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Il Fopponino di Milano: dal cimitero alla chiesa di S. Francesco d’Assisi

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Conoscete il significato di Fopponino? E sapreste ‘collocarlo’ a Milano? Molti milanesi infatti se gli viene chiesto del Fopponino vi indicheranno l’area di Porta Vercellina dove oggi sorge la chiesa di San Francesco d’Assisi ma che, una volta era uno dei ‘piccoli cimiteri’ di Milano.

La storia e il significato del Fopponino di Milano

Il Fopponino di Milano è stato per lungo tempo il luogo di sepoltura deputato fino alla fine del ‘700 alle fosse comuni: in milanese il termine sta infatti a significare “piccola fossa“. Sin dal 1576, durante la peste in epoca spagnola, venne qui individuata l’area per questa pratica oggi deprecata. Ospitò un gran numero di malati di peste durante la ‘Peste del Manzoni‘ di Milano del 1630, così nota perché citata anche nei Promessi sposi; accanto al Fopponino venne comprensibilmente istituito anche un lazzaretto.

Negli anni ’60 del Seicento fu ampliato il nucleo primitivo della chiesa, poi definitivamente dedicata a San Giovanni Battista e San Carlo Borromeo. Nel corso del ‘700 il cimitero si ampliò, occupando circa 12.000 metri di terreno e coprendo quelle che oggi conosciamo come via Paolo Giovio e via Andrea Verga.

Verso la fine dell’800 è ufficialmente riconosciuto come il Cimitero di Porta Magenta, uno dei cinque cimiteri cittadini. Una lapide ancora oggi presente ricorda alcuni personaggi illustri che qui vi furono sepolti: tra questi troviamo il filosofo Merchiorre Gioia, l’architetto Luigi Canonica e Margherita Berezzi, che fu la prima moglie di Giuseppe Verdi.

Con l’apertura del Cimitero Monumentale e il cimitero di Musocco, il Fopponino chiude definitivamente divenendo una parrocchia. La Parrocchia dei santi Giovanni Battista e Carlo Borromeo al Fopponino cambia diventando la Chiesa di San Francesco d’Assisi al Fopponino.

Oggi su via di San Michele del Carso è possibile vedere ancora la ‘Cappella dei Morti‘, datata intorno al 1640. Dedicata ai fedeli, contiene al suo interno un piccolo ossario dei morti di peste, mentre all’esterno è adornata da simboli sepolcrali. Sulla cima è posta una targa, un memento mori a ricordare a tutti i passanti che prima o poi tutti moriranno ma soprattutto per invitare a tenere vivo il ricordo di chi li ha preceduti: “Ciò che sarete voi noi siamo adesso. Chi si scorda di noi scorda se stesso”

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La chiesa di San Francesco d’Assisi al Fopponino

Quando venne chiuso il cimitero, e nella zona rimase solo la chiesa, ci si rese presto conto che questa era troppo piccola per poter accogliere i fedeli. Il progetto e la ricerca di un architetto adatto richiesero parecchi anni. Dopo aver scartato il progetto di Giovanni Muzio partì nel 1961 quello di Giò Ponti il quale, oltre a essere un architetto noto in tutto il mondo, era anche residente nelle vicinanze della parrocchia.

Il 4 maggio 1961 avvenne la posa della prima pietra accompagnata da una grande cerimonia, durante la quale il Sindaco di Assisi consegnò un’altra pietra per la costruzione, proveniente dal monte Subasio, dove sorge la città. Il 10 maggio del 1964 la chiesa venne definitivamente conclusa e aperta al pubblico.

L’architettura della chiesa vide inizialmente l’assenza quasi totale di elementi di decoro, pensata appositamente per esaltare le forme e lo slancio verso l’alto. Nel corso degli anni però questo aspetto venne modificato, fino all’inserimento di opere d’arte di valore.

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