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Francesco Guccini a Milano: l’inedito per Note di Viaggio, il lavoro con Pagani e l’evento Music Week

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“Non sono Aznavour, sul palco fino a 90 anni a saltellare come Mick Jagger. Adesso scrivo e sono contento, era quello che volevo fare da grande”.  Francesco Guccini sgombra il campo: non possiamo sperare in un suo ritorno live. Ma il Maestrone dei cantautori italiani ha ancora l’energia per pubblicare Note di Viaggio, disco che segnerà il passaggio tra due generazioni di artisti, nonché per sbuffare ridendo: “Ho scritto 200 canzoni e sembra che abbia fatto solo Dio è morto, L’avvelenata e La locomotiva!”.

Presentato al Teatro Franco Parenti e in uscita domani 15 novembre, l’album piacerà a chiunque ami toccare un bel libretto con testi e foto. E contiene una gradita notizia: l’inedita “Natale a Pavana” (“la mia seconda patria, forse la più vera”) dedicata alla frazione di Sambuca Pistoiese in cui trascorse l’infanzia, con Guccini tornato al microfono, occasione più unica che rara (“ci abbiam messo un pomeriggio; con Morgan e Vecchioni avevo fatto solo una strofa”).

Note di Viaggio: tracklist e intervista

In ordine, la tracklist continua così: Auschwitz (con tutta la delicatezza di Elisa), Incontro (la potenza di Ligabue), Scirocco (il timbro inconfondibile di Carmen Consoli), Stelle (la dedizione di Giuliano Sangiorgi), Tango per Due (che ora sembra scritta per Nina Zilli), Vorrei (con la freschezza di Brunori SAS), Canzone Quasi d’Amore (idem per Malika Ayane), Quattro Stracci (una perla meno nota e assegnata a Francesco Gabbani), Canzone delle Osterie Fuori Porta (il tandem Luca Carboni e Samuele Bersani), Noi non ci saremo (un notevole stravolgimento accordato a Margherita Vicario) e una gran chiusura con L’avvelenata (“la più contesa tra gli artisti, perché tutti noi abbiamo pensato almeno una volta quello che c’è scritto” – spiega Pagani – “ho fatto un colpo di mano per cantarla io stesso, assieme a Manuel Agnelli”).

Una conferenza stampa così gremita e “vibrante” da sembrare, a nostro avviso, un monito di saggezza per “gestire” la gloria e il fine carriera: quanto affetto può ritrovare un genio dopo essersi tratto fuori dalle scene per qualche anno? Tanto, se poi riesce a intrigarci con un colpo di teatro come questo, peraltro volto a unire più generazioni di artisti, cosa che assume maggior significato in un periodo “a rischio” per un certo tipo di cantautorato. Un’ottima notizia per il 2020: uscirà la seconda raccolta e – svela Pagani – ci sarà anche la meravigliosa “Vedi cara” del 1970, peraltro al top degli ascolti in piattaforme come Spotify.

L’incontro e il sodalizio raccontati da Mauro Pagani

Anche perché dietro il progetto voluto da BMG – e sul palco insieme a Guccini – c’è un maestro come Mauro Pagani, il polistrumentista che ha seguito in studio di registrazione i primi vagiti dei più grandi album italiani (esempio: “Creuza de mà” di De Andrè e i tanti lavori con la PFM). Insomma, chi di connessioni musicali se ne intende davvero: “È stato bello vedere l’affetto del mondo della musica per Francesco e per il mio ruolo nella crescita di tutti noi” ha sottolineato Pagani. E su Auschwitz: “Il mio rapporto con Francesco è iniziato da qui: questa canzone è stata per me importante come scoprire Bob Dylan”.

Sulle donne dell’album: ”A tratti mi sono commosso per le loro voci sottili: in passato eravamo abituati ai vocioni maschili per questo tipo di musica, ma in Note di Viaggio sono stato attento alla presenza femminile” chiosa Pagani, che ha anche sottolineato “nella mia carriera ho spesso amato gli arrangiamenti stravolgenti, ma il testo è sempre la cosa più importante”.
E infine: vedremo mai un rapper interpretare Guccini? Riprende così la parola il maestro degli arrangiatori: “Sto cercando una formula, il problema è che i rapper dicono tante cose e prendono tanto spazio: se gli taglio l’80% dei testi, Francesco mi mena!”

Guccini a Milano per la Music Week

Francesco Guccini e Mauro Pagani incontreranno il pubblico milanese lunedì 18 novembre in occasione della Milano Music Week: l’appuntamento è per le ore 17 alla Fondazione Feltrinelli in via Pasubio 5 (zona Garibaldi – Corso Como).