e fu realizzato verso la fine del 1400; oggi è l’ultima testimonianza rimasta dell’ex monastero di Santa Maria Maddalena al Cerchio, dove dai primi anni del 1000 e sino al 1810 visse un’aggregazione di laiche devote, l’ordine delle Umiliate, dedite alla vita apostolica.

Nonostante i rifacimenti ottocenteschi, il Chiostro resta un esempio di stile rinascimentale, a pianta quadrata, composto da un loggiato coperto con volte a crociera e muretti in cotto che corrono lungo i quattro lati, e da un’area verde centrale coronata dal pozzo originale. Tra i cimeli che decorano il loggiato, spiccano una marmorea testa solare d’origine romana, una grande ancora e il cippo di un timone, copie degli originali appartenenti alle navi romane rinvenute nel 1930 nel lago di Nemi, vicino Roma. Acquistato nel 1914 dall’industriale Guido Ucelli, lungimirante fondatore del Museo della Scienza e della Tecnica, insieme alla moglie Carla Tosi, dal 1923 è stato dichiarato monumento nazionale.

Palazzo del Capitano di Giustizia

Via Cesare Beccaria 19, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 17.30. Ultimo ingresso alle 17.

Cosa: Situato al Verziere, l’area tra Piazza Beccaria e piazza Fontana dove storicamente si teneva il mercato ortofrutticolo cittadino, è oggi sede del Comando e della Operativa della Polizia Locale di Milano, e deve il suo nome alla funzione di Palazzo di Giustizia svolta per oltre tre secoli, dal 1605 al 1940. È un edificio della seconda metà del Cinquecento, realizzato su progetto dell’architetto Piero Antonio Barca, che concluse i lavori nel 1605. Il disegno originario prevedeva un corpo centrale con un grande cortile porticato e due corpi laterali delimitati da un muro di cinta, usato come camminamento della ronda carceraria.

Qui sorgeva anche la casa del boia e stazionava il “carro della berlina” sul quale i malfattori venivano esposti al pubblico ludibrio. Alessandro Manzoni cita il Palazzo nei “Promessi Sposi”, ricordando la sommossa del pane. Seriamente danneggiato durante i bombardamenti del 1943, nel 1960 Piero Portaluppi venne incaricato dell’intervento per la sua ricostruzione. Durante le Giornate d’Autunno, gli iscritti FAI avranno la possibilità di accedere alla Centrale operativa accompagnati dai Vigili urbani: un’occasione esclusiva per scoprire da vicino quello che la Polizia Locale di Milano fa per la città. Nel corso del fine settimana saranno presenti inoltre i reparti specialistici, Cinofili, Sommozzatori, Nucleo Radiomobile e Motociclisti e la Banda Musicale della Polizia Locale.

Villa Necchi Campiglio

Via Mozart 14, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso alle 17:30

Cosa: Appartata nel cuore di un tranquillo quartiere nel centro di Milano, Villa Necchi Campiglio venne progettata nei primi anni ’30 dall’architetto Piero Portaluppi su incarico delle sorelle Nedda e Gigina Necchi e di Angelo Campiglio, marito di Gigina, esponenti di una borghesia industriale lombarda colta e al passo coi tempi.

Oltre alla villa, il giardino ospitava la casa del custode con la portineria, la serra, il garage, il campo da tennis e la piscina (la prime di proprietà privata a Milano). Il piano rialzato fungeva da zona di rappresentanza, mentre il primo piano era riservato alle camere private della famiglia.

Sede e studi Rai di Corso Sempione

Via Alberto Riva Villasanta, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 9 alle 16.30. Ultimo ingresso alle 16.30

Cosa: In Corso Sempione, una delle vie di comunicazione più grandi e trafficate della città, sorgono gli studi RAI di Milano. Nel 1939 – anno in cui Gio Ponti realizzò diversi palazzi milanesi (in particolare in piazza San Babila e in corso Matteotti) – questo edificio, nato come nuova sede della EIAR (poi RAI) è il risultato di un concorso vinto dallo Studio Ponti Fornaroli Soncini, in collaborazione con l’ingegnere Nino Bertolaia. La facciata razionalista si ispira alle idee del gruppo di architetti del Politecnico di Milano che formarono nel 1930 il MIAR, Movimento Italiano per l’Architettura Razionale. L’idea pontiana era che i tre corpi di cui l’edificio si compone (destinati a uffici, trasmissioni, teatro) fossero separati e riconoscibili. Fra uffici e trasmissioni è inserito per esempio un intervallo luminoso, il corpo trasparente delle comunicazioni verticali. Nel tempo, l’edificio è stato molto modificato, ma alcune parti risalenti al progetto originale (il portico, i portali su strada) restituiscono l’idea della cura architettonica della realizzazione di Gio Ponti. Oggi il complesso conta 5 studi televisivi e 5 radiofonici, sede di svariati programmi, ma rappresenta anche una memoria storica, conservando gli abiti di scena indossati da molti protagonisti di 60 anni di tv, in una sorta di galleria del costume italiano. La storica sede RAI di Corso Sempione torna ad accogliere i visitatori durante le GFA con un percorso dedicato al centenario della radio e in ricordo di Mike Bongiorno.

Palazzo Isimbardi

Corso Monforte 35, Milano

Visite: domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso alle 17:30.

Cosa: Sede dal 1935 della Provincia di Milano, Palazzo Isimbardi in corso Monforte ospita dal 2015 la Città Metropolitana di Milano. Racchiude al suo interno affreschi, sale riccamente decorate, un giardino e collezioni d’arte, che raccontano i rimaneggiamenti avvenuti nei secoli a seconda dei gusti e la volontà dei proprietari che lo abitarono. La prima testimonianza risale ai Conti Taverna, che nel XVI secolo scelsero il palazzo come villa di campagna: la dimora era situata fuori dalle mura, sulla strada per Borgo Monforte, considerata il Giardino di Milano, il Viridarium.

Nel Settecento si ebbe il passaggio di proprietà alla nobile famiglia Isimbardi, che fece realizzare all’interno delle sale i cicli pittorici con le gesta dei propri antenati più illustri; ancora nel 1918 l’edificio fu acquistato dal ricco industriale italiano Franco Tosi. Ampliato in seguito nel 1940 su progetto di Giovanni Muzio con un nuovo corpo di fabbrica coerente con lo stile funzionalista, durante la Seconda Guerra mondiale i bombardamenti ne danneggiarono gravemente l’architettura. Durante la visita si potranno ammirare la Sala degli Affreschi, con opere del Morazzone, e la Sala Giunta con il grande telero L’apoteosi di Angelo della Vecchia di Giambattista Tiepolo, oltre che, il cortile d’onore, il sontuoso scalone e il ricco giardino – costruito “all’italiana” con i conti Taverna e parzialmente trasformato dai marchesi Isimbardi “all’inglese” – dal quale è possibile scorgere dall’esterno la Torre delle Sirene e il bunker costruito nel 1943 come rifugio per il personale della Provincia.

Casa Verdi

Piazza Michelangelo Buonarroti 29, Milano

Visite: sabato dalle 10 alle 17. Ultimo ingresso alle 16.30

Cosa: Nel 1889 Giuseppe Verdi acquistò una grande area in una zona allora semiperiferica di Milano, vicina al Parco Sempione in via di realizzazione. Qui, da una “archistar” dell’epoca, Camillo Boito, fece costruire una grande casa di riposo per i musicisti “meno fortunati” di lui, riuscito esempio di architettura nazionale in cui si fondono filoni espressivi diversi. Si presenta come un grande palazzo in stile eclettico, con al suo interno la monumentale cripta che accoglie le spoglie di Verdi e della moglie. L’apertura al pubblico nella sola Giornata di sabato permetterà di visitare ambienti preziosi, rimasti intatti come li volle Verdi, e di scoprire, a poco più di un mese dall’apertura, il nuovo spazio espositivo con decine di vecchi grammofoni d’epoca, preziosi quadri e statue realizzati da artisti del calibro di Boldini e Gemito, oltre a cimeli che illustrano la vita e le opere del Maestro, oltre ad alcuni curiosi manoscritti. Trattandosi di una struttura protetta, che mantiene la destinazione d’uso originaria, la casa è normalmente chiusa al pubblico e si potrà visitare in esclusiva per le Giornate FAI.

Piscina Cozzi

Viale Tunisia, 35, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30

Cosa: L’impianto, intitolato alla memoria del militare italiano Roberto Cozzi, venne inaugurato il 21 aprile del 1934 e approntato per le gare dei Littoriali del 2 maggio. Ma la vera conclusione dell’opera risale all’ottobre del 1934, terminate alcune opere di finitura. Il progetto della piscina venne affidato al capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Milano, l’Ingegnere Luigi Lorenzo Secchi. Le strutture dell’epoca che ispirarono l’opera di Secchi furono la piscina S. Margherita di Budapest, la Hallenshwimmbad di Berlino Mitte e, per il tono monumentale, alle architetture di Marcello Piacentini. All’interno del salone principale sono presenti due vasche e di pregio sono le loro finiture: le piastrelle, di terraglia forte Richard Ginori, di smalto opaco color verde glauco. La visita partirà dai “sotterranei” della Piscina Cozzi, spazi solitamente non aperti al pubblico, dove i visitatori potranno ammirare sia il mosaico a firma degli autori: “Bellini e Figli”, ancora in perfette condizioni nonostante il passare degli anni, sia i bagni pubblici e dei lavatoi, parte di una fitta rete di bagni che si diffuse in città tra fine ‘800 e inizio ‘900.

I visitatori verranno accompagnati nelle spazi della Piscina Cozzi che accolgono la mostra “Cinquant’anni di tempo libero a Milano. 1930 – 1980”. Il primo spazio è l’attuale sala d’attesa, in passato destinata a ospitare il bar-ristorante, dal quale si può ammirare, attraverso due imponenti affacci vetrati, per l’occasione rivestiti da vetrofanie, l’intera prospettiva interna della piscina. Il secondo spazio si trova nei sotterranei e il terzo e ultimo spazio è collocato lungo la navata sud-est al di sopra delle tribune, punto di vista privilegiato per ammirare l’interno dell’edificio e l’installazione di Maurizio Cattelan e Toiletpaper “Be water”.

Caselli Daziari di Porta Nuova

Piazza Principessa Clotilde 11-12, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30

Cosa: I Caselli di Porta Nuova segnano l’ingresso al quartiere omonimo, interessato da anni da un vasto progetto di rigenerazione urbana che tenta di ricucire la zona del centro direzionale di Milano con i contigui quartieri di Isola e Garibaldi. Sopravvissuti al passare del tempo, sono testimoni della città che cresce. Circondati dai palazzi ottocenteschi da un lato e il futuristico skyline dei grattacieli dall’altro rimangono una delle poche testimonianze storiche della città.

L’attuale porta sorge sulla precedente porta spagnola che segnava il varco negli antichi bastioni difensivi della città. In epoca napoleonica furono riconvertite a una funzione daziaria e di rappresentanza, poiché la funzione militare era già superata da anni. L’arco trionfale coi due caselli venne costruito tra il 1810 e il 1813, su progetto dell’architetto Giuseppe Zanoia, incaricato da Napoleone, e si apriva verso il canale della Martesana e la strada che collegava la città con la Brianza. Abbandonati dal 2003, i Caselli di Porta Nuova sono tornati in vita grazie a Oltrefrontiera Progetti. I Caselli sono stati restaurati seguendo i principi della cultura del restauro conservativo: compatibilità, reversibilità, riconoscibilità e intervento. Il progetto è stato pensato per conservare, limitare il degrado e trasmettere nel tempo i caselli daziari come beni architettonici. La visita permetterà di visitare gli interni del casello12. All’interno una mostra permetterà al visitatore di conoscere le fasi storiche del bene e del contesto, insieme a un video realizzato dal Politecnico di Milano.

Rifugio Antiareo – Piazza Grandi

Piazza Grandi, Milano

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30

Cosa: Con la visita del rifugio antiaereo di Piazza Grandi, si ha l’opportunità di scoprire un pezzo nascosto della storia di Milano. Realizzato nel 1936 sotto la fontana monumentale, questo rifugio sotterraneo offre un’esperienza unica che riporta il visitatore indietro nel tempo, catapultandolo nei difficili anni della Seconda Guerra Mondiale. Scendendo per una scala ancora accessibile, ci si ritrova in un labirinto di 24 stanze, dove le segnaletiche originali e le scritte sui muri raccontano la quotidianità di chi trovava rifugio in quei momenti drammatici. Grazie a un accurato restauro, il bunker è stato riportato al suo stato originale, preservando i segni del passato: dalle regole di convivenza alle indicazioni per le uscite di emergenza. L’illuminazione discreta e le numerose testimonianze conservate garantiscono al visitatore un’esperienza immersiva, facendolo riflettere sulla resilienza e sulla vita sotterranea durante i bombardamenti. Un luogo di memoria che merita di essere scoperto, per apprezzare un passato lontano, ma carico di emozioni e storie umane.

Beni aperti in provincia di Milano

Villa Ghirlanda Silva

Via Giovanni Frova 10, Cinisello Balsamo (MI)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 17. Turni di visita ogni 30 minuti circa, massimo 30 persone per gruppo. Possibilità di chiusura della coda prima delle ore 17 a capienza massima di visitatori raggiunta in coda.

Cosa: Una delle dimore meglio conservate nell’area nord milanese, inglobata nel contesto urbano realizzato nel Novecento con l’unione dei due Comuni di Cinisello e di Balsamo, Villa Ghirlanda Silva fu progettata intorno al 1660 da Gian Domenico Richini, con una planimetria a U costituita dal corpo centrale a due piani e da due ali ribassate con funzioni di servizio. È di Ercole Silva la decorazione neoclassica che alla fine del Settecento ne trasformò ne trasformò il giardino formale “all’italiana” in parco romantico “all’inglese”, mentre la facciata rivolta verso il giardino fu rifatta a metà Ottocento in stile eclettico, con decorazioni in cotto, per volontà di Carlo Ghirlanda. In occasione delle Giornate FAI si visiteranno le sale al piano terra, tra cui la Sala degli Specchi, decorata dai maggiori esponenti dello stile neoclassico, il Salottino delle Belle, ornato con 26 ritratti di dame e 174 piastrelle di ceramica olandese, e la Sala del Lampadario, impreziosita da un lampadario settecentesco in ferro battuto e vetri fantasiosi; si procederà lungo il seicentesco Scalone d’onore per visitare il piano nobile, con la Quadreria, costituita da quattro ambienti seicenteschi affrescati con motivi sia paesaggistici che celebrativi delle conquiste della Corona spagnola, e ancora la Sala Grande, decorata da dipinti trompe l’oeil narranti le vittorie di Scipione l’Africano e con due grandi tele di gusto romantico.

Mumac

Via Pablo Neruda, 2, Binasco (MI)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18.30. Ultima visita della mattina alle ore 12.30

Cosa: MUMAC si contraddistingue per essere un museo che va oltre il museo d’impresa corporate, esponendo non solo i prodotti dei brand dell’azienda (La Cimbali e Faema in primis), ma anche tutti quei marchi che hanno costituito le pietre miliari di questo comparto produttivo. MUMAC è dotato di altri 250 pezzi a disposizione per rotazioni all’interno del museo e prestiti worldwide, di una Biblioteca storica del caffè (riconosciuta in SBN-Polo Lombardo) e di un archivio con decine di migliaia di documenti. MUMAC, con la direzione di Barbara Foglia, collabora con musei, università e altri enti per progetti di interesse trasversale, ottenendo numerosi riconoscimenti anche grazie alla produzione di contenuti culturali originali quali mostre temporanee, tavole rotonde e volumi divulgativi, tra cui il libro “SENSO ESPRESSO. Coffee. Style. Emotions.” che incarna perfettamente l’Italian way of life, inserito nel 2022 nell’Index ADI. Nel 2022, per celebrare il Decennale del museo, l’esposizione è stata rinnovata con un restyling che, ispirato al concetto di design for all, ha ulteriormente rafforzato l’accoglienza e la fruibilità dei suoi contenuti per tutti i visitatori.

Il borgo di Binasco

Via G. Matteotti e Via D. Alighieri, Binasco (MI)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. Ultimo ingresso ore 17. Ultima visita al mattino ore 12

Cosa: Il percorso guidato intorno al castello visconteo di Binasco permette di immergersi in una storia interessante che ripercorre il periodo della signoria Visconteo-Sforzesca nel quale il borgo assunse una notevole importanza strategica dovuta alla sua posizione. Le tappe del percorso sono corredate da riproduzioni di dipinti e documenti e reperiti presso l’Archivio di Stato di Milano che arrivano anche al successivo periodo della dominazione spagnola. Il percorso prosegue nel cortile con la presentazione della tragica storia della duchessa di Milano Beatrice Cane, erroneamente conosciuta come Beatrice di Tenda, con lo sfondo delle danze medievali eseguite dalla Compagnia del Passo Antico. Per l’edizione delle GFA 2024 si propone la scoperta di un’altra donna che ha lasciato un importante segno nella storia non solo di Binasco: la contessa Ludovica Torello di Guastalla, la cui lungimiranza ha permesso di istituire una fondazione che opera ancora oggi. Nella Sala Consiliare del Castello di Binasco, sarà pertanto allestita una piccola mostra con dipinti appartenenti alla collezione del Collegio della Guastalla e documenti del suo archivio storico recentemente studiato.

Chiesa di San Martino e borgo di Carpiano

Piazza Colonna 1, Carpiano (MI)

Visite: sabato dalle 10 alle 13.30 e dalle 14 alle 17. Ultimo ingresso ore 16. Domenica dalle 14 alle 17. Ultimo ingresso alle 16

Cosa: La visita partirà dall’esterno della chiesa analizzando gli elementi architettonici, in particolare l’elegante pronao a pianta quadrata sorretto da 4 colonne tortili in marmo di Candoglia provenienti dalla Certosa di Pavia. All’interno si scoprirà il primo altare della Certosa di Pavia, opera dei Maestri Campionesi nel 1393, trasferito a Carpiano tra il 1520 e il 1550 perché raffigura 8 scene a bassorilievo della vita di Maria tratte dai vangeli apocrifi, dalla storia di Gioacchino ed Anna all’Incoronazione della Vergine. Nella chiesa si conservano un coro ligneo, affreschi attribuiti a Bernardino Luini e al Bergognone e opere dello scultore contemporaneo Harry Rosenthal. La visita continuerà passeggiando fino alla grangia certosina ammirando dall’esterno la loggetta in corrispondenza della torre sud-ovest e la Macina del Torchio (XVII sec). Dal centro abitato si può raggiungere a piedi o in auto Cascina Longora per la Collezione Moyersoen: il ruolo della Cavalleria Militare 1939-1945.

Castelletto di Corbetta

Via San Vittore 2, Corbetta (MI)

Visite: sabato dalle 10 alle 17, domenica dalle 14 alle 17. Chiusura domenica mattina per celebrazione delle Sante Messe. Turni di visita ogni 30 minuti, gruppi di massimo 15 persone.

Cosa: I visitatori rivivranno gli episodi più iconici legati al Castelletto di Corbetta, dove soldati in armi e viandanti curiosi riporteranno in vita le leggende più affascinanti dell’antico castello. Attori amatoriali daranno voce alle testimonianze dell’epoca e, con l’aiuto del buio, porteranno indietro nel tempo. La visita sarà un continuo tra passato e presente, dove i momenti dedicati alle letture recitate si alterneranno con la scoperta del Castello a cura degli Apprendisti Ciceroni. Grazie all’apertura eccezionale delle stanze del piano superiore, sarà possibile ammirare gli interventi di restauro curati dal Portaluppi, già architetto progettista di Villa Necchi Campiglio a Milano. 

Al termine del turno delle 17:30 di sabato 12 ottobre sarà possibile, previa prenotazione, gustare un aperitivo con accompagnamento musicale. Per informazioni sulle prenotazioni scrivete a ovestmilano@faigiovani.fondoambiente.it

Villaggio operaio ex Saffa

Via alla Chiesa, Magenta (MI)

Visite: sabato e domenica dalle 14 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30. Turni di visita ogni 20 minuti

Cosa: I visitatori andranno alla scoperta di quello che fu il villaggio S.A.F.F.A., un complesso produttivo dalla seconda metà dell’Ottocento agli anni Duemila e un esempio di conduzione aziendale sensibile all’urbanistica sociale, perché attenta all’uomo ed alla famiglia. Il percorso inizia dalla sorprendente Chiesa di San Giuseppe Lavoratore a pianta pentagonale irregolare, progettata dall’Arch. Giovanni Muzio e consacrata il 1° maggio 1963 dall’allora Card. Giovanni Battista Montini futuro Papa Paolo VI. Durante la passeggiata a ritroso negli anni ’50-60′ si vedrà la scuola primaria Gianna Molla Beretta, edificata sempre su progetto di Giovanni Muzio, un’abitazione originale del villaggio e il cinemateatro sempre di Muzio, ora in disuso, in mattoni pieni rivestiti da piccole piastrelle di cotto. La camminata arriverà poi al Santuario della Madonna del Buon Consiglio, primo luogo di culto del villaggio, dove Santa Gianna Beretta Molla che abitava in questa frazione si recava in preghiera tutte le mattine.

Crespi Bonsai Museum

Corso Sempione, 37, Parabiago (MI)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30.  Turni di visita ogni 20 minuti

Cosa: Crespi Bonsai nasce dalla passione di Luigi Crespi che a partire dagli anni sessanta avvia un percorso di conoscenza dell’arte del bonsai che lo porta a fondare alla fine degli anni settanta una realtà oggi riconosciuta a livello internazionale e punto di riferimento del settore. Nel 1991 nasce la prima collezione privata permanente di bonsai al mondo. Nel 1992 nasce l’Università del Bonsai con percorsi formativi per la diffusione della conoscenza del mondo del bonsai come parte della cultura del Giappone, impegno costante che vale a Luigi Crespi il riconoscimento, nel 2012, del Kyokujitsusho, la prestigiosa onorificenza del Giappone conferita dall’Ordine del Sol Levante.

Il centro Crespi Bonsai si articola in spazi polifunzionali immersi in un giardino orientale concepito, secondo la tradizione giapponese, come luogo di meditazione e di pace, dove ogni elemento, acqua, roccia e piante, in dialogo con gli altri, riveste un preciso significato simbolico. La struttura in cemento e acciaio, abbinata a materiali naturali come l’ardesia e la pietra di Barge, dà risalto, su tavoli di pietra e di legno, a bonsai educati dai più famosi maestri giapponesi, parte di una collezione, in continua evoluzione, composta da oltre 200 opere, che comprende anche preziosi vasi cinesi e giapponesi dal ‘700 in avanti, suiseki (pietre evocative), libri e oggetti antichi. Da notare il “Toko-no-ma”, ricostruzione del luogo più importante della casa giapponese, adibito all’esposizione di oggetti simbolo legati alla spiritualità. Altri ambienti sono: la Galleria del bonsai da esterno, la Pagoda vetrata dei bonsai da interno e la Sala Crespi, per convegni ed eventi culturali, con ampie vetrate e sedute in legno disposte ad anfiteatro con vista sui giardini giapponesi. Dal 2011 il Crespi Bonsai fa parte del prestigioso circuito dei Grandi Giardini Italiani.

Villa L’Alma

Via per Cisliano 30, Sedriano (MI)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18, ultimo ingresso ore 17.30

Cosa: La storia della villa inizia nei primi anni ’70. Fu commissionata all’architetto Alberto Leoncini dai Pea, importante famiglia di Industriali del Tessile e dell’Alta Moda; la loro azienda “Alma”, da cui il nome, raggiunse rapidamente il successo e la famiglia aveva l’esigenza di un’abitazione nelle vicinanze dello stabilimento principale (a Bareggio) che fosse anche location di prestigio per feste e ospiti internazionali. Leoncini, pioniere dell’architettura organica e della ricerca del rapporto armonico tra costruzione e ambiente, realizzò per i Pea una villa di grandi dimensioni che si integra col paesaggio circostante e vi dialoga, grazie alle forme sinuose e i materiali.

La villa è un ambiente polifunzionale e Leoncini si occupò direttamente del design di ambienti, rifiniture e arredi, unendo la ricerca per la bellezza e la preziosità dei materiali alla funzionalità. L’edificio, con linee pulite e morbide, si distingue per il tetto a capanna che, con la sua forma sinuosa, tocca il terreno creando un arco sul vialetto d’accesso. Le forme organiche sono accentuate dalla pulizia dei dettagli, come l’eliminazione dei pluviali in facciata e i due grandi comignoli che accolgono e ordinano le canne fumarie della casa. L’abitazione si sviluppa su tre piani, ognuno con rivestimenti e atmosfere diverse. Il piano intermedio, accessibile tramite un vialetto in salita, è dedicato alla vita familiare e all’accoglienza degli ospiti, con spazi ampi e rivestimenti in marmo e granito. La zona giorno è divisa in due ampi spazi comunicanti. Una scala in legno, semplice ma scenografica, conduce al piano superiore, dove si coglie la forma del tetto, morbida e asimmetrica. Spazi raccolti e rivestimenti in legno creano un’atmosfera intima e familiare. Infine, al piano terra, si trova la zona relax con piscina interna, colori chiari e ampie vetrate aperte sul parco.

Villa Airaghi

Via Vicinale dei prati 1, Settimo Milanese (MI)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30

Cosa: La villa nasce nella prima metà del ‘700 su preesistenti edifici conventuali databili al ‘400, per iniziativa dei Meraviglia, nota famiglia appartenente al patriziato milanese. Nel 1823, Antonio Meraviglia, ultimo erede, la cede ai Locatelli. Gli Airaghi ne diventano proprietari dal 1921, proseguendo la coltivazione del gelso per l’allevamento del baco da seta, che si estinguerà durante il periodo bellico. Negli anni ’60, l’interesse per la zootecnia dell’erede Andrea Belloli darà il via ad un’azienda agricola per la selezione di razze pregiate di bovini da latte, sino al 2023.

La Villa, cui si accede da un lungo viale alberato prospettico, presenta una tipica architettura lombarda risalente al XVIII secolo, spesso riscontrabile per le “case da nobile”, residenze prestigiose di campagna che univano la funzione di villeggiatura a quella di presidio delle attività rurali ad esse collegate. Nella corte interna sono riconoscibili gli elementi più antichi dell’edificio, rappresentati dalla porzione di chiesa annessa al preesistente convento quattrocentesco – del cui chiostro sono riemersi alcuni archi all’esterno del muro di cinta – e da un camino in pietra, presumibilmente cinquecentesco, reimpiegato con funzione di portale che distingue il corpo di fabbrica da cui si innalza una torretta belvedere. La parte padronale, interessata da interventi ottocenteschi, è quella collocata di fronte alla chiesa e prospiciente il parco, caratterizzata da una sobria facciata movimentata da una tettoia meglio nota come “Compagnia delle Indie” e da tre sale comunicanti dotate di ampie finestre e residue decorazioni settecentesche. Degno di nota è il parco secolare, progettato secondo i canoni del parco romantico, gioiello naturalistico e vero fiore all’occhiello del sito.

Beni FAI fuori Milano

Villa Ottolini Tosi

Via Volta, 3 Busto Arsizio (VA)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30

Cosa: Commissionata dall’imprenditore tessile Ernesto Ottolini, la villa sorse accanto alla fabbrica di famiglia, fondata dal padre Carlo nel secondo Ottocento e divenuta in seguito Cotonificio Bustese. Lo storico reparto di filatura è sede dal 1997 del Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio. Nelle vicinanze furono edificate le ville dei fratelli Antonio (demolita) ed Enrico (nota come Villa Ottolini Tovaglieri). Villa Ottolini Tosi porta la firma dell’architetto Camillo Crespi Balbi e indica in facciata l’anno di costruzione 1902. Dal 1969 è proprietà del Comune di Busto Arsizio, che la utilizza per eventi e quale sede per i matrimoni civili, e ospita la Scuola Civica di Musica dell’Associazione Musicale G. Rossini.

Progettata secondo uno stile eclettico, con torrione sull’angolo di nord-est, la villa mostra esternamente un elegante gioco cromatico tra la struttura in mattoni a vista e le decorazioni in pietra chiara. L’ingresso principale è abbellito da una terrazza con ferri battuti di Alessandro Mazzucotelli, straordinario esempio di stile Liberty italiano. Gli interni furono affrescati da Mario Chiodo Grandi con motivi floreali e figure allegoriche, mentre il parco ospita interessanti sculture in bronzo, opere di Ernesto Bazzaro e Riccardo Ripamonti.

Sabato 12 ottobre alle 18 nella villa un’esibizione musicale a cura dell’Associazione Musicale G. Rossini, con Andrea Diani al pianoforte.

Villa Pozzi

Via Palestro, 2 Busto Arsizio (VA)

Visite: sabato e domenica dalle 14 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30

Cosa: La Villa fu edificata tra il 1905 e il 1906 come residenza cittadina per la famiglia di Ercole Pozzi, amministratore dell’azienda tessile “Fratelli Pozzi fu Pasquale”, su progetto di Silvio Gambini, uno dei maggiori architetti bustocchi del primo Novecento. Si erge in stile neo-medievale, con le fattezze di un castello, circondata da un piccolo giardino e con un corpo separato di servizio. La villa ospitò dal 1958 al 1986 la congregazione di suore di Santa Marta che apportarono alcune modifiche, tra cui soprattutto la conversione di un salottino in locale per le Messe. Dal 1994 la villa è sede del Corpo della Guardia di Finanza, che ha apportato ulteriori modifiche alla struttura interna dell’edificio per adeguamento funzionale agli spazi d’ufficio.

La Villa è in stile neo-medievale, si presenta con le fattezze assomiglianti ad un castello lombardo in mattoni, con basamento in pietra e con torretta merlata. Le finestre sono monofore, bifore, trifore, pentafore, a ricordare un insieme di stilemi di rimando medievale. Le decorazioni litiche e pittoriche sia sulle facciate esterne che sulle pareti e soffitti degli ambienti interni, così come i pochi lampadari originali rimasti, ricordano ambienti medievaleggianti, con decori geometrici, vegetali, fastoni, ghirlande e stemmi, tra cui spicca quello scelto per sé dalla famiglia Pozzi.

Sede VIBRAM

Via Cristoforo Colombo, 5, Albizzate (VA)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30

Cosa: La storia dell’innovazione Vibram inizia nel 1937 quando Vitale Bramani, guida alpina, rivoluziona per sempre il mondo dell’alpinismo grazie alla sua geniale intuizione: sostituire forti chiodi in gomma ai pesanti chiodi in ferro delle suole degli scarponi utilizzati fino ad allora dagli alpinisti. Hanno origine così le prime suole marchiate Vibram – dalla combinazione del suo nome e cognome – e l’iconico disegno Carrarmato che ha rivoluzionato la pratica dell’alpinismo e il mondo della calzatura, consentendo prestazioni senza precedenti in termini di resistenza all’abrasione, trazione e grip. Nel 1957 Vitale Bramani apre il primo stabilimento ad Albizzate (VA) e negli anni ’60, grazie alle sue capacità imprenditoriali, Vibram si espande in tutto il mondo (nel 1964 negli Stati Uniti).

Oggi Vibram ha tre sedi produttive: quella storica ad Albizzate (VA), a North Brookfield in Massachussets (USA) e a Guangzhou (Cina). In Cina si inaugura nel 2009 il Vibram China Technological Center: simbolo del continuo impegno in ambito di ricerca tecnologica e innovazione, è dotato del Performing Test Center, un impianto scientifico futuristico dedicato al collaudo e allo sviluppo di nuovi prodotti. Oltre alle sedi produttive, nel 2008 Vibram apre il primo flagship store a Milano e nel 2012 inaugura quello di Boston. Questi luoghi, vetrine sul mondo Vibram, a diretto contatto con gli appassionati dello sport e non solo, portano avanti la tradizione iniziata da Vitale Bramani con il primo negozio Vibram, aperto nel 1928 in via della Spiga 8. Qui si vendevano attrezzature sportive per la montagna e si dava appuntamento alla community di alpinisti e appassionati delle vette. Il 31 luglio 1954 la spedizione alpinistica italiana, guidata da Ardito Desio e patrocinata dal CAI, conquista gli 8611 metri del K2 proprio con suole Vibram Carrarmato montate su scarponi Dolomite. Questa conquista rappresenta una delle tappe fondamentali della storia dell’alpinismo a livello internazionale. Negli anni le suole Vibram saranno su tutte le vette più importanti, come l’Everest nel 1963.

Oratorio Visconteo

Piazza IV Novembre, 2, Albizzate (VA)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30

Cosa: L’edificio si inserisce in una tipologia di cappelle gentilizie (cioè ad uso esclusivo della famiglia proprietaria) che ha avuto una discreta fortuna alla metà circa del Trecento sia in Lombardia che in altre aree limitrofe dove, in piccoli edifici religiosi, si contrappone, ad una sostanziale sobrietà e semplicità dell’ornato esterno e della struttura architettonica, una ricchissima decorazione interna per mezzo di ampli cicli pittorici, che rappresentano oggi nel loro insieme alcune tra le maggiori fonti per la comprensione della pittura lombarda del Trecento.

L’oratorio si configura infatti come una piccola chiesetta ad aula unica con abside circolare e una semplicissima facciata con profilo a capanna, addossata ad un altro edificio. L’immagine cambia entrando nella cappella, dove la ricca decorazione a fresco proietta lo spettatore in un’altra dimensione, fatta di eleganze gotiche e di raffinatezze cromatiche. Il catino absidale è occupato dalle figure di 12 Santi e, al di sopra di questi, vi è un grande Cristo benedicente attorniato dai simboli del quattro Evangelisti. Sulle pareti dell’oratorio si dispiegano, disposti su due registri, i riquadri con le Storie, a sinistra, di San Giovanni Battista e, a destra, di San Ludovico di Tolosa. I due cicli rappresentano un esempio straordinario del gusto narrativo del tardo Trecento, che in questo caso conferiscono quasi il carattere di una novella.

Castello Visconteo di Jerago con Orago

Via Castello, 9, Jerago con Orago (VA)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30. I turni di visita partiranno ogni 20 minuti. Sono ammessi animali di piccola taglia tenuti al guinzaglio.

Cosa: Il castello venne costruito nel XIII secolo da Ottone Visconti, arcivescovo di Milano. La struttura ha un’origine militare e venne realizzata sulla cima di un piccolo colle per rafforzare la linea difensiva settentrionale del Ducato di Milano. Fortezza impenetrabile, senza aperture verso l’esterno, ospitava il feudatario e la sua famiglia, ma offriva anche rifugio alla popolazione durante le frequenti invasioni straniere. Tra le sue mura hanno vissuto personaggi di fama storica; la dinastia viscontea ha qui accresciuto la propria potenza per quasi due secoli, fino alla morte di Gian Galeazzo Visconti nel 1402, che ne determinò l’indebolimento. All’estinguersi della dinastia, il feudo passò prima alla Real Casa Austriaca ed in seguito fu acquistato dall’attuale famiglia.

A sinistra dell’ingresso sorge un gruppo di fabbricati, ora destinati ai servizi, a cui si accedeva, si può ipotizzare, mediante un rivellino, dal momento che non esisteva l’attuale porta, ma solo uno stretto passaggio nella corte rustica, ove vi è un forno con scaletta di legno che porta al locale per la lavorazione della farina. Il lato settentrionale, ove è sito oggi l’ingresso, fu probabilmente distrutto nell’assalto dei Bustesi e Gallaratesi, vista la differenza nel modo di costruzione dei muri. Il primo cortile è quadrato, un lato è solo muro, l’abitazione dei Visconti era situata nell’ala orientale, mentre in quella meridionale vi erano i locali per la conservazione degli alimenti. All’esterno non si vedono finestre e ciò conferiva alla struttura l’aspetto di fortezza e rendeva più difendibile il castello. Il Giardino a due terrazze fu realizzato nel ‘600 e ‘700, quando venne edificato anche l’ingresso principale, una volta tramontato l’uso come fortezza. Sempre sul finire del‘700 l’architetto milanese Pietro Castelli realizzò una grotta artificiale adorna di finte stalattiti e decorata con conchiglie. Alla fine del corridoio si trova un vano con piccola apertura sul giardino con la statua di un Satiro che, nel suo passo di danza, esprime la gioia dionisiaca della vita.

Il Castello Visconteo ospiterà, alle ore 18 di domenica 13 ottobre, uno spettacolo di Danze Ottocentesche in costume a cura dell’Associazione Culturale “Società di Danza Varese”.

Museo e Villa Agusta

Via Giovanni Agusta, 506, Samarate (VA)

Visite: sabato e domenica dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso ore 17.30. I turni di visita partiranno ogni 20 minuti. Sono ammessi animali di piccola taglia tenuti al guinzaglio.

Cosa: Il Museo MV Agusta, inaugurato nel 2002, celebra una storia ricca di innovazione e successi. Fondata nel 1907, l’azienda di Giovanni Agusta ha segnato un’epoca nell’aviazione italiana. Dopo la guerra, a seguito del divieto di produzione di veicoli aeronautici, la produzione si sposta sui motocicli, con i figli di Giovanni che fondano la Meccanica Verghera (MV), per poi lasciare spazio alla specializzazione nella costruzione di elicotteri. Grazie ad una serie di importanti collaborazioni internazionali e ad una continua ricerca tecnologica, gli elicotteri Agusta-Bell sono diventati un punto di riferimento nel settore, conquistando i mercati di tutto il mondo.

Il percorso museale si articola in due edifici di grande fascino. Il museo, con la sua ricca collezione di moto, è un omaggio alle gesta sportive e, con un innovativo simulatore di volo, catapulta il visitatore direttamente ai comandi di un elicottero Agusta-Bell, per poi spostarsi all’esterno, dove è possibile ammirare da vicino alcuni di questi iconici velivoli. La villa Agusta, invece, è un’affascinante testimonianza dell’architettura borghese degli anni ’30, un tempo residenza della famiglia Agusta, con la sua pianta quadrata su due livelli inserita in un ampio parco. Entrambe le strutture sono immerse in un contesto industriale di grande suggestione, a pochi passi dalla storica fabbrica Agusta.

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