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Escape Plan film recensione: la fuga dall’inferno di Stallone e Schwarznegger

Valentina Fumo 11 anni fa

escape planЀ impossibile non amarli per chi è cresciuto con il rumore delle scariche di mitra di Rambo o cavalcando con Conan il Barbaro, per chi almeno una volta ha provato a dire con voce metallica “Hasta la vista, baby” o urlato “Adriaaaanaaaaa!” alzando le braccia al cielo in segno di vittoria: loro sono ovviamente Silvester Stallone e Arnold Schwarzenegger, protagonisti del prison movie Escape PlanFuga dall’inferno del regista svedese Jan Mikael Håfström (Evil – Il ribelle, 1408 e Il rito).

Ray Breslin (Stallone) è una autorità mondiale nel campo della sicurezza delle strutture carcerarie e passa la vita a infiltrarsi nelle prigioni fingendosi un detenuto e a tentare di uscirne, dimostrandone così l’efficienza.

Decide di accettare un ultimo incarico: evadere dall’ultra segreto penitenziario di ultima generazione chiamato “La tomba” il cui ideatore è il sadico direttore Hobbes (Jim Caviziel). Ingannato e ingiustamente imprigionato, Breslin si trova così a dover coinvolgere un altro detenuto, Emil Rottmayer (Schwarzennegger) per mettere in atto un audace piano di fuga per evadere dal più sicuro e inespugnabile carcere mai concepito di cui nessuno conosce l’esatta ubicazione.

Nonostante uno script poco coraggioso che avrebbe potuto valorizzare meglio i protagonisti e scivola in qualche ingenuità, Escape plan è un buon film: meno muscolare di quanto ci si aspetti, perché tra i capelli brizzolati e un po’ di botulino anche i nostri beniamini ormai non sono più dei ragazzini, e più ironico: alcune inquadrature e alcune scene in piena “operazione nostalgia” strappano un sorriso compiaciuto ai fan di Sly e Arny. Certo, fra battute e ceffoni spesso il ritmo si perde, ma poi il film ci regala la quercia austriaca che improvvisa un delirio nella sua lingua natia, passando dal “Padre nostro” a citare Nietsche oppure Stallone che costruisce un sestante con un paio di occhiali come neanche McGyver. Splendidi.

 Il nostro voto: 7

Una frase: “Picchi come un vegetariano, puoi fare meglio” (Rottmayer a Breslin).

Per chi: adora Sly e Arny, da sempre